Si è svolto il giorno 17 Novembre c.a. a Roma l’incontro richiesto da SLC-CGIL, FISTEL- CISL, UILCOM-UIL tra le OO.SS., il Coordinamento delle RSU ed i rappresentanti di Wind.
Presenti, in rappresentanza dell’azienda, oltre ai responsabili di HR anche il dott. Grassi e il dott. Sgariglia.
L’azienda ha illustrato gli scenari tecnologici entro cui si collocano le strategie industriali di Wind rispetto all’evoluzione dei mercati e quindi delle risposte tecnologiche, evidenziando come la remunerazione degli investimenti relativi all’acquisizione delle nuove frequenze per il radio mobili sarà priorità per tutta Wind.
In particolare l’evoluzione delle capacità trasmissive legate alla tecnologia LTE, in coerenza con un aumento del traffico dati che supererà in prospettiva il traffico voce e con un’evoluzione delle stesse capacità dei terminali, nulla altro è che la normale evoluzione dell’attuale rete, con una considerazione operativa in più: Wind da tempo è proiettata a partnership con chi fornisce servizi di tecnologia trasmissiva.
Quindi l’azienda, con un intervento del dott. Spariglia, ha precisato in estrema sintesi che:
• lo studio non è ancora finito, così come una decisione non è stata ancora presa, ma ovviamente sono stati fatti passi avanti, e nelle prossime settimane si concluderà la scelta dell’eventuale partner tecnico, per poi procedere alla valutazioni più di dettaglio con il coinvolgimento dell’azionista;
• qualora il progetto allo studio avesse esito positivo, la cessione avverrebbe verso un solo player. Si smentiscono così le voci di un possibile spezzatino;
• lo studio coinvolge, nell’eventuale cessione, l’intero perimetro delle network operations, con tutte le responsabilità e attuali assetti operativi (circa 1600 lavoratori);
• gli asset operativi rimarrebbero in campo al gestore, con la cessione dei soli lavoratori (in questo caso, aggiungiamo noi, anche con qualche dubbio sulla legittimità o meno dell’eventuale cessione).
A questo punto come SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL abbiamo ribadito che:
1) la cessione della rete sarebbe un gravissimo errore da un punto di vista industriale per Wind, con ricadute sulla qualità della rete, dei servizi e con una perdita di fatto di autonomia in campo tecnologico;
2) la cessione della rete metterà a rischio l’occupazione in tutta Wind. Fuori la rete infatti, non si è mai vista un’azienda di oltre quattro mila dipendenti concentrati solo nel settore amministrativo, commerciale, IT e di presidio alla clientela (customer). Alla fine Wind diverrebbe solo un marchio, con qualche impiegato, qualche commerciale ed informatico, i negozi e, forse un po’ di customer solo per i clienti più alto spendenti. Insomma la fuoriuscita della rete sarebbe la fine di tutta Wind;
3) come Sindacato opporremo tutti gli strumenti possibili per impedire tale scelta, senza escludere nulla e chiamando alla mobilitazione tutta l’azienda, tutti i lavoratori di ogni reparto e funzione;
4) al contempo, come Sindacato, forte nei principi, ma serio e responsabile, abbiamo dichiarato e ribadiamo che se la scelta di esternalizzare la rete dovesse essere (come noi riteniamo) una scelta non basata su una strategia industriale lungimirante, ma esclusivamente basata su motivi di maggiore efficienza e riduzione dei costi, noi siamo pronti da domani mattina a sederci intorno ad un tavolo per fare la nostra parte in termini di maggiore produttività, efficienza, maggiori risparmi.
Il modello Wind, infatti, in questi anni ha funzionato proprio per la capacità di integrazione tra tutte le diverse funzioni aziendali, per l’aumento costante di qualità nel servizio che ha accompagnato con successo le diverse scelte commerciali, per la dedizione e professionalità di tutti i lavoratori che non meritano di essere ripagati in questo modo.
Il tema non è quindi solo sindacale, ma politico nel senso più in generale di quale modello per un’impresa che ha sempre fatto della propria autonoma strategia industriale il suo punto di forza, in un mercato competitivo ma anche strategico come quello italiano. Con risultati positivi evidenti, in termini di ricavi, crescita, clienti.
Per queste ragioni, per bloccare definitivamente lo studio sulla cessione, per sostenere la rivendicazione del Sindacato di trovare strade alternative anche al costo di un ancora maggior impegno dei lavoratori, come Segreterie Nazionali di SLC- CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL abbiamo aperto lo stato di agitazione in tutta l’azienda, con l’apertura delle procedure di sciopero.
Al termine delle stesse procedure previste dalla legge, con uno specifico volantino, comunicheremo le diverse forme di astensione al lavoro, in un percorso di mobilitazione crescente che dovrà coinvolgere ogni giorno che passa sempre più lavoratori della rete e di tutta Wind.
