21 maggio 2013

Telecom, a due giorni dal cda sulla rete arriva l'ultimatum di Moody's. L'ex monopolista è quasi spazzatura.

Tegola su Telecom a quarantotto ore dal consiglio di amministrazione sulla societarizzazione della rete. Moody's, l’agenzia di rating che aveva già ridotto il giudizio sulla compagnia telefonica da Baa2 a Baa3 mantenendo l’outlook negativo, ha lanciato un nuovo segnale di sfiducia sull'ex monopolista.

Secondo l'agenzia, Telecom Italia “non raggiungerà alcune delle performance operative prefissate per il 2013, a riprova dei forti venti contrari che metteranno a dura prova la capacità del management di raggiungere i ratios finanziari necessari a mantenere il rating attuale”.

Un giudizio netto che trova spiegazione nei risultati “deludenti” del primo trimestre, che “riflettono le difficoltà che la società sta incontrando nel raggiungere le performance prefissate e quindi nel mantenere il suo rating attuale”. Secondo Moody's un’ulteriore pressione verso il basso del rating potrebbe svilupparsi qualora Telecom non mantenga l'obiettivo di riduzione del debito, stimato inferiore a 27 miliardi a fine 2013 (dai 28,3 miliardi al 31 dicembre 2012) e i suoi ratio finanziari non migliorino gradualmente in linea con il piano.

In sostanza, il report sembra come un ultimatum: o si cambia strada (“il rating attuale dipende dalla capacità del management di stabilizzare il calo dell'attività domestica e quindi sostenere il cash flow operativo”) o il taglio del rating sarà inevitabile. Con tutto ciò che potrà derivarne sulla capacità di finanziamento futuro da parte della società italiana, visto che il prossimo gradino è quello del junk, spazzatura.

Ieri il presidente Franco Bernabé ha incontro il presidente del Consiglio, Enrico Letta, in vista del cda di giovedì, che avrà al centro il tema dello scorporo della rete. Tra gli analisti c’è un moderato ottimismo sul raggiungimento dell’obiettivo: “Lo scorporo richiede tempi lunghi, ma riteniamo probabile la sua approvazione”, fanno sapere da Intermonte, dove invece c’è la sensazione che la situazione sia più complessa in merito alla possibile fusione con 3 Italia.

Così il rating sul titolo è “speculative buy” con target price a 0,75 euro, il che comporterebbe una rivalutazione di circa il 15% rispetto ai corsi attuali. Dello stesso avviso sono gli analisti di Equita Sim, secondo i quali proprio l’incontro tra Bernabé e Letta lascia immaginare uno stato avanzato del progetto di scorporo.

Il cda di giovedì dovrebbe occuparsi delle linee principali del progetto, dalla sostenibilità finanziaria alla definizione del perimetro della newco, per poi passare la palla agli azionisti, chiamati a un confronto serrato sui numeri dell’operazione e gli aspetti di governance.

Vede invece grigio nel futuro della compagnia telefonica, che ieri ha ridotto il target price da 0,68 a 0,58 euro, motivando la decisione con un cambio delle valutazioni relative alle attività in America Latina. Gli esperti, che sul titolo confermano il rating “reduce”, evidenziano che la rete fissa di Telecom non garantirà i redditi attesi dal management e che la Borsa valuta la società su multipli superiori a quelli dei principali competitor. Quanto al progetto di scorporo della rete, il giudizio è tranchant: “non si tratta di un catalizzatore per la valutazione”