lunedì 3 dicembre, Telecom Italia annuncia in conferenza stampa l’avvio di un progetto industriale d’importanza strategica per il Gruppo, i cittadini ed il Sistema Paese – e ne siamo ben contenti!
Al contempo, però, ci corre l’obbligo di denunciare ancora una volta una politica organizzativa che fa acqua da tutte le parti e scarica le difficoltà economiche sul costo dellavoro:
• La posa della fibra ottica è in gran parte affidata a soggetti terzi con gare d’appalto (e questi poi in subappalto) al massimo ribasso, con conseguente compressione dei salari e dei diritti, fino al lavoro irregolare ed in violazione delle più elementari norme
a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro;
• La gran parte del traffico telefonico verso l’assistenza clienti (119, 187, 191…) è conferita in esterno ed in delocalizzazione (in Albania, Tunisia, Romania – con scarsa sicurezza dei dati sensibili dei clienti);
• Si susseguono processi di riorganizzazione che, attraverso una serie di cessioni di ramo d’azienda da Telecom Italia spa (in ultimo, l’informatica, per ca. 4.000 lavoratori coinvolti) ed il ricorso alle consulenze, non abbattono i costi di gestione ed
impoveriscono Telecom Italia di professionalità preziose;
• I lavoratori e le lavoratrici con precarie condizioni di salute, trattati alla stregua di assenteisti, sono stati relegati in reparti di dubbia missione industriale.
Come se questo non bastasse, Telecom Italia e le aziende satelliti tengono in ostaggio Asstel-Confindustria, non acconsentendo al rinnovo del contratto nazionale collettivo di lavoro delle telecomunicazioni (scaduto da quasi 1 anno) perché non vogliono riconoscere le clausole sociali. I lavoratori e le lavoratrici del settore hanno già dato vita a 2 scioperi, in settembre ed in ottobre, particolarmente partecipati.
Nel frattempo si fa scudo dell’impossibilità di rinnovare il contratto aziendale (scaduto anch’esso) per non erogare alcun importo premiante legato a quella produttività che comunque i lavoratori indefessamente continuano a garantire – mentre continua ad elargire laute ricompense a quadri e dirigenti.
Il Gruppo Telecom Italia è una delle grandi realtà industriali del Paese: l’infrastruttura di rete telefonica fissa garantisce il diritto costituzionale alla comunicazione ed è strategica per lo sviluppo dell’economia nazionale! Può essere uno dei volani della ripresa, invece si dimena in una crisi dalla quale intende uscire per la via bassa.
SI’ ALLA RESPONSABILITA’ SOCIALE, AL PROGRESSO
INDUSTRIALE, ALLA BUONA OCCUPAZIONE, ALL’EQUO
RICONOSCIMENTO DELLA PRODUTTIVITA’ DI TUTTI!
BASTA APPALTI, CONSULENZE, DELOCALIZZAZIONI,
DISCRIMINAZIONI!
SLC ROMA-LAZIO