24 dicembre 2011

Violenza donne: La legge appena varata dall'assemblea regionale.

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Una legge, sedici articoli, con una copertura finanziaria di 540 mila euro, votata all’unanimità mercoledì sera dall’assemblea regionale, che prevede sostegno economico, psicologico e legale, alle vittime di violenza e da un aiuto alle associazioni di volontariato che da anni operano nel territorio in assoluta solitudine e che da oggi avranno accanto la Regione”.

“Siamo orgogliosi che un’iniziativa così importante sia stata portata avanti da una esponente del partito democratico catanese – ha commentato il segretario provinciale Luca Spataro – mettendo in campo una legge che dà strumenti anche ai tanti elementi di associazionismo che ci sono sul territorio”.

Con l’articolo 1 si definisce il concetto di violenza e si assicura alle vittime della violenza ed ai loro figli minori un sostegno per consentire loro di recuperare la propria autonoma individualità e di riconquistare la propria libertà nel pieno rispetto della riservatezza e dell’anonimato. Vengono individuate le funzioni e le iniziative necessarie (art. 2) e un Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere (art. 3). La Regione promuove la diffusione delle iniziative mediante specifiche campagne informative (art. 5). Con gli articoli 6 e 7 vengono individuati ed organizzati centri antiviolenza operanti nel territorio regionale garantendo la promozione di nuovi nuclei per la lotta, la prevenzione e l’assistenza delle donne vittime di violenze. Successivamente, sono definite le case di accoglienza di cui all’articolo 9 della l.r. 31 luglio 2003, n. 10 in cui deve essere offerta ospitalità temporanea alle donne, sole e con figli minori, vittime di violenza. Negli articoli 9 e 10 si prevedono interventi finalizzati all’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza nonché iniziative e moduli formativi finalizzati alla formazione di operatori che intervengono sul fenomeno della violenza sulle donne. Infine si prevede la concessione di contributi per il finanziamento dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza garantendone la diffusa e articolata presenza sul territorio regionale, puntando sulle iniziative di prevenzione, di informazione, di rilevanza regionale anche a carattere sperimentale e sulle attività di monitoraggio degli episodi di violenza attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai centri antiviolenza e dagli altri soggetti pubblici e privati.

“Gli enti locali adesso faranno la loro parte, con finanziamenti ai centri antiviolenza, ma anche cogliendo le opportunità offerte dai bandi previsti dalla legge” ha commentato Tania Spitaleri consigliera comunale a Giarre. “A Catania adesso il passo successivo sarà convocare e ascoltare le associazioni che meglio di tutti conoscono il fenomeno”, ha annunciato la consigliera Francesca Raciti, presidente della commissione Pari Opportunità.

“Importante riconoscimento alla prevenzione – ha commentato Adele Palazzo responsabile circolo centro storico Pd –si creeranno le condizioni per fare uscire le donne dalla propria solitudine che contraddistingue il fenomeno”.

In Sicilia sono 520 mila le donne che sono state vittime di violenza nel corso della propria vita, il 23,3 per cento del totale delle residenti. In generale, sono le mura familiari a far da scenario alle violenze e 51 volte su 100 è il partner o l’ex partner a commettere il reato. Solo due donne su cento che hanno subito violenze fisiche o sessuali dal proprio partner denunciano il reato e preferiscono tacere, chiudersi nel silenzio. Per paura, ma soprattutto perché non considerano un reato la violenza subita, anche nei casi in cui hanno avuto la sensazione di essere in pericolo di vita. “E’ un’assunzione di responsabilità da parte della regione Sicilia nell’affrontare il fenomeno – ha detto Erica Sapienza del coordinamento donne Cgil – si potrà fare tanto e coinvolgere pienamente i diversi attori istituzionali, sindacali e le parti sociali tutte”