Molti giovani, donne e uomini, insieme ai più anziani, professionisti, commercianti, disoccupati, facce nuove e facce storiche della sinistra e del sindacato catanese.
Questo il variegato e festante popolo che ha affollato la inaugurazione del Comitato del candidato sindaco Giuseppe Berretta.
Un Berretta emozionato, che ha provato a ringraziare tutti con espressioni di affetto per la Mamma, Margherita, e per la moglie e le sue bimbe. La famiglia del candidato sindaco come tante famiglie presenti alla sobria manifestazione, aperta dalle battute di Gino Astorina ma anche dalle parole di Aida, una giovane senegalese che vive da 12 anni a Catania e che vuole anche lei partecipare per cambiare Catania, e poi ancora una studentessa che parla della città difficile e dei problemi degli studenti.
Quando arriva il turno di Giuseppe Berretta, l’emozione si fa palpabile, e le parole sono affidate ad un discorso semplice e chiaro con la richiesta di abbattere steccati ed inutili contrapposizioni, con l’impegno verso i quartieri più disagiati “senza il cui recupero è difficile risollevare l’intera città”, con l’invito alla partecipazione rivolto ai cittadini.
Il Comitato occupa una grande bottega, con annessa un’antica Cappelletta, laddove fino a qualche mese addietro c’era una gradevole libreria dal nome “Voltapagina”, e a sentire Berretta sembra proprio che ci sia la volontà di voltare pagina.
Inizia così un cammino lungo e complesso che si misurerà sulle decisioni effettive, sulla scelta delle persone, ma che già ha vissuto il suo battesimo nell’intervento del giovane deputato del PD e soprattutto in quello stile senza orpelli, senza mai una parola di insulto o di invettiva contro nessuno ma teso ad accogliere, ad ascoltare.