12 novembre 2010

Cgil Nazionale: “Giovani (non +) disposti a tutto”

“Giovani (non +) disposti a tutto”. La campagna di comunicazione che ha dato voce al disagio degli under 30 alle prese con offerte e condizioni di lavoro al limite della decenza, con finti stage e occupazioni sottopagate e precarie, ora ha un volto e un nome: la Cgil.
Dietro il sito internet e il profilo Facebook del movimento, dietro i banner e i manifesti pubblicitari che hanno invaso le città a partire dal 30 ottobre con annunci di lavoro “indecenti” (uno per tutti “gruppo informatico cerca giovani laureati con il massimo dei voti e il minimo della dignità”) c’è il sindacato di corso d’Italia. “Oggi abbiamo deciso di svelarvi chi stava dietro alla campagna – ha annunciato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – L’elemento mistero ha attratto molti giovani” che hanno scelto di raccontare la loro esperienza, spesso umiliante e impossibile, nel mondo del lavoro. E non sono pochi, visto che la campagna ha ottenuto oltre 70 mila visite sul sito internet e quasi 6 mila fan su Facebook.
“Ci sono molti pregiudizi sui sindacati – ha spiegato Camusso – con questa iniziativa pensiamo di averne smontato qualcuno”, innanzitutto che oggi “tutto venga diretto dall’alto, che non ci sia spazio per l’autogestione”. Questa campagna “non ha nulla di tradizionale, qualche volta la Cgil sperimenta se stessa, e i nostri giovani hanno sperimentato come si costruisce un futuro di parola, di rappresentanza. Io penso che questo sia un altro messaggio positivo: abbiamo usato un metodo non per nascondere noi, ma per essere protagonisti in un altro modo”.

Il “non +”, ha continuato la leader di corso d’Italia, “è per i giovani che sono costretti a lavorare in un modo che non rispetta la loro dignità e i loro diritti. Ciò che giustamente i giovani ci rimproverano è che non riusciamo a dare loro abbastanza voce. Pensiamo che lo sforzo vero di questa campagna sia stato quello di raggiungere i giovani che sono invisibili perché ricattabili, condizione che non permette loro” ad esempio “di essere iscritti al sindacato”. E il “non + significa anche questo – ha concluso Camusso – proviamo a darci voce reciprocamente”.
Un primo risultato è già alle porte: proprio i giovani saranno al centro della manifestazione indetta per il 27 novembre dalla Cgil. Una scelta quasi obbligata, visto che a settembre 2010 il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto quota 26,4 per cento e tra il 2008 e il 2009 si sono persi oltre 300 mila posti di lavoro nella fascia d’età under 30. “Grazie alla nostra campagna – ha sottolineato Ilaria Lani, responsabile giovani del sindacato – nasceranno dei comitati locali, attraverso i quali costruiremo un movimento che sarà in piazza il 27, e poi continueremo nei prossimi mesi.
E’ giunto il momento per avere risposte sui diritti: il diritto ad avere un welfare, ad accedere agli ammortizzatori sociali e all’indennità di disoccupazione, il diritto ad avere un contratto e tutele garantite”. Perché “quando mancano i diritti c’è l’umiliazione, c’è lo sfruttamento. Vogliamo dire al governo che i giovani non sono più disposti a tutto, che i ragazzi che hanno studiato, che hanno competenze, meritano qualcosa di più. Meritano – ha chiosato Lani – una prospettiva”.