Roma, 8 settembre 2012 - La mail ingiuriosa nei confronti del capo può costare il licenziamento dell’impiegato. Il via libera all’espulsione arriva dalla Cassazione che non ha potuto salvare un lavoratore della capitale, Marco S., licenziato in tronco dalla Procter e Gamble Italia spa nel 2005, per avere spedito e-mail dal contenuto ingiurioso all’ad della società, al direttore del personale e al suo diretto superiore.
A sua discolpa, l’impiegato ha sempre sostenuto di essersi sentito svuotato dalle mansioni e di avere inviato le mail “turbato per l’emarginazione”. Secondo la Cassazione, però, “la gravità delle espressioni utilizzate travalicano il diritto di cronaca e sono riconducibili a ingiuria e diffamazione”, pertanto sono passibili di licenziamento.