"L’attività dei call center sta degenerando in una vera e propria barbarie in cui pseudo imprenditori sfruttano la disperazione di giovani che non trovano altre occasioni di lavoro. Questo il commento di Michele Azzola segretario nazionale di Slc Cgil in merito alla scoperta, da parte della Guardia di Finanza a Palermo, dell’ennesimo call center che utilizzava l’intera manodopera in nero effettuata.
"Abbiamo chiesto al Governo e al Ministro Fornero un incontro urgente proprio per affrontare una situazione esplosiva in cui convivono lo sfruttamento di giovani e la crisi dei call center che licenziano i propri dipendenti vista l’insostenibilità di tariffe regolari a fronte di quelle praticate da tali soggetti spregiudicati. Il fenomeno è in aumento e non può essere relegato al lavoro delle forze dell’ordine ma è necessario intervenire per garantire decenza e civiltà ad un settore che impiega decine di migliaia di giovani."
"Sarebbe opportuno - continua il sindacalista - che si rendessero noti i nominativi delle importanti aziende di telecomunicazione che hanno assegnato contratti a soggetti tanto disinvolti da violare tutte le leggi sull’occupazione, approfittando della condizione drammatica che i giovani, soprattutto al Sud, vivono sul fronte occupazionale, per permettere all’opinione pubblica ed alle forze sociali di intervenire direttamente sulle cause di tale scempio e cioè le commesse fornite da aziende insospettabili."
"L’anonimato di questi soggetti, che consente loro di passare commesse da un call center all'altro trovando sempre tariffe inferiori a scapito della legalità, garantisce una impunità inaccettabile: chiediamo pertanto di rendere noti i nomi dei committenti e valutare se non esistano le condizioni per ricostruire il rapporto di lavoro direttamente in capo al committente ai sensi di quanto previsto dalla Legge in materia di appalto illegittimo."
"Ci aspettiamo - conclude Azzola - che le aziende del settore, a partire dalle associazioni di categoria, prendano le distanze da questi comportamenti, soprattutto perché l’eticità di una filiera non si dichiara soltanto verbalmente ma si applica a partire dalla vigilanza sui comportamenti delle aziende alle quali si affida lavoro in appalto."