Call Center: Azzola (Slc Cgil), Teleperformance decida cosa vuole fare. No al dumping e al taglio di lavoro, salario e diritti
“I vecchi saggi dicevano che “non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena”. Questo il commento di Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, alle dichiarazioni rilasciate dai vertici di Teleperformance in merito alla procedura di licenziamento di 632 lavoratori.
“All’azienda abbiamo offerto la possibilità di operare con un orario flessibile che gli consenta di poter usare il personale su commesse diverse da quello su cui oggi operano. La risposta che ci è stata data è che questi lavoratori costano troppo rispetto alle attività di outbound oggi gestite attraverso migliaia di lavoratori a progetto che sono sottopagati rispetto a quanto previsto dalla riforma Fornero.”
“L’azienda deve decidere cosa vuole – prosegue il sindacalista. Ha spostato commesse importanti in Albania - non rispettando quanto previsto dalle leggi vigenti sulla trasparenza e garanzia dei dati personali - o utilizza personale sottocosto per le attività di outbound e poi chiede ai lavoratori una riduzione di un terzo sia dell’orario di lavoro che della retribuzione.”
“Tutti sono capaci di fare gli imprenditori in questo modo: si prende il lavoro sottocosto in dumping rispetto alle altre imprese e poi si toglie salario e diritti ai lavoratori o si sposta l’attività direttamente in Albania.”
“All’azienda ribadiamo che se decide di investire sul futuro dell’azienda il sindacato è disponibile a confrontarsi su tutti i temi inerenti la produttività e le flessibilità – conclude Azzola. Se invece l’obiettivo è quello di spostare in Albania il lavoro oggi fatto da dipendenti in Italia o assegnarlo a lavoratori a progetto pagati in violazione alla normativa di legge, il sindacato salirà sulle barricate e chiederà a tutte le istituzioni di prendere posizione contro tali atteggiamenti.”