08 aprile 2010

Call Center (registrazione di massa): Slc Cgil Catania ringrazia il Segretario Nazionale Emilio Miceli

Grazie Emilio...siamo con te!

LA SLC CGIL MUOVE GUERRA CONTRO LA REGISTRAZIONE DI MASSA DELLE CHIAMATE.

Ricordiamo a tutti che la SLC CGIL di Catania ha, su questa materia, inviato esposti agli organi competenti in materia e dichiarato, a più riprese, la totale indisponibilità ad accettare tale principio per diversi ordini di ragioni.

A tal proposito vi invito a leggere la relazione introduttiva al Congresso Provinciale SLC CGIL di Catania.


Repubblica — 30 marzo 2010 pagina 12 sezione: TORINO


1. «PRONTI ad aprire un' istruttoria per verificare la situazione sulle presunte registrazioni delle chiamate nei call center». Parola del garante della privacy, uffici attenti alle questioni che riguardano compagnie telefoniche e servizi alla clientela. L' istruttoria è un atto dovuto, soprattutto se a richiederlo è il sindacato. Ed in queste ore la Slc-Cgil sta mettendo a punto l' esposto da inviare al presidente dell' Autorità, Francesco Pizzetti. Nel mirino del sindacato sono finiti i call center di ProntoSeat, dove secondo informazioni ricevute dai lavoratori si registrano chiamate senza nessun tipo di autorizzazioni, e poi la Vodafone, che per migliorare la qualità del 190 ha chiesto di registrare a campione, garantendo il massimo dell' anonimato per clienti e dipendenti. Proposta che è stata avanzata attraverso i call center fornitori di Vodafone, come ECare e Comdata. Ed in più la compagnia telefonica è forte di una risposta del ministero del Lavoro positiva sulla legittimità del nuovo sistema. Il sindacato, però, non è d' accordo e vuole maggiori garanzie: «Questa non può essere materia solo di trattativa sindacale anche se riguarda lo statuto dei lavoratori - sottolinea Renato Rabellino della Slc-Cgil - vogliamo la sicurezza da parte di un' autorità indipendente del fatto che si rispettino tutte le norme». E il numero uno nazionale di categoria, Emilio Miceli, aggiunge: «Rivolgersi al garante ci sembra un atto che possa far chiarezza anche rispetto alla clientela». Un bacino di circa 30 milioni di persone. Vodafone rimarca che «l' azienda e le società fornitrici non spiamo nessuno: è in corso una trattativa per un monitoraggio del servizio con l' unico scopo di migliorare la qualità, ascoltando le esigenze della clientela. In alcune società partner gli accordi, nel rispetto della privacy, si sono già raggiunti». E ProntoSeat sostiene che la Cgil è male informata: «Nessuna delle chiamate in entrata dell' 89.24.24 viene registrata, solo quelle in uscita e con l' obiettivo, come consente la normativa, di conservare il consenso del cliente rispetto ad un contratto di vendita di un prodotto o servizio». - DIEGO LONGHIN


Call center, registrazione delle telefonate la Cgil chiede l' intervento del garante

Repubblica — 02 aprile 2010 pagina 31 sezione: ECONOMIA


1. TORINO - La Cgil pronta a dare battaglia ai call center che intercettano le telefonate tra clienti e operatori. Il sindacato di corso d' Italia ha inviato un esposto al garante della Privacy dopo che Vodafone ha chiesto di registrare le chiamate al 190 partendo dalle aziende fornitrici, ad iniziare dalla E-Care e dalla Comdata di Torino. Potrebbero essere memorizzate le chiamate di un bacino di italiani pari a 30 milioni. Scopo della richiesta? «Migliorare la qualità», dice l' azienda. E aggiunge: «Con tutte le garanzie del caso». Vodafone si impegna al taglio dei primi secondi della telefonata, che sarà criptata, per evitare che si capisca il nome del cliente e del dipendente. E propone di registrare il 25 per cento delle telefonate trimestrali per ascoltarne il 6 per cento. Il tasto "Rec" verrebbe fatto scattare a sorpresa per il lavoratore, mentre un generico avviso, che si può ascoltare digitando il 190, metterebbe in allarme il cliente. Ma Slc-Cgil dice «no». Il segretario generale della categoria, Emilio Miceli, ha deciso di interpellare il garante Francesco Pizzetti: «Questa non è materia solo di trattativa sindacale - sottolinea - riguarda gli affari privati di milioni di persone che verrebbero registrate per ragioni di qualità aziendale. Che garanzie hanno? Una volta che si dà il via libera alla Vodafone tutte le altre compagnie faranno lo stesso. Diventeranno centrali di ascolto». Meglio interpellare il garante: «Chiediamo ad un' autorità indipendente se si può fare e i limiti», aggiunge Miceli. L' azienda considera la posizione del sindacato strumentale: «La trattativa è aperta, non vogliamo spiare nessuno, rispetteremo la privacy e i limiti di legge, garantendo l' anonimato. È una prassi diffusa in molti settori». Vodafone si rifà ad una risposta del ministero del Lavoro a Confindustria, dove si conferma che, rispettando la riservatezza, la registrazione non va contro lo statuto dei lavoratori. «Siamo al paradosso - dice Renato Rabellino della Slc-Cgil di Torino - un governo che è contro le intercettazioni ora acconsente a registrare le chiamate di milioni di persone». E aggiunge: «Se è anonimo come si interviene sui lavoratori? Chi ascolta le telefonate? Per quanto tempo sono archiviate?». Il garante è pronto ad intervenire: «Al via un' istruttoria appena ci arriverà l' esposto. È un atto dovuto». - DIEGO LONGHIN


Stralcio della relazione introduttiva al 4° Congresso Provinciale SLC CGIL di Catania su registrazione di massa.

.....Noi vogliamo assumerci direttamente le responsabilità che il ruolo e l’impostazione che ci siamo dati ci impongono, pertanto proponiamo, un po’ in tutte le aziende, di procedere ad una verifica territoriale degli accordi e su questioni di interesse generale rivendichiamo l’apertura del confronto locale anche in sede istituzionale, chiedendo che partecipino alle proposte da noi avanzate anche soggetti esterni, purché portatori di interessi specifici.

Quella degli interessi diversi e specifici è una idea che stiamo maturando da qualche mese a questa parte. Riteniamo infatti che, in talune occasioni, ed in particolare quando gli interessi che ci derivano dal ruolo di lavoratori dipendenti, per talune vertenzialità specifiche, coincidono con quelle che derivano dal ruolo di cittadino/utente, dobbiamo sempre più chiedere il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori per condividere gli sviluppi delle vertenze in corso e gli eventuali benefici. Voglio fare un esempio che potrebbe valere anche come iniziativa da portare avanti. Diverse aziende che operano nel settore delle TLC stanno iniziando a chiedere l’utilizzo della registrazione di massa delle chiamate, al fine di poter “monitorare la qualità”, cosa che stiamo contrastando con gli strumenti ed i mezzi a nostra disposizione. Ma da utente che ne penso? Che effetto mi fa aver firmato un contratto di condizione d’uso all’interno del quale non è previsto né che i miei dati sensibili, il timbro della mia voce, possa essere registrato né che le condizioni generali previste dal contratto possano essere modificate? Ed inoltre, da utente, che effetto mi fa non veder risolti i miei reclami solo perché l’azienda, dopo avermi licenziato, ha delocalizzato all’estero le proprie attività e non è più nelle condizioni di rendermi il servizio che io pago? In questi casi gli interessi di lavoratore ed utente, a mio avviso, coincidono. Possiamo chiedere giustizia delle ragioni comuni? Noi pensiamo di si, si può fare. Qualche tempo fa non c’era sufficiente consapevolezza delle competenze e delle capacità che il territorio di Catania può esprimere, adesso non più....

Relazione Congresso Provinciale Catania

Di Giovanni Pistorio

17 Febbraio 2010