Lascia francamente esterrefatti il comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi dalla dirigenza di Almaviva con il quale, in buona sostanza, si accusano i lavoratori romani di essere dei “fannulloni” (purtroppo anni di vuota e sterile polemica politica hanno
evidentemente lasciato frutti avvelenati nel Paese) e, quindi, gli unici responsabili della chiusura della sede di via Lamaro. Verrebbe da chiedersi cosa ha fatto in questi anni il management aziendale per correggere tutto questo. Verrebbe da chiedersi se davvero i dirigenti di Almaviva possano pensare che qualcuno nell’Italia del 2012, dove non si contano più i drammi legati ai posti di lavoro che si perdono, alle imprese che chiudono, possa ragionevolmente “bere” la favoletta dell’azienda filantropa che sino ad oggi ha tenuto in piedi un centro di lavoro di “sfaticati” per puro spirito caritatevole.
Francamente il comunicato stampa ci spaventa e, pensiamo, dovrebbe spaventare anche gli altri lavoratori del gruppo che, a questo punto, non sapranno quanto il loro permanere in azienda sia più figlio della loro professionalità o frutto della filantropia disinteressata di Almaviva.
Forse sarebbe il caso di smettere una buona volta di alimentare un clima di tensione comprensibile con simili provocazioni ed affrontare, una volta per tutte, il tema di come si risolvono i problemi reali del centro di Roma, come di tutta Almaviva Contact, senza provvedimenti draconiani che, in tutta onestà, dopo il comunicato aziendale hanno lo sgradevole sentore dell’atto plateale che possa servire di monito per tutti gli altri lavoratori di Almaviva.
Sappia la dirigenza di Almaviva che se questa è l’impostazione che vuole dare a questa vertenza troverà nel sindacato un muro irremovibile che, insieme alle centinaia di donne e uomini che tutti i giorni contribuiscono a fare di questo Gruppo la più grande realtà italiana del settore, metterà in campo ogni azione per far recedere l’azienda dal proposito di chiudere la sede di via Lamaro con il conseguente forte ridimensionamento del sito di Roma.
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