di Barbara Apuzzo, Barbara Perversi
Nella storica sede di Via Teulada a Roma, si è tenuta l’assemblea congressuale dei lavoratori Rai iscritti a Slc Cgil, nel corso della quale Susanna Camusso ha presentato il documento congressuale “Il lavoro decide il futuro”. Elencandone i contenuti, ha sottolineato quanto sia importante svolgere il congresso Cgil pur nella difficile situazione attuale, proprio per non rinunciare a costruire un programma di proposte concrete che delinei i punti fondamentali del cambiamento, necessario per il mondo del lavoro e non solo. Ed è dal piano del lavoro che la leader di Corso Italia è partita per indicare le azioni necessarie per il cambiamento: bisogna tornare a mettere al centro la creazione di lavoro, con investimenti e interventi, anche legislativi, che puntino alla valorizzazione del nostro paese.
Se il 10% del paese detiene più della metà della ricchezza, parlare di patrimoniale (strumento diffuso già in Europa) per redistribuire in maniera più equa le risorse e dare ossigeno al mondo del lavoro, non può che essere la risposta.
Gli amministratori della cosa pubblica hanno continuato a tagliare sulle politiche sociali senza pensare che esse sono, in realtà, un forte volano di sviluppo. Dall’istruzione alla previdenza, è necessario ristabilire un principio di equità ed equivalenza di diritti tra i cittadini. Ed è per questo che l’universalità degli ammortizzatori sociali, insieme all’indennità di disoccupazione, e una contrattazione che allarghi il più possibile la sua sfera di azione e di applicazione sono le parole chiave del cammino che ci aspetta. Tutto questo porta ovviamente ad una rivisitazione dei meccanismi di partecipazione democratica anche all'interno della stessa Cgil: è infatti attraverso una maggiore formazione ed al lavoro delle Rsu che si aumenta la partecipazione dei lavoratori in Cgil e si crea una grande spinta verso il cambiamento, un cambiamento che non deve lasciare spazio a sentimenti di rassegnazione o disincanto, tipici di quei lavoratori che vivono una condizione di solitudine.
Tutti gli interventi dei lavoratori, sia Rsu che iscritti, hanno comunicato un forte senso di appartenenza alla Rai ed una grande sintonia con la Cgil, della quale risulta fortemente condivisa la battaglia, tutt'altro che ideologica, per una contrattazione inclusiva, che punti all'allargamento della sfera dei diritti anche ai numerosi lavoratori atipici che, pur svolgendo le stesse mansioni, non godono delle stesse tutele.
Preoccupazione è stata espressa anche per quanto riguarda il futuro della più grande azienda culturale del paese, in riferimento all'avvicinarsi del 2016, data in cui scadrà la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo alla Rai. Tema al quale Slc Cgil è particolarmente attento, visti i recenti e diversificati attacchi al servizio pubblico, che ipotizzando l'applicazione di un bollino blu per diversificare i programmi pagati con il canone da quelli pagati con gli introiti pubblicitari, e immaginando al contempo (con il nuovo contratto di servizio) di eliminare l'intrattenimento dalla sfera dei programmi "di servizio pubblico", fanno presagire scenari in cui lo spacchettamento dell'azienda sembra essere un pericolo reale.
Tra gli altri, l'intervento di Eugenio Alviano, presidente dell’assemblea, che ha ricordato come il servizio pubblico garantisca il potere di acquisto dei cittadini, sottolineando il fatto che, in sua assenza, gli stessi dovrebbero rivolgersi a broadcasters privati, sostenendo costi di abbonamento molto più elevati. Rivolgendosi al segretario Camusso, Alviano ha proposto di tornare a spiegare cosa sia il lavoro, cosa comporti e cosa crei direttamente nelle scuole. Si è globalizzato il denaro ma non il lavoro, ricorda il lavoratore.