“Nel terzo trimestre 2011, per la prima volta, il settore tlc ha registrato la riduzione del numero di accessi su rete fissa degli operatori alternativi e la diminuzione del numero complessivo di linee a banda larga fissa. Risultati che impongono a tutti gli operatori riduzioni della forza lavoro”. Lo ha detto in audizione alla Commissione Industria del Senato, il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè.
“Bisogna prendere atto che siamo di fronte ad un mercato ormai maturo che ha saputo rinnovarsi radicalmente, eliminando, via via, le inefficienze ereditate dal passato: siamo diventati un settore snello, dinamico e aperto alla concorrenza, che sceglie con oculatezza su quali progetti e tecnologie investire”.
In dettaglio Bernabè ha sottolineato che In Italia le famiglie “mobile only” - quelle prive di collegamento alla rete fissa - hanno raggiunto il 30% del totale pari a circa 7,5 milioni, una percentuale superiore rispetto al 19% in Spagna, 13% nel Regno Unito e 12% in Germania. Al contrario, le famiglie “fixed only” sono solo 1,5 milioni (6%). Tra il 2005 e la prima metà del 2011 gli accessi fisici della rete in rame si sono ridotti di circa 2 milioni, passando da 23 a 21 milioni, mentre gli accessi in fibra degli operatori alternativi sono cresciuti di circa 130mila unità, da 200mila a 330mila. E nello stesso periodo, il numero delle sim è aumentato di circa 20 milioni, superando i 91 milioni.
Il presidente esecutivo di Telecom Italia ritiene che “le opportunità di crescita ci sono e vanno ricercate, al di fuori dei servizi tradizionali e cioè nello sviluppo delle smart cities, dei nuovi servizi mobili, oltre che nella diffusione delle reti di nuova generazione”. C’è però un “problema di travaso degli addetti, perché bisogna stimolare nuovi segmenti di attività: è proprio la tecnologia che porta a questo, e lo stimolo avviene anche grazie all'aumento dell'alfabetizzazione informatica”. E nello specifico per quel che riguarda Telecom Italia Bernabè ha detto che “come avvenuto in passato procederemo sempre in accordo con i sindacati".
Secondo Bernabè “occorre che le Tlc riacquistino il loro ruolo centrale nelle politiche di sviluppo del Governo e del Parlamento”. “Non si richiedono indebiti interventi dello Stato in ambito di mercato propri dell'iniziativa privata, ma misure non distorsive della concorrenza, volte a favorire il concreto raggiungimento, da parte del nostro Paese, degli obiettivi dell'Agenda Digitale europea per la massimizzazione del potenziale economico e sociale delle reti a banda larga e ultralarga a vantaggio dell'intero sistema produttivo”.
Bernabè ha acceso i riflettori anche sul ruolo svolto da Infratel: “Ha lavorato bene in questi anni, ma poteva fare molto di più se gli 800 milioni che erano stati individuati per la chiusura del digital divide fossero stati erogati al settore invece che dirottati su altre voci di finanza pubblica”.
“La prossima manovra per il rilancio dell'economia - ha dunque sottolineato il presidente esecutivo di Telecom Italia - dovrebbe dare impulso alla banda larga e ultralarga, attraverso la definizione di un progetto strategico attuativo dell'Agenda digitale europea mirato ad assicurare il conseguimento di obiettivi prioritari”. Fra questi il completamento del Piano nazionale banda larga, la promozione di investimenti nelle reti di nuova generazione, la promozione della domanda di accesso ai servizi in banda larga e ultralarga, la liberazione delle frequenze Lte da parte delle tv locali non oltre il 31 dicembre 2012, il recepimento del nuovo pacchetto di direttive Ue sulle comunicazioni elettroniche, l'eliminazione delle distorsioni concorrenziali che avvantaggiano gli over the top.
Bernabè ha aggiunto che “Telecom Italia conferma la propria determinazione a svolgere una funzione chiave nella transizione verso le reti di nuova generazione in un contesto in cui vengano individuate le forme più idonee di partnership pubblico-privato, anche in considerazione dell'attuale congiuntura economica e dei rischi di investimento connessi all'incertezza della domanda". “Le scelte di investire inizialmente solo nelle grandi aree metropolitane del Paese, di adottare le soluzioni tecnologiche ed architetturali più efficienti, di individuare oculatamente progetti pilota circoscritti ad alcune limitate aree geografiche rappresentano in realtà un percorso ineludibile”.
Riguardo alle indiscrezioni che vedrebbero Bernabè candidato al vertice di Finmeccanica, il presidente esecutivo di Telecom Italia ha risposto che "c'è ancora tanto da fare in Telecom Italia".
Nella "rosa" dei nomi ci sono Vito Gamberale, presidente di F2ì che sarebbe però costretto ad abbandare l'avventura Metroweb, appena iniziata, e Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs, ma quest'ultimo ha già dichiarato di avere "altre cose da fare".
Per l'incarico di presidente il candidato più papabile sarebbe Guido Venturoni, consigliere anziano di Finmeccanica che ha presieduto il cda del 14 novembre scorso in assenza di Guarguaglini.
di Mila Fiordalisi