10 dicembre 2012

Poste Italiane, impiegata si ‘indigna’: “Non voglio vendere Gratta&Vinci”

TARANTO – Succede che ai dipendenti delle Poste non piace mica essere diventati venditori di gratta e vinci, lo considerano “immorale, come spacciare speranze ai pensionati“. E così un’impiegata di un ufficio postale di Taranto ha impugnato carta e penna e ha scritto a due sindacati di categoria dell’indignazione che ha provato nel momento in cui le hanno assegnato una nuova mansione: vendere gratta e vinci allo sportello. Ne parla il Corriere della Sera che riporta ampi stralci della lettera:
“Beh, quest’Azienda è cambiata davvero tanto e da brava e affezionata “facente parte del gruppo” ce l’ho messa tutta per seguire e adeguarmi al cambiamento » dice lei, impiegata storica assunta ai tempi di Poste e Telegrafi. “Adesso però mi pare troppo”
“io il Gratta e Vinci non lo voglio vendere. Perché Poste Italiane si abbassa a questo? Io non credo che tutto quel che non è nettamente fuori legge sia legittimo e corretto. Stanno nascendo comunità di recupero per la dipendenza del gioco d’azzardo, stiamo vedendo famiglie compromesse da questo vizio che dà dipendenza. Perché la mia Azienda vuole incoraggiarlo?” si chiede la sportellista. “Io non vorrei che mi si chiedesse di andare contro la mia morale in modo così spudorato”
La lettera, spiega il Corriere della Sera, è diventata un caso.  I colleghi si sono divisi tra chi sposa la sua causa e chi mira al premio di produzione che si ottiene se il proprio ufficio supera un certo budget. Poco importa se per raggiungerlo dovranno vendere vane speranze a pensionati e disperati.