10 febbraio 2014

SLC CGIL SIRACUSA: 311, MERITOCRAZIE, CHIUSURE SEDI E TELELAVORO

Quale etica? Quale morale? Quale Responsabilità d’Impresa?

E’ arrivato nuovamente il tempo delle meritocrazie erogate in maniera unilaterale con criteri oscuri e non omogenei sui territori, in totale spregio agli accordi del 27/3/13 che chiedono ai lavoratori e alle lavoratrici grandi sacrifici per la salvezza dell’Azienda. E ai dirigenti quali sacrifici sono stati richiesti? Perché non possiamo conoscere la reale quantità di denaro erogato in meritocrazie e canvass, strumenti d’incentivazioni unilaterali e discriminatori. Di solito tutto ciò che è segreto, lo è perché non è equo, nasconde privilegi e spesso non è neanche onesto!

Così l’Azienda, come un malato di bipolarismo, va avanti con comportamenti diversi e contrapposti. Da un lato veste i panni di Re Luigi XIV che continua ad elargire allegramente somme di denaro ai suoi cicisbei e dall’altro incarna i panni del tiranno che continua a chiedere sempre più sacrifici ai sudditi, in questo caso ai lavoratori di 47 sedi, in nome della salvezza economica dell’azienda, che come la carota per il somaro, non arriva mai, perché non c’è alcuna etica, né responsabilità nella gestione d’impresa.
E visto che la gente lavora sempre di più e con sempre meno soldi, e l’azienda è sempre più sull’orlo del fallimento, è possibile solo una motivazione: l’inettitudine di chi è pagato profumatamente per dirigere l’Azienda!

E a proposito di capacità manageriali, in questi giorni è stata presentata l’ennesima inutile piattaforma da alimentare, che servirà solo a misurare anche la quantità di proposte commerciali del singolo operatore e “l’erogazione del sondaggio”. Assurdo che in maniera scientifica si chieda agli operatori di “elemosinare” un sondaggio positivo!. Non installare una fonia automatica, come fanno tutte le grandi aziende, significa solo che l’azienda è consapevole di non aver altro modo per raggiungere una certificazione di qualità. Naturalmente gli operatori dovranno alimentare anche questa piattaforma e scendere a 311 secondi di TMC, perché è il tempo che i colleghi di Telecontact riescono a raggiungere, mentre “LORO, i dipendenti di Telecom, sono una palla al piede”.
Chiediamo che questo massacro finisca! Il colleghi di TCC vivono continuamente sotto ricatto, e lo sanno tutti! Lo sappiamo anche noi che per esempio a Caltanissetta non fanno altro che ripetergli che se non raggiungono gli obiettivi, chiudono! Ma quando la finiranno di togliere il presente e il futuro alle persone e in particolare ai giovani? Noi non vogliamo essere conniventi! Queste segreterie provinciali invitano il genio di turno, che vuole i 311 secondi, a venire a Siracusa collegarsi alla linea e dimostrarci come pensa di raggiungere questo obiettivo per 7.38 ore per almeno 5 giorni di seguito! L’azienda, da vero tiranno, imperterrita, vuole macchine e non persone, e scarica tutte le proprie incapacità manageriali sui lavoratori e sulle lavoratrici!

E sempre a proposito di capacità manageriali, in questi giorni scopriamo pure, che i 29 Negozi Sociali hanno chiuso il 2013 con una perdita di 10,5 milioni; mentre i flagship hanno chiuso con un utile di circa 2 milioni e la società 4G Retail, da tre mesi di proprietà al 100% del Gruppo Telecom, ha avuto addirittura un utile di 10 milioni di euro. Per i lavoratori, le lavoratrici e le scriventi OO.SS è possibile solo una considerazione: una differenza di utili così grande per lo stesso lavoro, per le stesse attività può essere causata solo da inettitudine manageriale o da sfruttamento e precarietà!!

Ma in questa vicenda dei negozi, scopriamo nell’azienda nuovamente il volto del Re Sole, che con rinnovata magnanimità, stavolta spontaneamente, concede clausole di garanzia ai colleghi che vorranno andare in 4G. Invece ai nostri colleghi delle 47 sedi in chiusura, non solo chiede l’abbassamento di diritti e retribuzione, ma elemosina anche il denaro dei costi diretti legati al lavoro, scaricandoli interamente su di loro.
Le scriventi OO.SS. chiedono al coordinamento RSU e alle segreterie nazionali di non cedere ulteriormente agli ignobili ricatti aziendali e di recuperare un livello di morale e di etica più adeguato a un’azienda come Telecom Italia. In particolare:

Ø     Chiediamo certezza, per chi sceglie il Telelavoro, di vera alternativa al trasferimento. Chiediamo un vero impegno aziendale. Chiediamo una clausola contrattuale di revoca del contratto del telelavoro solo in caso di gravi e comprovati problemi ed impegno a mantenerlo anche nelle future previste “societarizzazioni”.