In particolare invitiamo tutte le RSU e le strutture territoriali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL a predisporre sin da lunedì prossimo:
a) assemblee in tutte le sedi aziendali e in tutte le diverse aree di lavoro. La parola d’ordine deve essere coinvolgere tutti i lavoratori di Wind, perché TUTTI SONO A RISCHIO. Occorre cioè sensibilizzare al massimo i lavoratori di tutti i settori, con assemblee mirate, volantinaggi, contatti personali, ecc.;
b) predisporre le strutture territoriali del sindacato al rispetto pedissequo delle norme sui comandati in caso di sciopero, vigilando con l’aiuto di tutti i colleghi anche sul ricorso a lavoro esterno (in funzione non dell’ordinaria attività che i consulenti già svolgono ma in caso che questi ultimi facciano il lavoro di chi sciopererà). Al riguardo si da già mandato a tutte le RSU e strutture territoriali di predisporre tutti gli atti vertenziali, sindacali e legali contro qualsivoglia comportamento che possa colpire il diritto costituzionalmente garantito allo sciopero;
c) sensibilizzare tutte le istituzioni locali, parlamentari, oltre che pubblica opinione, clienti e cittadinanza sulla vertenza in corso, enfatizzando che il Sindacato ed i lavoratori sono pronti anche a fare sacrifici, ma che l’azienda non accetta tale confronto preferendo una ingiusta cessione della rete che metterà a rischio l’occupazione di tutti i dipendenti di Wind;
d) tutte le iniziative locali, con coinvolgimento di RSU, RLS, strutture sindacali che possano dare visibilità al tema.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
WIND: INCONTRO 15 NOVEMBRE SUL FUTURO DELLA RETE


Su pressante richiesta delle Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM- UIL e del Coordinamento nazionale delle RSU è stato convocato per metà novembre un incontro con i responsabili della rete di Wind.
In quella occasione l’azienda o dichiarerà formalmente la sospensione dello studio sulla possibile esternalizzazione della rete o dovrà entrare nel merito di quanto si va analizzando in casa Wind, per permettere al sindacato di avanzare controproposte e interventi alternativi.
Sin dal 17 Maggio, data dell’incontro sul piano industriale di Wind, come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL ci siamo infatti detti contrari alla possibile esternalizzazione di qualsivoglia parte dell’attuale perimetro della rete.
Non solo per una questione di giustizia, ma anche perché è per noi sbagliata industrialmente visti gli stessi scenari tecnologici ed industriali sono cambiati, alla luce dell’aggiudicazione di due importanti lotti per le frequenze a 800 mhz per la banda larga in mobilità (4G).
In particolare, avendo Wind speso diverse centinaia di milioni di euro per l’acquisto delle frequenze ed essendo probabile che già i principali competitor inizieranno già nel 2012 ad avviare un cambio degli apparati tecnologici (LTE) per il 4 G, la stessa strategia di Wind deve mutare. Dovendo ancora completare la copertura dei siti per il 3 G e dovendo in prospettiva avviare un rapido cambio di tecnologia (per rendere più remunerativi il prima possibile gli investimenti fatti per acquisire le frequenze), si pone oggi all’azienda il tema dell’importanza di coordinare in maniera efficiente tutta la “catena” del cambio tecnologico nei vari siti trasmessivi (permessistica, accesso ai siti, logistica, scorte, ecc.).
In uno scenario – quello dell’implementazione della rete mobile dopo l’assegnazione delle frequenze – che sicuramente non era prevedibile, quando si avviarono gli studi di fattibilità su una eventuale cessione della rete.
Anche per queste ragioni questo abbiamo chiesto sin dall’inizio all’azienda di valutare in termini di maggiori costi, nel medio periodo, l’economicità di eventuali operazioni, oltre che gli impatti sulla qualità. Qualità che può essere garantita esclusivamente con il personale interno e in coordinamento con tutto il resto dell’azienda.
I lavoratori di Wind sono stanchi di sentirsi ripetere che lo studio va avanti e che non si deciderà nulla entro fino anno, perché troppe sono le voci che si rincorrono sullo studio e la spregiudicatezza di dirigenti interni ed esterni all’azienda (magari legati anche a qualche fornitore) crea allarmismo e paura tra i lavoratori, generando un clima di tensione che non fa bene a nessuno.
Qualora l’incontro del 15 Novembre non darà quelle rassicurazioni necessarie o non entrerà nel merito, per poter così avanzare le nostre proposte, ritenendolo insoddisfacente, come Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, a tutela dell’occupazione e dei perimetri e a sostegno delle rivendicazioni sindacali, apriremo le procedure per la mobilitazione dei lavoratori.
Come primo passo, le RSU e le strutture territoriali richiederanno con urgenza tavoli territoriali con l’azienda ai fini e ai sensi dell’articolo 53 (appalti).
Una mobilitazione che sarà lunga, articolata e con l’obiettivo di far uscire allo scoperto l’azienda. Dimostrando con i fatti che i lavoratori contrasteranno eventuali scelte di riduzione del perimetro con tutti gli strumenti dell’azione sindacale.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL