20 aprile 2010

Telecom Italia: Il piano industriale prevede una vera e propria "macelleria sociale".

13mila esuberi complessivi dal 2008 al 2012, pari al 20% del personale. 6mila e 800 saranno realizzati entro il 2012, 2mila e 300 sono già previsti ma non ancora messi in atto, ben 4mila 522 tagli nuovi di zecca. E’ un bollettino di guerra quello contenuto nell’annuncio fatto ieri (19 aprile) da Telecom Italia ai sindacati.

Le intenzioni di Telecom sono state infatti comunicate ai rappresentanti dei lavoratori in una riunione di circa quattro ore ieri pomeriggio. All’incontro ha partecipato una delegazione dell'azienda guidata dal capo delle risorse umane Antonio Migliardi. Secondo Miceli (Segretario Slc Cgil), però, nella strategia aziendale c’è qualcosa che non torna . “La cosa più insopportabile – scrive il sindacalista - è che l’obiettivo è quello di poter giungere ad un aumento del dividendo e alla riduzione del debito di 5 miliardi: nessun cliente in più, nessun piano di rilancio, nessun investimento per innovare”. Si tratta, dunque, di un piano “finanziario e non industriale”, che tende a colpire “solo la parte più debole dell’azienda”.

Sull’altro fronte, Gaetano Micciché, direttore generale di Intesa Sanpaolo, un’importante azionista di Telecom, ha affermato che il piano del gruppo “é stato recepito bene dai mercati”. In occasione della presentazione dell'aggiornamento l'amministratore delegato Franco Bernabé, che quest'anno ha visto il suo stipendio toccare i 3,4 milioni di euro, con un aumento del 75% sull’anno precedente, aveva preannunciato l'intenzione di “snellire” la struttura aziendale.

La scure di Telecom, ovviamente, ha determinato la reazione anche degli altri sindacati: per oggi è attesa una nota congiunta mentre il 26 aprile è stato convocato il coordinamento nazionale unitario del gruppo.