Ø     Chiediamo la VERA parità di diritti tra chi lavora da casa e chi è in sede. Ricordiamo che i controlli sul lavoratore in sede, come previsto dalla normativa, si devono fermare al modulo. Permettere invece all’azienda di fare controlli sul singolo, quindi ad personam, è illegale. E che non si pensi di rinviare poi i problemi alla commissione controlli a distanza. Il problema c’è, ed è macroscopico, perché se da un lato riconosciamo legittimo il diritto dell’azienda di misurare la qualità del lavoro, dall’altro la nostra storia lavorativa ci consente di dire che gli strumenti lasciati in mano a capi e capetti diventeranno strumenti schizofrenici e di stalking.

Ø     Chiediamo la VERA parità di diritti anche per i rientri in sede. La volontarietà del telelavoro di fatto non ha niente di volontario, è una “scelta” forzata che i lavoratori e le lavoratrici devono fare in alternativa al trasferimento e a tutti i relativi costi materiali e umani che dovrebbero affrontare. Chiediamo che sia dato il giusto valore a una trasferta che per le 47 sedi è di media di 163 km per andata e ritorno. Per esempio come si pensa sia possibile mettere sullo stesso piano gli oneri della trasferta per i colleghi di Monza con gli oneri a carico dei i colleghi di Nuoro o di Sassari o di Sondrio o per stare a noi più vicini, di Ragusa o di Trapani, per cui il rientro in sede sarà “un viaggio”!?

Ø     Chiediamo la VERA parità di diritti tra chi lavora da casa e chi è in sede, anche in tema di buoni pasto ed orari. Aver previsto la mancata erogazione dei buoni pasto, le pause più lunghe e maggiori turni serali sono sicuramente tutti elementi di mancata parità di trattamento.

Ø     Chiediamo di rivedere l’accordo del 17/07/13 in merito all’estensione del nuovo accordo a tutti i TLV preesistenti delle sedi in chiusura, poiché in questo modo sono state poste le basi per la discriminazione tra lavoratori dello stesso reparto. Significa infierire ulteriormente sui colleghi del 1254, che in Sicilia sono già al 60 % di solidarietà. DITELO ALLORA CHE SONO LAVORATORI DI SECONDA, ANZI, DI TERZA CATEGORIA E AD UN PASSO DALL’ESPLUSIONE DAI PROCESSI LAVORATIVI!!!

Ø     Chiediamo che sia fatta chiarezza sui Non Idonei. E’ evidente che l’Azienda ha tentato nuovamente di scaricare un suo storico problema sulle OO.SS. in modo da addossare come sempre le “colpe” sul sindacato. Ricordiamo a tutti che quando si parla di inidoneità si parla di patologie, di malattie certificate e conclamate o addirittura di Invalidità Civili certificate. Chiediamo, quindi, soluzioni con il massimo rispetto umano, morale ed etico.

Ø     Chiediamo che per il colleghi che sceglieranno il telelavoro i costi vivi legati al lavoro siano a carico dell’azienda e non solo la connettività “concessa” in deroga e in spregio alle normative vigenti.

Ø     Chiediamo NUOVAMENTE che sia applicato l’accordo del 27/3 di collocazione delle giornate di solidarietà abbinate di norma a LL o RI. A Siracusa la norma, cioè la normalità, è ampiamente disattesa, l’azienda imperterrita finora ha collocato il 50 % senza abbinamento. Ancora una volta in spregio totale ai minimi impegni assunti il 27/3!

PER UN‘IMPRESA RESPONSABILE LE PERSONE SONO LE PRINCIPALI E MAGGIORI RISORSE, DEROGARE CONTINUAMENTE AI DIRITTI, ALLE TUTELE NON SALVA L’AZIENDA RENDE SOLO QUALCUNO PIU’ RICCO E TUTTI LAVORATORI E LE LAVORATRICI PIU’ POVERI E PIU’ RICATTABILI I!
Segreterie Provinciali
SLC-CGIL, Fistel-CISL, Uilcom-Uil