I tagli occupazionali hanno investito anche i lavoratori di BT Italia, anch’essi in stato di agitazione.
Nel piano industriale 2010-2013, la società prevede una riduzione del personale diretto di 120 dipendenti in aggiunta ai 100 già previsti, per rispondere – ha spiegato l’ad Corrado Sciolla – alla mancata ripresa del mercato delle comunicazioni per le imprese, che ha costretto la società “ad agire in maniera decisa su tutte le leve dei costi”.
Sciolla ha smentito eventuali dismissioni in Italia, che “comunque continua ad essere un mercato importante per BT”, che prevede, anzi, nuovi investimenti “nelle aree commerciali e in quelle delle consulenza”.
I sindacati paventano invece un progressivo smantellamento della società e lo spostamento delle attività in paesi meno onerosi e sottolineano che la casa madre britannica ha invece riconosciuto ai lavoratori “un aumento salariale del 3% annuo” alla sola minaccia di sciopero, chiedendo un incontro alle istituzioni locali e nazionali per “…ottenere il giusto riconoscimento di chi continua a sperare che il proprio lavoro esista e resista”.
COMUNICATO SINDACALE INCONTRO BT ITALIA
BLOOD & TEARS
Il giorno 21 luglio 2010 presso la sede di Assolombarda a Milano si sono incontrate le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, il Coordinamento Nazionale delle RSU e i rappresentanti di BT Italia. Il management italiano e inglese ha presentato ufficialmente il Piano Industriale 2010 – 2012 a soli 12 mesi dalla presentazione del precedente e che presenta ulteriori criticità dal punto di vista occupazionale.
Già nel precedente incontro del 4 giugno scorso le OO.SS. si erano dichiarate insoddisfatte ma adesso si è superato ogni limite possibile.
Nonostante l’andamento positivo del posizionamento sul mercato di BT in Italia, l’ing. Corrado Sciolla (AD) nell’esporre i programmi evolutivi per garantire il futuro della Società ha comunicato una ulteriore riduzione di 120 unità, aggiuntive rispetto a quelle ancora residue ad oggi superiori a 100, nascondendo dietro gli esuberi dichiarati una continua cessione di attività verso altre nazioni (India e Ungheria) per creare efficacia ed efficienza ma è scontato chiedesi a discapito di chi.
Ancora “Sangue e Lacrime”, una situazione insostenibile che ci porta a pensare ad un disinteresse forte da parte della casa madre inglese. Le lavoratrici ed i lavoratori italiani non possono continuare a fare sacrifici, non devono essere gli unici a pagare ancora!
Stanchi dei paroloni “sviluppare i ricavi”, “contenere i costi” e “migliorare l’efficienza e la produttività” che si traducono esclusivamente in meno occupazione.
Avevamo chiesto il rientro delle persone in Cassa e invece ci troviamo a dover subire l’ennesima riduzione di personale, con la successiva apertura di procedure che deve essere contrastata subito con tutte le azioni possibili.
Mantenimento dello stato di agitazione e conseguente procedura di raffreddamento, blocco degli straordinari, richiesta di incontri con le Istituzioni locali e nazionali per dire BASTA! Tutte le azioni possibili, compresi scioperi e mobilitazioni.
Le OO.SS. richiamano alla sensibilità di tutte le lavoratrici ed i lavoratori, non solo quelli coinvolti nei processi di ristrutturazione, poiché diventa evidente che obiettivi di business e numero delle risorse coinvolte stridono oltre ogni dove e potrebbero, nel futuro, avere impatto su tutti.
La partecipazione è doverosa e l’impegno delle OO.SS. sarà sempre attivo per tutelare i livelli occupazionali, presenti e futuri, in BT.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL