28 settembre 2012

Scorporo rete Telecom, allo studio nuova holding e sbarco in Borsa

Una verticalizzazione della struttura di Telecom Italia, con la creazione di una holding che controlla i diversi business trasformati in società operative ad hoc. E' questa, secondo indiscrezioni dell'agenzia Radiocor, una delle soluzioni forti che il management del gruppo starebbe studiando per la messa a punto del piano industriale 2013-2015.

Una delle nuove società che saranno costituite sarà quella per la rete. Nel caso in cui Telecom andasse avanti nel progetto di scorporo, si pensa di cederne una quota. Di recente lo stesso presidente Franco Bernabè ha confermato colloqui con Cassa Depositi e Prestiti. In ogni caso, Telecom Italia punta a mantenere la partecipazione di controllo nella rete, anche a garanzia del debito. Non è esclusa, spiegano le fonti, la quotazione in Borsa della newco per la rete.

In questo caso a Telecom, per mantenere il controllo, potrebbe bastare anche una quota inferiore al 51%. Con l'operazione sulla rete Telecom Italia intende in parte ripianare i debiti, e in parte investire nelle reti di nuova generazione. Si punta a concludere l'operazione entro dicembre.

Nel caso dell'Information Technology il processo di societarizzazione è già in atto visto che l'informatica presente in azienda è confluita nella controllata al 100% Ssc. Il processo di riorganizzazione di questo settore si concluderà formalmente a novembre con il cambio di nome di Ssc in Telecom Italia Information Technology; alla guida è probabile che resti l'attuale amministratore delegato Gianluca Pancaccini. Anche gli altri business di Telecom, secondo il piano in esame, saranno trasformati in società e posti sotto il controllo della holding. Il modello societario a cui Telecom guarda, spiegano le fonti, permette di raggiungere maggiore efficienza e focalizzare meglio i vari business. La riorganizzazione societaria di Telecom passerà, con ogni probabilità, anche attraverso un confronto con i sindacati.

27 settembre 2012

Condoglianze all'onorevole Raia per la perdita del suo caro padre


È scomparso Gaetano Raia, padre di Concetta Raia. I funerali si svolgeranno domani 28 settembre 2012 alle ore 16,30 nella chiesa di Sant’Anna a Grammichele.
La CGIL di Catania e il suo Segretario Generale Angelo Villari, e la Slc catanese insieme al Segretario Generale Davide Foti esprimono le più vive condoglianze a Concetta e a tutta la famiglia Raia.

Esodati: una questione non risolta con il decreto sui 55 mila


“La decisione dei capigruppo di Montecitorio di portare in aula, a partire dall'8 ottobre, la proposta di legge della Commissione Lavoro, sul problema degli esodati è, finalmente, una buona notizia”. Lo sostiene Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil con delega ai problemi del welfare.
“La questione – spiega la dirigente Cgil - non solo non è risolta, neanche per tutte le salvaguardie previste dal governo giacché il  secondo decreto sui 55.000 non è ancora venuto alla luce, ma rimane una delle grandi emergenze sociali che va definitivamente risolta”.
“Ci auguriamo – conclude Lamonica - che il Parlamento approvi la legge e che si metta così  riparo a quello che dallo stesso ministro è stato riconosciuto essere un errore della riforma, dando soluzione previdenziale alla situazione di angoscia ed incertezza di tutti i lavoratori e le lavoratrici interessate”.

26 settembre 2012

Sindacati, rottura al rinnovo del contratto Tlc. Sciopero e manifestazione 19 ottobre

“Grave ed irresponsabile è l’atteggiamento di Asstel che, dichiarandosi indisponibile ad affrontare il tema delle clausole sociali a tutela dei lavoratori nei processi di appalto e esternalizzazione delle attività, apre una fase di duro scontro all’interno del settore.” Così dichiarano le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil al termine di una trattativa protrattasi per tre giorni  e che ha visto le controparti datoriali incapaci di trovare una soluzione in grado di dare una risposta al tema posto dal sindacato.
“Appellarsi alla libertà di impresa e di mercato per nascondere processi di appalto tesi a ridurre diritti e salario dei lavoratori è anacronistico e denota una scarsa volontà di contribuire a risolvere i problemi del Paese – continua la nota. In aggiunta a ciò, con una drammatica coerenza provocatoria, alla delegazione è stato richiesto di introdurre norme per facilitare i licenziamenti, non retribuire i primi tre giorni di malattia, utilizzare i Rol e le ferie per la gestione dei flussi delle attività nonché introdurre surrettizie forme di lavoro a chiamata per il personale che, secondo le aziende, dovrebbero dedicare la totalità della loro giornata ad attendere di rispondere a necessità aziendali.”
“Queste richieste, dopo che lo sciopero indetto il 17 settembre scorso ha ottenuto una partecipazione massiccia dei lavoratori, sono state lette come un’autentica provocazione del tutto inaccettabile e irresponsabile.”
“Viene pertanto confermato lo sciopero generale del settore per il prossimo 19 ottobre con una manifestazione nazionale da tenersi a Roma. Saranno aperti i conflitti su tutti i progetti di riorganizzazione avviati che andranno contrastati per difendere ogni singolo posto di lavoro.”
“La responsabilità assunta dai vertici di Asstel con tale decisione appare incomprensibile perché aprirà una fase di contrasto in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di soluzioni condivise per traghettarlo fuori dalla crisi generale – concludono i sindacati. E’ evidente che l’interesse al profitto è l’unica condizione a cui le imprese guardano trascurando gli interessi generali.” 



Telecom Italia: notte bianca Tim in 15 citta' per l'iPhone 5

In occasione dell'arrivo in Italia dell'attesissimo iPhone 5, Tim apre il 27 settembre  2012 sera le porte di alcuni negozi in 15 citta' italiane, a partire dalle 23:30, per far vivere ai propri clienti una notte bianca, con musica e intrattenimento, nell'attesa di poter acquistare il nuovo modello di casa Apple.

L'iPhone 5, informa una nota, sara' in vendita a partire dalle ore 00:01 del 28 settembre nei negozi Tim di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Pescara, Roma, Salerno, Torino e Verona.

Dal 28 settembre l'iPhone5 sara' inoltre disponibile presso tutti i negozi Tim autorizzati.

Cda Telecom Italia: Ordine del giorno lo scorporo della rete

26 settembre 2012
Domani primo incontro per discutere il "dossier" spin off. L'Asati presenta una relazione approfondita e invita l'azienda a spingere sulla realizzazione del progetto. "Entro dicembre si costituisca la Newco. Sì alla Cdp, ma aprire anche a fondi di investimento". E sulla contrapposizione Ftth-Fttc: "Basta notizie strumentali: non esiste una soluzione unica valida per tutto il Paese"
C’è il “dossier” scorporo della rete all’odg del cda di Telecom Italia in calendario per domani. L’ipotesi di scorporare la rete in rame si sta facendo sempre più probabile. E il presidente esecutivo Franco Bernabè nei giorni scorsi ha evidenziato che i pro dell’operazione sarebbero maggiori rispetto ai rischi. Tra i benefici ci sono "una maggior flessibilità commerciale, una crescita a lungo termine del business della rete di accesso e una significativa creazione di valore per gli stakeholder di Telecom" che deriverebbero dal nuovo scenario che si costruirebbe con la direttiva Ue attesa per il 2013, direttiva che diversamente dai piani iniziali del commissario Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes fortemente orientata agli investimenti in fibra to the home mira a un approccio più “light”, con la possibilità di utilizzare anche il mix tecnologico, per consentire alle telco di mandare avanti i propri piani.

In attesa della discussione di domani l’Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti di Telecom Italia, ha preparato una relazione sullo scorporo della rete. “Il vertice di Telecom Italia sembra finalmente aver sposato questa tesi. Meglio sarebbe stato per la società e il Paese se questa scelta fosse stata accettata anni fa, quando Asati lo propose, nell’Assemblea di aprile 2007”, si legge nella lettera a firma del presidente Franco Lombardi indirizzata al Cda di Telecom Italia, agli azionisti, alla Cassa depositi e prestiti, all’Agcom e per conoscenza alla Consob. “Basti pensare alla valutazione della rete, certamente molto più elevata di quanto oggi in discussione. Ma ora è assolutamente indispensabile passare dalle parole e dalle schermaglie sui giornali ai fatti, e occorre farlo velocemente impegnandosi su scadenze ben precise”.

Secondo Asati “occorre ratificare entro dicembre 2012 la costituzione di una Newco in cui far confluire la maggior parte degli asset  di “open access”,(la divisione della rete di distribuzione di TI) la rete di accesso in rame e in fibra, le infrastrutture civili, cavidotti, tubazioni, gallerie, torri, i sistemi di alimentazione”. Sul valore dell’infrastruttura Asati stima un importo non inferiore ai 15 miliardi di euro ma rimanda la questione all’advisor che sarà chiamato a determinare il valore stesso. “Dovrà tener conto delle caratteristiche peculiari della rete in rame, specialmente la limitata lunghezza dei rilegamenti di utente e la robustezza alle diafonie, che ne fanno una delle migliori reti di accesso europee”.

Riguardo alla composizione della newco Asati suggerisce che l’azionariato sia aperto innanzitutto alla Cassa Depositi e Prestiti, ma anche a Fondi di investimento. E sul fronte tecnologico “la contrapposizione tra tecnologie, Fttc e Ftth, che riporta quotidianamente la stampa è solo strumentale, come ben sanno quelli che hanno esperienza di progettazione e realizzazione di reti”, ci tiene a puntualizzare l’associazione. Non esiste una soluzione unica valida per l’intero Paese e per tutte le realtà territoriali. L’Ftth è certamente adatta a realtà a forte concentrazione di clientela, a famiglie o imprese, con elevata richiesta di accessi a larga banda, lì dove ci saranno condizioni di mercato valide, come i centri storici delle grandi città o i distretti industriali, l’FttCab, per le caratteristiche di flessibilità e di costi, e per la velocità di realizzazione nella maggior parte del Paese”.

di Mila Fiordalisi

“Molestie sessuali sul lavoro, risarcimento da 90mila€ alle dipendenti”

ROMA – E’ stato accusato di aver molestato sessualmente le sue dipendenti sul lavoro ed ora dovrà risarcirle per 90mila euro. Il Tirreno scrive che il giudice del lavoro Elisabetta Tarquini ha condannato il titolare della Lh Express a risarcire due impiegate che lo hanno accusato di molestie sessuali. I risarcimenti sarebbero stati definiti sulla basa delle nuove direttive europee in materia.
Carlo Bartoli scrive su Il Tirreno:
“«Io avrei preferito dimenticare subito. Chiudere tutto in un cassetto e non pensarci più. I miei genitori, però, mi hanno aiutato a parlare, mi hanno consolato e convinto a rivolgermi al sindacato e fare causa. Non tanto per i soldi, quanto per la mia dignità». Inizia così lo sfogo di Denise Galli, una bella ragazza che sembra il ritratto della salute e della spensieratezza, anche se mentre parla la voce le si incrina. Racconta delle molestie fisiche e verbali che hanno portato ad una vera e propria “causa pilota”: un maxi-risarcimento di 25mila euro più il reintegro e quattro anni di stipendi arretrati nei suoi confronti, 40mila per la sua collega Michela Bonari, altri 25mila per il consigliere di parità”.
La ragazza, scrive Bartoli, aveva 19 anni e fu licenziata ingiustamente secondo il giudice:
“Denise all’epoca aveva 19 anni, era appena uscita dalla scuola e l’impiego alla Lh Express di Pistoia era il suo primo lavoro. Un lavoro durato alcuni mesi e conclusosi con un licenziamento, ritenuto dal giudice del lavoro Elisabetta Tarquini, illegittimo e discriminatorio, una «ritorsione a fronte del rifiuto della lavoratrice di accettare le avances», del titolare della Lh Espress, Mario Romano”.
Denise Galli non è però l’unica ragazza che ha accusato Romano di molestie sessuali. Anche Michela Bonari, che al momento delle presunte molestie aveva 23 anni, ha denunciato il titolare per gli stessi motivi. Ci sono poi altre tre ragazze coinvolte nella vicenda:
“La storia di Denise Galli non è però appunto la sola. Michela Bonari, all’epoca dei fatti di anni ne aveva 23, aveva già svolto qualche lavoretto e sperava di trovare una sistemazione più stabile, per poter aiutare la mamma. La sua permanenza nella sede della piccola azienda di recapito postale di Pistoia è durata appena una settimana.
Michela e Denise hanno fatto causa e l’hanno vinta, una terza ragazza si è costituita parte civile nel procedimento penale ancora in corso, e per quanto riguarda altre due ragazze che hanno testimoniato, il giudice ha ordinato a Mario Romano e alla Lh Express di notificare la sentenza anche a loro «con contestuale avviso della loro facoltà di ottenere risarcimento delle lesioni patite»”.

WIND INCONTRO AL MISE

COMUNICATO
Il giorno 24 settembre si e’svolto presso il Ministero dello Sviluppo Economico l’incontro sullo stato della vertenza rete fra la dirigenza di Wind e le Segreterie Nazionali, territoriali e le RSU di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL.
Dopo diversi mesi di approfondimento l’azienda ha finalmente sciolto il nodo della percorribilità di strade alternative allo Spin Off, dichiarandosi disponibile ad accantonare definitivamente il progetto a fronte di un accordo, da raggiungere entro la prima decade di ottobre, che preveda interventi sull’organizzazione del lavoro in ambito network ed una serie di revisioni di istituti finalizzata al contenimento dei costi.
Gli interventi delineati dall’azienda (alleghiamo elenco delle richieste) prevedono un quadro articolato di azioni: una profonda riorganizzazione del Network finalizzata ad un recupero di produttivita’ ed alla migliore allocazione delle risorse; un forte ridimensionamento di molti istituti (reperibilità, lavoro programmato notturno e premio di risultato che l’azienda chiede di sospendere completamente); razionalizzazione delle ferie e dei ROL, armonizzando tutti i trattamenti oggi presenti in azienda a quanto previsto dal CCNL ed arrivando ad una fruizione totale entro l’anno di maturazione di tutte e due gli istituti.
Come Segreterie Nazionali riteniamo di dover, per prima cosa, sottolineare il valore positivo della decisione di Wind di accettare un confronto che tolga definitivamente dal tavolo il progetto di esternalizzazione. E’ innegabile il forte valore politico, per tutti i dipendenti di Wind (come abbiamo sempre sostenuto la cessione della rete metterebbe a rischio la tenuta futura dell’azienda) ma anche per quelli di tutto il settore, di un accordo che riuscisse a scongiurare una esternalizzazione garantendo la tenuta del perimetro aziendale. E’ altrettanto innegabile l’onerosià delle richieste avanzate dall’azienda.
Come abbiamo detto sin dall’inizio di questa vicenda il mantenimento dell’intero perimetro di Wind è un valore per il quale siamo disponibili ad un confronto laico ed ampio, sottolineando però come i sacrifici devono, comunque, essere sempre improntati ad un criterio di equità, progressività ed efficacia e, soprattutto, non possono prevedere la cancellazione definitiva di nessun istituto ottenuto negli anni con la mobilitazione e la partecipazione dei lavoratori. La trattativa che inizierà, se le lavoratrici ed i lavoratori di Wind daranno il mandato, dovrà necessariamente essere aperta: un accordo che eviti la cessione della rete è sicuramente un valore per i lavoratori ma lo è, crediamo allo stesso modo, anche per l’azienda.
Il mantenimento di tutte le attività all’interno del perimetro aziendale è un valore inestimabile perchè disegna un modello industriale capace di raccogliere le sfide del mercato valorizzando la partecipazione e l’apporto di tutti i lavoratori ed è per questo che sino alla fine lavoreremo, di concerto con i lavoratori, per un accordo sostenibile.
SindacatoLavoratoriComunicazione
Nelle prossime ore verranno indette le assemblee di mandato in tutte le sedi di lavoro.
Roma, 26 settembre 2012
Le Segreterie Nazionali
SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL

23 settembre 2012

Vendita La7: I giornalisti in assemblea chiedono chiarezza agli azionisti

I giornalisti de La7 chiedono agli azionisti di Telecom Italia media chiarezza sull'anomala vicenda della vendita delle attività televisive del gruppo Telecom.

La scelta di mettere sul mercato le strutture di trasmissione – cioè frequenze e ripetitori - separatamente da La7 - ovvero dalla rete, dalla testata giornalistica e dalla quasi totalità dei lavoratori - rischia di rendere possibili operazioni di progressiva dismissione industriale con pericoli per l'occupazione e per la stessa sopravvivenza dell'emittente.

I giornalisti de La7 si cauteleranno anche in sede legale contro l'illegittimo ricorso alla formula della cessione di ramo d'azienda già contestato in sede sindacale dalla Fnsi, dalle associazioni regionali della stampa e dal comitato di redazione.

Il cdr insieme alla Federazione nazionale della stampa, all'Associazione stampa romana e all'Associazione lombarda dei giornalisti promuoverà iniziative pubbliche per mantenere alta l'attenzione delle forze politiche, delle autorità garanti e dei cittadini su una vicenda che riguarda l'intero assetto televisivo italiano, il pluralismo dell'informazione e quindi la democrazia.

I giornalisti de La7 ricordano che l'informazione della testata diretta da Enrico Mentana e' - assai più dei costosi programmi delle star dai modesti risultati - la risorsa più preziosa dell'azienda e chiedono spazi, investimenti e un confronto serio con i vertici aziendali per risolvere il consistente contenzioso legale già avviato e arginare quello che potrebbe presto concretizzarsi.

Anche per questo motivo e' necessario affrontare senza più dilazioni la questione del precariato e quella della corretta applicazione del contratto nazionale giornalistico e degli accordi integrativi aziendali.


Rai, “buco” da 200milioni: troviamo i responsabili. O è un trucco per vendere?

ROMA – Il Consiglio di amministrazione della Rai ha deciso di intraprendere una sorta di “Operazione trasparenza” e ci ha fatto sapere che non solo i bilanci precedenti non sarebbero stati in attivo, ma addirittura ci sarebbe un clamoroso “buco” di quasi 200 milioni di euro.
Bene, Bravi, avanti cosí, non fermatevi e rendete pubblica ogni irregolarità, ogni eventuael falsificazione, qualsiasi irregolarità! I giornali, come sempre, quasi alla unanimità hanno suonato il piffero e reso omaggio ai nuovi regnanti di viale Mazzini.
Dopo aver partecipato anche noi al coro a bocca chiusa, vorremmo anche “Osare l’ardire” di fare qualche domanda. Chi sono i responsabili di questo dissesto? Il tracollo si è consumato in poche settimane? La signora Lorenza Lei, che era la direttrice generale, per quale ragione è stata inviata alla Sipra in presenza di queste cifre?
Vogliamo fingere di non sapere che la Rai ha pagato scelte industriali ed editoriali folli, imposte dal partito del conflitto di interessi, peraltro ancora fortissimo dentro il nuovo Consiglio?
Per quali ragioni furono archiviate con fastidio le argomentate denunce formulate dall’ex consigliere di amministrazione, Nino Rizzo Nervo, ripetute per altro persino nelle sedi istituzionali?
La barzelletta dei conti in ordine e del pareggio di bilancio fu ripetuta anche nella sede della commissione parlamentare di Vigilanza per impedire il commissariamento della Rai?
Sia come sia, l’operazione trasparenza non potrá essere considerata tale sino a quando non saranno individuati i responsabili e messi in condizione di non procurare altri danni alla azienda. Nel frattempo spetta alla Corte dei Conti acquisire le carte e tentare di capire cosa diavolo sia accaduto, perché e su mandato di chi.
Naturalmente restiamo in attesa di registrare anche la posizione di chi avrebbe determinato il dissesto, ma sino ad oggi nessuno ha ritenuto di parlare, neppure chi quelle cifre le ha scritte, certificate e votate.
A meno che tutta la discussione non sia finalizzata alla drammatizzazione del bilancio per arrivare, quanto prima, ad una ristrutturazione forzata e magari alla vendita degli impianti di trasmissione e alla costituzione di una società unica per la loro gestione che veda insieme Rai e Mediaset. In questo caso l’operazione trasparenza, benedetta e sacrosanta, si trasformerebbe in qualcosa di meno nobile ed eroico.
di Giuseppe Giulietti

21 settembre 2012

Pensioni d'oro: La più ricca d'Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager di Telecom

Siamo in periodo di crisi, questo è assodato, ci dicono di stringere la cinghia, lo Stato ha bisogno di soldi, e allora vai con le tasse, con l’iva, le accise ecc… Bisogna rendere il mercato del lavoro più flessibile, ecco la riforma dell’art 18, licenziamenti più facili; poi arriva il tema delle pensioni: “la speranza di vita si è allungata” disse un ministro, ed ecco che l’età pensionabile aumenta, di tanto, e in pensione si finisce dopo i 65 anni. Però, c’è un però, non tutti sanno che ci sono dei privilegiati, anche nelle pensioni, oltre ad essere andati via dal lavoro molto prima della norma, guadagnano all’anno quello che un sessantacinquenne di oggi guadagnerà in tutta la pensione. Mentre a noi comuni mortali ci hanno fatto rinunciare alle più svariate tutele pensionistiche facendoci credere che il nostro sistema previdenziale era ormai vecchio, a questi super nonni non gli hanno tolto neanche un centesimo, eppure le cifre che guadagnano sono importanti.
Sono 100.000 i "super-pensionati" e ci costano ben 13 miliardi di euro all'anno. Per garantire il cospicuo assegno a queste persone - che hanno guadagnato cifre ingentissime durante la carriera lavorativa - devono versare i contributi qualcosa come 2.200.000 lavoratori. Uno sproposito.
La pensione più ricca d'Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom; percepisce un assegno di 90.246 euro al mese, - circa 3008 euro al giorno - che si sommano ai gettoni di presenza che percepisce in qualità di membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no?
Tra i politici il pensionato più pagato è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, che cumula 30 mila euro/mese di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare. Lamberto Dini incassa 18 mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento.

Telecom Sicilia: Comunicato regionale ed attivo unitario

Palermo 21 settembre 2012
In questi giorni Telecom sta trasferendo coattamente numerosi colleghi da reparti di supporto alla vendita, TOP client, Consumer, CCA, Accoglienza, (con conseguente affidamento del servizio a ditte esterne alla faccia del risparmio!!!!!) ; verso il 119, 187 o CSA. 
Il tutto sta avvenendo in modo unilaterale e discrezionale dove a decidere sono le linee con HR Sicilia che, funge da “messo notificatore”.
Chiariamo subito una cosa: l’azienda sta andando ben oltre quanto comunicato alle OO.SS., attingendo a piene mani anche in settori non previsti dalla informativa di aprile scorso, e scegliendo le risorse sulla base di criteri non condivisi, ragion per cui  queste OO.SS. offrono ai lavoratori  interessati, qualora lo richiedessero, l’ assistenza legale.           
Appare evidente che Telecom  di fronte a problematiche di gran lunga  più importanti quali ad esempio gli investimenti sulla F.O., l’ammodernamento della rete, o il suo scorporo,  continua a procedere con una politica miope fatta di piccoli passi senza un progetto chiaro ed a lungo termine in grado di ridare all’azienda credibilità e competitività ed ai lavoratori certezze sul loro futuro lavorativo.
In questo contesto risulta emblematica la gestione dei  bandi verso Open Access, per i quali a tutt’oggi non è stata fornita alle OO.SS.  siciliane nessuna comunicazione ufficiale, sui numeri riguardanti gli idonei e i non idonei, ne tanto meno sono state date risposte sulla discutibilissima gestione dei passaggi dei lavoratori Part-time alla rete.
  Ancora una volta, si cerca di mistificare le proprie inefficienze ed incapacità gestionali con operazioni poco trasparenti e di dubbia tenuta legale.
In una fase di crisi  economica e sociale, e in un settore, le TLC, che comincia a risentire degli effetti nefasti di questa crisi ancora una volta a pagare sono solo e soltanto i lavoratori. Occorre ricordare che il CCNL è scaduto da 10 mesi (con conseguente perdita del potere d’acquisto) che il contratto di 2° livello è fermo al palo e che nel  piano industriale telecom ha previsto risparmi per 600 milioni senza ancora specificare come e dove trovare i soldi.
Proprio per queste ragioni ed in ottica di contrapposizione ad una eventuale dichiarazioni di esuberi queste OO.SS. hanno da tempo posto all’attenzione della categoria  una serie di tematiche, la cui risoluzione non è più rinviabile:
•    La quantità di lavoro  di Rete e di Customer dato in appalto continua a rappresentare una parte considerevole delle attività di Telecom, il tutto malgrado l’impegno preso dall’Azienda di procedere con  internalizzazioni. A tal proposito queste OO.SS. richiedono un incontro urgente sugli Appalti cosi come previsto dall’’art. 53   
•    La vergognosa manipolazione della gestione dei guasti continua a rappresentare una costante su tutto il territorio siciliano, tutto ciò si tramuta in un danno per il cliente e per il dimensionamento degli organici ( meno guasti/meno lavoratori)
•    Il lavoro nei Customer sempre più stressante, è appesantito da una organizzazione del lavoro deficitaria, da turni impossibili e dalla concessione di  ferie e permessi a discrezione aziendale. 
•    Su queste ed altre tematiche le OO.SS. chiamano la categoria alla mobilitazione e convocano per il 27 settembre p.v. l’attivo regionale delle RSU.
    
Le Segreterie Regionali
SLC/CGIL                   FISTEL/CISL             UILCOM/UIL

NOTA DI REDAZIONE:
Nella foto il Coordinatore Generale della Slc Cgil Sicilia Marcello Cardella

PRIVACY: NUOVE REGOLE PER LA SICUREZZA DEI DATI IN RETE E NELLE TLC

Societa` telefoniche e Internet provider dovranno assicurare la massima protezione ai dati personali perche` tra i loro nuovi obblighi ci sara` quello di avvisare gli utenti dei casi piu` gravi di violazioni ai loro data base che dovessero comportare perdita, distruzione o diffusione indebita di dati.
In attuazione della direttiva europea in materia di sicurezza e privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche, di recente recepita dall`Italia, il Garante per la privacy ha fissato un primo quadro di regole in base alle quali le societa` di Tlc e i fornitori di servizi di accesso a Internet saranno tenuti a comunicare, oltre che alla stessa Autorita`, anche agli utenti le "violazioni di dati personali" ("data breaches") che i loro data base dovessero subire a seguito di attacchi informatici, o di eventi avversi, quali incendi o altre calamita`.
Le Linee guida adottate dal Garante stabiliscono chi deve adempiere all`obbligo di comunicare, in quali casi scatta l`obbligo di avvisare gli utenti, le misure di sicurezza tecniche e organizzative da mettere in atto per avvisare l`Autorita` e gli utenti di un avvenuto "data breach", i tempi e i contenuti della comunicazione.
Al fine di armonizzare le procedure e le modalita` di notifica, l`Autorita` ha comunque deciso di avviare una consultazione pubblica (con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale), per acquisire da parte delle societa` telefoniche e degli Isp elementi utili a valutare l`adeguatezza delle misure individuate.
L`obbligo di comunicare le violazione di dati personali spetta esclusivamente ai fornitori di servizi telefonici e di accesso a Internet.

NON SI LICENZIA IL LAVORATORE DEPRESSO

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11798 del 12 luglio 2012, stabilisce che non costituisce giustificato motivo di licenziamento la mancata comunicazione, nei tempi dovuti, della prosecuzione della malattia da parte del lavoratore, qualora si accerti l'esistenza di un comprovato e giustificato impedimento idoneo, in base alla disciplina collettiva applicabile, a escludere la sanzionabilità disciplinare dei fatti addebitati.

Confermando la decisione della Corte di appello, viene così dichiarato illegittimo il licenziamento di una lavoratrice che a causa del compromesso equilibrio psicologico in cui versava al momento del licenziamento, “testimoniato anche dalla copiosa documentazione versata in atti”, aveva omesso di inoltrare tempestivamente al datore di lavoro la comunicazione della prosecuzione della malattia.

Servizi pubblici: 28 settembre sciopero generale e manifestazione a Roma

I Segretari Generali di CGIL, FP CGIL e FLC CGIL, Susanna Camusso, Rossanna Dettori e Domenico Pantaleo, in vista dello sciopero generale dei servizi pubblici proclamato per venerdì 28 settembre, hanno reso nota una lettera di cui pubblichiamo qui di seguito il testo.
“La decisione di proclamare una giornata di sciopero generale dei servizi pubblici per il 28 settembre è il naturale sbocco di un lungo percorso di mobilitazione che la CGIL, la FLC CGIL e la FP CGIL hanno messo in campo in opposizione alle scelte del Governo Monti sul lavoro pubblico.
Il cd. Decreto “spending review”, convertito in legge ad Agosto, è l’atto, temiamo nemmeno finale, di una serie di interventi di natura finanziaria che, a cominciare dal precedente decreto “salva-Italia”, hanno operato su di un'unica direttrice di marcia: il restringimento dei perimetri e degli spazi pubblici quali pre-condizioni per la completa liberalizzazione/privatizzazione delle attività pubbliche.
'Affamare la bestia', indebolirla, renderla inefficiente, comprimerne le potenzialità, destrutturarne la missione sono i tratti di unione che tengono insieme tutti i provvedimenti del Governo sul lavoro pubblico.
Tutto ciò aggravato, se mai fosse stato possibile, dall’ipocrita e a tratti schizofrenico comportamento del Governo sul sistema delle relazioni con le parti sociali: la gestione da parte dell’Esecutivo dell’accordo del 3 maggio u.s. sul lavoro pubblico è, alla luce di ciò che è successo dopo quella data, la conferma di una precisa volontà di perseguire non un obiettivo di razionalizzazione e miglioramento dell’azione pubblica, ma, al contrario, di ridimensionamento e destrutturazione delle Pubbliche Amministrazioni, dei servizi pubblici in generale.
La 'spending review' del Governo, in assoluta coerenza con l’impostazione dei provvedimenti precedenti, consegna a tutti noi, al Paese, ai cittadini una riflessione che lo sciopero generale si incarica di contrastare: l’idea che, lungi dal voler riformare, riorganizzare, migliorare l’azione pubblica, gli interventi governativi perseguono la ridefinizione del sistema, il ridisegno del welfare attraverso un nuovo rapporto fra cittadini e diritti, fra bisogni e tutele, fra pubblico e privato.
La mobilitazione, lo sciopero del 28 settembre e le iniziative che seguiranno rivendicano, quindi, un ripensamento radicale degli interventi assunti nei provvedimenti “spending”, a cominciare dalle questioni legate ai livelli occupazionali (precari/esuberi), e si incaricano di favorire una migliore lettura, per la politica, per i cittadini, per i giovani e i pensionati, circa la reale portata delle politiche del Governo sul lavoro pubblico: la distruzione di un modello sociale che, pur con le difficoltà che nessuno disconosce, ha fondato i suoi architravi sull’universalità delle prestazioni, sull’inclusione e sulla tutela sociale, sul sistema dei diritti di cittadinanza, sul lavoro.
Le proposte della CGIL sono note come altrettanto chiare le nostre disponibilità ad aprire una stagione di confronto per una vera e funzionale riorganizzazione della macchina pubblica complessivamente intesa: l’accordo del 3 maggio u.s., i suoi principi, gli obiettivi che dichiarava di perseguire sono tuttora, per noi, validi; non è ascrivibile sicuramente a noi il fallimento di quel patto.
Ecco, lo sciopero generale del 28 settembre è anche una occasione per rilanciare un’idea di riorganizzazione e valorizzazione del lavoro pubblico in risposta agli effetti devastanti della crisi in atto: rimettere al centro i cittadini, i giovani, i pensionati, i precari e i disoccupati, i loro bisogni, la loro maggiore richiesta di tutela e protezione sociale è la grande sfida che lo sciopero si incarica di lanciare al Governo.
Lanciarla insieme alle categorie della UIL è il grande valore aggiunto che questo sciopero generale ci consegna”.

Almaviva sede di via Lamaro: Sospensione trattativa - 21 settembre 2012 -

COMUNICATO
Nella tarda mattinata di oggi, dopo ventiquattro ore di confronto serrato, sono state sospese le trattative svolte presso la Regione Lazio fra l’azienda Almaviva Contact e le Segreterie Nazionali, territoriali e le RSU romane di SLC-CGIL, FISTEL-CISL,
UILCOM-UIL e UGL Telecomunicazioni sulla procedura di Cassa Integrazione Straordinaria per cessata attività della sede di via Lamaro. La riunione è stata aggiornata al prossimo 26 settembre alle ore 10.30 La sospensione è stata richiesta dall’ Assessore al Lavoro della Regione Lazio al fine di consentire alle parti di verificare lo stato della trattativa. Su richiesta dell’Assessore le Segreterie Nazionali hanno sospeso lo sciopero di Almaviva Contact, indetto in tutte le sedi per il prossimo 24 settembre, in attesa di verificare l’esito finale della vertenza.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL UGL-Telecomunicazioni

20 settembre 2012

Tagliate le connessioni internet di 3.800 scuole

Il D.Lgs. 82 del 7 maggio 2005, noto come Codice dell’Amministrazione Digitale, ha istituito e disciplinato il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) con l’obiettivo di creare una rete di interconnessione tra le Amministrazioni garantendo la sicurezza e la riservatezza delle informazioni.

Figurando le istituzioni scolastiche tra le Amministrazioni dello Stato interessate dai servizi previsti dal SPC, nel 2008 la Direzione generale per gli studi, la programmazione e per i sistemi informativi del MIUR ha stipulato con il RTI (Raggruppamento Temporaneo d’Impresa) guidato da Fastweb spa, un contratto per la fornitura alle scuole dei servizi di connettività e sicurezza previsti dal SPC.

Questo ha consentito a circa 3800 scuole di fruire di un collegamento ad internet (di tipo ADSL o satellitare) e di una serie di servizi di sicurezza, a carico della Direzione generale.

Adesso, sottolinea una nota di FLC Cgil, "dopo gli spot del Ministro Francesco Profumo sulla modernizzazione delle scuole italiane attraverso la cosiddetta “agenda digitale”, la “dematerializzazione”, gli slogan “un computer per ogni classe”, “banda larga”, “scuola 2.0”, con la nota prot. 4173 del 12 settembre 2012 la Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi del MIUR ci riporta alla realtà fatta ancora una volta di tagli e di conseguenti disservizi".

Nella nota si comunica che dal 20 ottobre 2012 saranno dismesse  tutte le linee ministeriali Fastweb del progetto SPC per le 3800 scuole interessate.

"Vale pena riflettere sulle motivazioni che hanno portato a questo taglio. Da una parte si indica la vera ragione: sono venuti meno gli stanziamenti finanziari necessari a garantire la gestione e lo sviluppo dell’intero sistema informativo, con conseguente grave esposizione debitoria della Direzione generale nei confronti del fornitore del servizio.

Si aggiunge però anche una curiosa motivazione: non è giusto continuare a sostenere l’intervento economico in favore delle 3800 scuole perché ciò costituirebbe discriminazione nei confronti della restante maggior parte delle scuole (!).

Non è previsto poi nessun finanziamento alle scuole interessate in modo che possano ripristinare un nuovo collegamento. Anche per il collegamento Internet le scuole si dovranno cercare sponsor o dovranno chiedere altri contributi alle famiglie?", conclude la nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza.


Mercato del Lavoro: illustrazione e commento L. 92/2012

Il 27 giugno il Parlamento ha definitivamente approvato la legge “Disposizioni in materia di mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” (pubblicata il 3 luglio in Gazzetta Ufficiale, con il numero 92/12), a seguito di quattro voti di fiducia sui quattro articoli che la compongono, affinché il Governo italiano si potesse presentare al vertice dell'Unione Europea del 28 -29 giugno “con i compiti fatti”. Ciò è avvenuto a seguito di un faticoso e tormentato percorso, che ha visto la prima fase, avviata a gennaio 2012, svolgersi sotto forma di un confronto tra il Governo e le rappresentanze sociali, bruscamente interrotto il 20 marzo ad opera del Governo che ha voluto conoscere l'opinione di ciascuna parte presente al tavolo sulla propria proposta di modifica della normativa sanzionatoria dei licenziamenti illegittimi che prevedeva la cancellazione della possibilità di reintegrare il lavoratore ingiustamente licenziato per motivi non rientranti nell'ambito della discriminazione. A tale richiesta la Cgil ha risposto confermando il proprio giudizio negativo, le organizzazioni datoriali hanno plaudito alle intenzioni del governo, le altre organizzazioni sindacali hanno assunto un atteggiamento inizialmente favorevole, poi corretto in sostanzialmente critico pur nella diversità degli accenti usati. Successivamente a tale rottura il Governo ha pubblicamente dichiarato conclusa la fase di confronto con le rappresentanze sociali...

Scorporo rete Telecom, "L'Agcom non faccia sconti"

Il numero uno di Vodafone Italia e Sud Europa si appella all'Authority: "Guardi con attenzione al monopolio delle rete fissa prendendo decisioni coerenti"
Se spin off della rete deve essere che spin off sia. Ma Paolo Bertoluzzo, ceo di Vodafone per Italia e Sud Europa, intervistato dal Corriere della Sera, chiama in acusa la nuova Agcom.  "Agcom – sottolinea - deve guardare con grandissima attenzione lo stato di sostanziale monopolio della rete fissa prendendo delle decisioni coerenti". 
Sulla rete "dobbiamo riconoscere che la concorrenza non funziona - precisa il manager - "dopo 15 anni di liberalizzazione il 100% del valore del mercato è in mano a Telecom: su metà delle aree non metropolitane è totalmente impossibile competere nel bit-stream che stiamo abbandonando”.  
Per il manager "qualora ci fosse la Cdp nella società della rete, allora l'obiettivo dovrà essere la modernizzazione del Paese con maggiore sviluppo e concorrenza".
“Ma se questo è il piano – aggiunge - è incompatibile con il mantenimento del rame a meno che non ci sia un graduale switch off a vantaggio della fibra”. Bertoluzzo ricorda anche che  Vodafone e Metroweb si procede con “l'obiettivo di' cablare Milano fino a 1 giga”
All’affermazione più volte ripetuta dal presidente di Telecom Italia, Franco Bernabé, che in Italia non c’è domanda diffusa di ultrabroadband,  Bertoluzzo sottolinea che non esiste una regola.
 “Una prova – spiega -  è quello che è successo nella telefonia mobile. Prima abbiamo acquistato e completato le reti 3G e poi sono arrivati gli smartphone e i tablet. Nel mobile ci siamo fatti concorrenza spendendo 4 miliardi per le frequenze 4G che saranno disponibili un anno dopo l’asta. Perché nel mobile abbiamo fatto questo e lo ha fatto anche Telecom? Perché c’è concorrenza. Laddove c’è un monopolio si può attendere la domanda a danno della modernizzazione del Paese”.
Il numero uno Vodafone Italia ci tiene a rimarcare anche l’’interesse che la società ha per lo sviluppo del Paese: “Vodafone investe 1 miliardo l’anno in questo Paese a prescindere”.
Inoltre – ricorda – “Abbiamo fatto anche un’offerta per comperare tutta Metroweb un anno fa. L’offerta era sul tavolo ma il venditore ha scelto F2i”. No comment invece sui rumors che parlano di un interesse dell’operatore per Fastweb.
Infine le novità contenute nel decreto Sviluppo e nel Digitalia. Sulla possibilità stabilita nel provvedimento  di impiantare le nuove reti senza che i condomini possano fondamentalmente opporsi, Bertoluzzo riconosce  l’importanza di avere “delle semplificazioni per investire in modo più veloce ed efficiente, ma questo non deve andare a discapito dei cittadini”. Secondo il manager invece il costo delle interferenze che il 4G causerebbe alle frequenze tv non deve andare a carico dei cittadini.
“Ma ci sono due tipi di interferenze: la prima è legata al così detto blocco sporco ed era già chiara durante l’asta – conclude - Proprio per questo chi l’ha acquistata (Wind, ndr) ha avuto dei vantaggi in termini di copertura ed economici. Chi interferisce sul blocco sporco deve pagare. Se poi, fatto questo, ci saranno delle interferenze, noi come Vodafone ci faremo carico delle interferenze che andremo a causare”.
di F.Me.

19 settembre 2012

CASSAZIONE: SITI E BLOG NON VANNO REGISTRATI


La Corte di Cassazione ha pubblicato le motivazione che hanno scagionato il blogger Carlo Ruta dall'accusa di stampa clandestina. I blog e i siti Internet non sono stampa e perciò non richiedono la registrazione al tribunale, hanno spiegato i giudici.

Facciamo un breve passo indietro. Nel 2004, il Procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, accusa Carlo Ruta per alcuni interventi diffamatori sul suo blog accadeinsicilia.net. A Dicembre dello stesso anno il blog viene sequestrato dallo Stato e a Giugno del 2008 arriva la condanna per stampa clandestina. Secondo la legge n. 47 dell'8 Febbraio 1948 è richiesto che tutte le testate giornalistiche vengano registrate presso il tribunale.

Il caso, ovviamente, non aveva nulla a che fare con la stampa clandestina: Carlo aveva pubblicato dei documenti scomodi contro la mafia sul suo blog.

"Nel mio blog io ho fatto ampie ricostruzioni, con una documentazione dettagliata e in parte inedita sul caso di Giovanni Spampinato, il giornalista, collaboratore dei quotidiani l'Ora e l'Unità che nel 1972, a soli 22 anni, fu ucciso a Ragusa mentre stava portando alla luce, in un'inchiesta su un delitto, un rilevante intreccio di affari e malavita," aveva affermato Carlo.

Per imbavagliarlo si è ricorso all'accusa di stampa clandestina e, così facendo, si è creato un pericoloso precedente. Infatti, per giustificare l'accusa, la Corte ha dovuto paragonare i blog e i siti Internet di informazione alla stampa e richiedere per tutti la registrazione in tribunale.

A Maggio del 2011 la prima sezione penale della Corte d'Appello di Catania conferma la sentenza del 2008 infliggendo a Carlo una multa da €150. La multa non è economicamente importante, ma le conseguenze lo sono: tutto d'un tratto chiunque gestisca un sito pensa sia obbligato a registrarlo presso il tribunale.

Un anno più tardi, a Maggio del 2012, la Corte di Cassazione assolve Carlo Ruta perché il fatto non sussiste (e quindi con la formula assolutoria più ampia). Questa settimana la Corte di Cassazione ha depositato le motivazione della sua decisione. Queste sono molto importanti perché annullano tutte le precedenti sentenze e liberano i siti Internet dall'obbligo della registrazione. I due punti principali delle motivazioni sono:

1. I blog e siti Internet di informazione non rientrano nella definizione di stampato come previsto dall'art. 1 della legge 47/48 ("Sono considerate stampe o stampati, ai fini di questa legge, tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o fisico-chimici, in qualsiasi modo destinate alla pubblicazione") sia perché manca un'attività di "riproduzione tipografica" sia perché non ci troviamo di fronte al risultato di una riproduzione tipografica che sia destinata alla pubblicazione."

2. La registrazione dei prodotti editoriali online è stata introdotta dalla legge 62 del 2001 esclusivamente come presupposto per poter usufruire degli incentivi economici previsti per l'editoria.

Liberi quindi tutti di pubblicare su Internet senza necessità d registrarsi in tribunale.


Inps: 200mila i pensionati a cui verrà tolta la quattordicesima

Sono 200mila i pensionati che per un errore di calcolo dell’Inps dovranno restituire la quattordicesima percepita nel 2009 e nel 2010. Le lettere preparate dall’Inps sono pronte per essere spedite, a ottobre, comprese quelle indirizzate ai dipendenti pubblici ex Inpdap.

L’Inps nel 2009 ha erogato la quattordicesima (variava da 336 a 504 euro a seconda dei casi) sulla base delle dichiarazioni dei redditi dell’anno precedente e delle domande pervenute, tutte corredate con l’auto-dichiarazione del contribuente.

Ma, a quanto pare, ci sono state 200 mila pratiche con dati sul reddito sbagliati. Cioè, chi ha richiesto la quattordicesima dichiarando di averne diritto, ha certificato un reddito più basso di quello che aveva in realtà. E l’Inps se n’è accorto solo quando dall’Agenzia delle Entrate sono cominciate arrivare le dichiarazioni del modello Unico 2011 relative ai redditi 2010.


Inps: “Scusate, ci riprendiamo la quattordicesima”.

L’Inps chiede indietro la quattordicesima a una parte di pensionati. Ma quanti sono in totale quelli interessati da questa misura? Da qualche giorno infatti l’istituto previdenziale ha inviato una lettera ad alcuni iscritti per chiedere la restituzione della quattordicesima erogata nel 2009.

L’Inps motiva la decisione ammettendo di aver sbagliato i conti. Ma non si sa quanti iscritti siano stati toccati dall’iniziativa. Il Sole 24 Ore ha pubblicato la lettera che è stata inviata dall’ente.

La verifica relativa agli importi del 2009, spiega l’Inps, è stata fatta a giugno. Sempre secondo quanto emerso dalle indagini, gli importi da restituire sono compresi tra 336 e 504 euro.

I soldi verranno scalati dalla pensione a partire da novembre: in totale si tratterà di 12 “prelievi” forzati.

Questo il testo integrale della lettera inviata dall’Inps, pubblicata dal Sole 24 Ore


Gentile Signore/a,

nel corso del 2009 le è stata corrisposta la somma aggiuntiva prevista dalla legge 127/2007 (la cosiddetta quattordicesima). Tale importo – come già le avevamo comunicato nel corso del 2009 – era stato determinato in via provvisoria, in attesa delle necessarie verifiche reddituali.

Dall’analisi dei suoi redditi personali relativi all’anno 2009 (ovvero 2008 qualora la Sua pensione sia stata liquidata nel corso dell’anno 2009), è risultato che le è stata corrisposta la somma di euro xxx,xx, non dovuta.

Siamo pertanto costretti a provvedere al recupero di questo importo mediante trattenute mensili sulla sua pensione, a partire dal mese di novembre 2012, per complessive 12 rate.

Cordiali saluti

Il direttore


Telecom Italia, Bernabè: Scorporo Rete entro fine anno

19 Settembre 2012

Ieri il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, aveva dichiarato che un accordo in merito - con possibile separazione della rete - dovrebbe arrivare entro fine anno.


Ieri Bernabè ha fatto capire che lo scorporo della rete è una prospettiva molto concreta su cui il top management sta lavorando con molto impegno. “Stiamo guardando con grande attenzione e serietà alla possibilità di fare un passo che nessun altro incumbent al mondo ha fatto sinora”, ha spiegato il presidente esecutivo presentando a Torino i piani e le tecnologie di sviluppo del broadband nei prossimi anni in Italia.


A smuovere le acque è stata ad inizio estate la commissaria europea all’Agenda digitale Neelie Kroes quando ha avviato la procedura per la messa a punto di un framework regolatorio del tutto diverso dall’attuale. Tre i pilastri su cui si baserà la nuova normativa: riconoscimento del risk investment nelle nuove reti piuttosto che tariffe orientate ai soli costi come oggi; prezzi del rame non più penalizzanti ed in calo per i possessori della rete tradizionale (garantendo così il cash flow per gli investimenti nelle Ngan); stabilità regolatoria fino al 2020.


Telecom Italia è già partita (entro il prossimo anno cablerà un centinaio di città in ultrabroadband: il ritmo attuale è di 5.000 nuovi utenti al giorno collegati in FTTcab) ma si trova le mani legate proprio da obblighi regolatori troppo stringenti. Un esempio: ad inizio aprile TI ha presentato all’Agcom la propria proposta di offerta wholesale per le Ngan. Sono passati molti mesi, ma manca ancora la risposta per potere presentare l’offerta commerciale al mercato e chissà quando arriverà.


“Subiamo vincoli troppo rigidi nell’impostare le nostre campagne commerciali – ha spiegato Franco Bernabè – se vogliamo fare un’offerta retail dobbiamo prima pesentare all’Agcom un’offerta wholesale dedicata agli altri operatori; quindi dobbiamo aspettare che Agcom faccia le sue valutazioni e soltanto dopo possiamo partire. Spesso passano mesi, col risultato di togliere mordente alle nostre campagne”. “Troppi vincoli, troppe incertezze regolatorie non ci consentono di essere veloci, reattivi, performanti”, aggiunge il presidente operativo di Telecom Italia.


Se si facesse una società della rete separata, che garantisce a tutti le stesse condizioni di accesso, Telecom Italia avrebbe le mani commerciali decisamente più libere. E se il prezzo da pagare fosse lo scorporo della rete, senza ovviamente perderne il controllo, Bernabè appare disponibile a pagarlo ben volentieri. Ovviamente, prima di muoversi vuole certezze. La nuova direttiva Ue dovrebbe arrivare ad inizio del prossimo anno, mentre in Italia l’Agcom dovrebbe avviare una nuova analisi di mercato. Ci vorrà del tempo. Franco Bernabè lo sa ma è pronto ad accelerare le decisioni, se ci saranno le condizioni: “Abbiamo una profonda disponibilità ad approfondire tutti gli aspetti positivi e negativi – osserva –. Non vogliamo attendere che tutte le regole siano definite, ma ovviamente vogliamo avere ragionevoli certezze sull’evoluzione e sulla stabilità del quadro regolatorio. Entro fine anno decideremo se andare avanti o meno. La nostra, comunque, non sarà una scelta finanziaria ma industriale, da cui tutto il Paese potrà avere vantaggi”.


Nel viaggio verso lo scorporo della rete, se mai si farà, Telecom Italia non intende ballare da sola. “Il dialogo con la Cassa Depositi e Prestiti è sempre aperto, ma vi sono anche molti fondi internazionali che potrebbero essere interessati ad investire nella nuova società della rete”, ha detto Bernabè.

17 settembre 2012

Almaviva Contact, comunicato sindacale unitario 13 settembre 2012


Il 13 settembre si è svolto presso la Regione Lazio, alla presenza dell’assessore al Lavoro, l’incontro fra Almaviva Contact e le Segreterie Nazionali, Territoriali e le RSU di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL sulla procedura di Cassa
Integrazione per cessata attività aperta dall’azienda sulla sede romana di via Lamaro.
L’azienda ha ribadito la volontà di procedere alla chiusura della sede giustificandola con la insostenibilità economica e la continua scarsa qualità erogata. Le Segreterie Nazionali e la delegazione tutta hanno, dal canto loro, respinto con fermezza questa impostazione aziendale. Ancora una volta la dirigenza di Almaviva Contact vuole scaricare sui lavoratori il peso di una propria incapacità gestionale.
Chiudendo la sede di via Lamaro e spostando altrove le commesse che sino ad oggi vi si lavorano l’azienda sceglie una strada che non solo è insostenibile per le lavoratrici ed i lavoratori di Roma, ma rappresenta un pericolosissimo precedente
per tutte le altre sedi di Almaviva.
Le OO.SS., nel respingere totalmente l’impostazione aziendale, si sono dichiarate indisponibili a qualsiasi ipotesi che preveda la chiusura della sede di via Lamaro ed il conseguente licenziamento dei lavoratori. I problemi della sede di Roma e di tutto
il Gruppo non si possono risolvere con i licenziamenti.
L’azienda rifletta bene su quanto sta facendo in queste ore e ritorni sui suoi passi, altrimenti sappia che troverà il sindacato ed i lavoratori a sbarrargli la strada.
Al prossimo incontro fissato dalla Regione Lazio per il 20 settembre le OO.SS. chiederanno nuovamente il ritiro della procedura di Cassa per chiusura del sito di via Lamaro e l’apertura di un confronto sul futuro della sede che preveda ilcoinvolgimento di tutti i lavoratori attualmente in forza.
Contro la chiusura della sede di Roma, per scongiurare il ripetersi di altre chiusure per altre sedi, Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL indicono per il prossimo 24 settembre uno sciopero intero turno di tutte le sedi di
Almaviva Contact.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

Catania: Sciopero del 17 settembre 2012

Grande adesione allo sciopero da parte di tutti i lavoratori delle telecomunicazioni a Catania e provincia. Oltre 300 addetti si sono radunati sotto la sede di Confindustria per chiedere dignità e firma del contratto nazionale con tutti quei parametri che possono garantire stabilità, sicurezza e posti di lavoro che attualmente le Aziende non vogliono dare facendo pagare alla forza lavoro ogni tipo di responsabilità e venendo meno a quelle che sono regole etiche e di bon ton che in passato hanno sempre caratterizzato i tavoli negoziali delle relazioni tra Aziende e Sindacati.

“Le crisi già aperte in alcuni importanti call center quali Almaviva, Teleperformance, 4u ed alte società di Tlc quali Ericsson, Sielte, Ceva Logistics mettono a repentaglio migliaia di posti di lavoro non a causa del crollo dei volumi di attività ma unicamente per il cambio di appalti che si spostano da regione a regione inseguendo incentivi statali o l’azzeramento delle retribuzioni dei dipendenti.” Così dichiara Michele Azzola, Segretario Nazionale Slc Cgil.

Davide Foti, Segretario Generale della Slc Cgil Catania ribadisce con forza sia la soddisfazione della riuscita dello sciopero, sia la convinzione di andare ad oltranza nella vertenza riguardante il rinnovo del Contratto Nazionale delle Tlc dando a tutti appuntamento alla manifestazione Nazionale che si terrà il 19 di ottobre a Roma

La lotta continuerà imperterrita, e nessun lavoratore camminerà mai da solo

"You'll never walk alone"

( Voi non camminerete mai da soli )

Salvo Moschetto

Slc Cgil Catania