BARI - D’accordo con le analisi e spesso anche con le suggestioni offerte dalla relazione del segretario generale di Slc, Emilio Miceli, quasi tutti gli intervenuti in rappresentanza delle maggiori aziende di telecomunicazioni invitate al quarto congresso nazionale della categoria. A partire dal responsabile delle risorse umane di Telecom Italia, Antonio Migliardi, che pur rimarcando l’immodificabilità del trend di mercato che pone oggi le relazioni industriali in condizioni diverse da “una mera partita a due, stante la multilateralità e l’interdipendenza degli interessi in gioco, in particolare in una fase di crisi come l’attuale”, ha sottolineato la necessità di stabilire un confronto costante fra le parti, informando anche che “sono già in calendario appuntamenti fra l’azienda ed sindacati”: Circa le anticipazioni circolate su nuovi esuberi, Migliardi ha infine precisato che Telecom Italia non ha fin qui fatto dichiarazioni circa l’esternalizzazione della parte informatica del gruppo e si è detto certo “del ruolo importante che anche il sindacato è chiamato a giocare in questa delicata fase delle relazioni sindacali”.
Di apprezzamento dell’impianto analitico e propositivo contenuto nell’introduzione di Miceli ha parlato anche Massimo Sarmi, amministratore delegate di Poste Italiane. Paventando i rischi di una rincorsa al ribasso della qualità dei servizi insiti in un eccesso di quella liberalizzazione dei servizi postali “cui pure siamo chiamati a concorrere”, Sarmi ha voluto ribadire i valori che l’azienda mette a base della propria attività, a partire dalla sicurezza, la riservatezza, l’affidabilità: “valori - sono state le sue parole - che, anche in questo paese, bisogna avere il coraggio di dire che vanno tutelati soprattutto a difesa dei più deboli”.