Care compagne e cari Compagni,
questa iniziativa organizzata dalla Segreteria Confederale di Catania alla presenza della compagna Susanna Camusso ritengo che sia delle più importanti organizzata negli ultimi anni e ciò per lo spirito confederale che la anima e che finirà col permetterci di poter elaborare la nostra proposta per uscire fuori dalla crisi. Quello di oggi, in termini calcistici, lo considero un bel assist fatto dalla confederazione.
Io, oltre che essere un componente della Segr SLC CGIL, sono anche una RSU Nazionale di Telecom Italia ed è di questa azienda che vorrei parlare.
Telecom, dopo la improvvisa privatizzazione avvenuta nel 94-95 , ha avuto un tracollo industriale ed occupazionale forse unico in Italia; aggiungo che si tratta di una azienda considerata strategica in quanto detiene ancora la concessione per la infrastrutturazione della rete telefonica nazionale e cioè determina la comunicazione globale di tutti i servizi pubblici essenziali nel nostro paese.
L’infrastruttura di rete, ormai ridotta ad un colabrodo, è stata oggetto di speculazioni sia finanziarie che politiche.
Quanto sopra esposto è tanto vero che, i diversi “PADRONI”che si sono succeduti alla guida di Telecom per la maggior parte finanzieri travestiti da imprenditori, non hanno fatto che trasformare strategicità e sviluppo in guadagni per gli
azionisti ( Colaninno, Tronchetti Provera fino ad arrivare oggi a Banca intesa, Unicredit, Generali e Telefonica ).
L’abbandono degli investimenti verso la Rete ( sviluppo della larga banda , adsl ) la corsa a fare calare il debito (circa 45 miliardi di euro ), ma soprattutto la continua spartizione dei dividendi hanno fatto si che gli unici a pagare, alla fine del percorso, fossero coloro che rappresentano la parte più debole ma anche più produttiva dell’azienda e cioè i LAVORATORI .
In un decennio l’occupazione in Telecom è calata del 50% . In Telecom lavoravano circa 110.000 persone, adesso alla fine del logorante processo di “efficientament”, così lo ama chiamare l’azienda, di ciò rischia di non rimanere più niente.
A Catania, in Telecom, 10 anni fa lavoravano circa 1200 addetti, adesso sono rimasti solo 550 lavoratori e sono state perse anche le attività più pregiate.
Giorno 19 aprile con la presentazione del nuovo piano industriale ancora una volta Telecom presenta alle parti sociali e soprattutto ai mercati finanziari un piano fatto non di investimenti strategicamente orientati alla crescita, allo sviluppo ed alla innovazione ma un misero piano finanziario fatto di ulteriori 7000 tagli da operare sui livelli occupazionali e ciò per garantire nel triennio un recupero del debito di circa 5 miliardi ).
Una politica di soli guadagni da perseguire senza il recupero di un solo cliente. Siamo alla follia più totale.
Come rappresentante dei lavoratori e come cittadino/utente chiedo alla camera del lavoro di Catania e alla Segretaria Nazionale un intervento forte ed immediato per far si che venga arrestata questa emorragia non solo occupazione che si consumerebbe a danno del territorio catanese e nazionale e per far si che si determini, in Telecom, una nuova stagione fatta di investimenti mirati alla modernizzazione della rete
Il nostro territorio e tutto il sistema paese in un momento in cui si parla di divario digitale, per crescere ha necessità che si investa modernizzazione della rete.
Non sono uguali cittadini che non possono contare su pari opportunità di ricerca così come non sono uguali le aziende che non possono contare su infrastrutture adeguate.In Sicilia la rete telefonica è al collasso, se non si investe nella rete non si investe nello sviluppo.