Critico sull’Agenda Digitale anche Michele Azzola, segretario generale della Slc-Cgil: “L’Agenda Digitale per ora è soltanto un insieme di titoli e di buone intenzioni – dice Azzola – Bisogna affrontare i nodi veri, che riguardano in primo luogo l’accesso alla banda larga e la digitalizzazione della PA, perché temi come le start up hanno ricevuto molta enfasi dal governo, ma non sono così importanti. Un tema importante, poi, è se possiamo permetterci di metterci nelle mani di Huawei e delle aziende cinesi senza colpo ferire. Il tema dello scorporo della rete e degli appalti, poi, sono fondamentali”. E sullo scorporo Azzola è piuttosto scettico. “Non c’è nessun paese in Europa che abbia scorporato la rete – dice Azzola – nel contempo, Telecom Italia non è in grado di fare investimenti nella rete, a causa di un debito superiore a 27 miliardi di euro. La cessione della rete rischia di abbattere Telecom Italia, rendendola un player provinciale. E’ pur vero che oggi grazie al vectoring è possibile una forte rivalutazione della rete in rame e quella potrebbe essere una soluzione percorribile”. Un altro punto interrogativo, secondo il sindacalista, riguarda la moltiplicazione delle reti: “Abbiamo bisogno di più reti concorrenti fra loro, ad esempio di un soggetto come Metroweb in campo per le Ngn in 30 città?”, domanda Azzola. Tanto più che la qualità delle reti esistenti, a causa di gare al massimo ribasso, oggi sta scadendo. “Fuori dalle grandi città le reti mobili trasmettono male e prende soltanto il vecchio gsm – dice Azzola – tablet e smartphone fuori dal raccordo anulare non funzionano”.