Gli italiani l’avevano capito da soli ma ora la certezza arriva anche dai numeri: le famiglie sono diventate più povere. La comunicazione, secca come da prassi, arriva dal bollettino statistico di Bankitalia che ci informa che abbiamo perso in tre anni più del 3% di ricchezza. Colpa della manovra Monti? No, e qui viene il brutto. Il bollettino, infatti, analizza la situazione delle famiglie tra il 2007 e il 2010. Periodo in cui i sacrifici annunciati e poi messi nero su bianco dal presidente del Consiglio non erano neppure stati lontanamente immaginati.
In tre anni, spiega Bankitalia, le famiglie italiane hanno perso il 3,2% di ricchezza netta, per un totale di 8.640 miliardi di euro. Sempre in termini reali la ricchezza complessiva è scesa dell’1,5% tra il 2009 e il 2010. Così gli italiani si adattano e chi ha ancora qualche risparmio ricompone il suo portafogli finanziario: più liquidità, meno azioni e meno titoli di Stato.
Ma non basta. Per le famiglie italiane è infatti in arrivo una nuova stangata. Secondo Adusbef e Federconsumatori, infatti, con la manovra Monti le ricadute al 2014 saranno pari a 1.129 euro l’anno a famiglia, che, sommando anche le misure 2011 del governo Berlusconi, salgono a 3.160 euro. L’impatto sulla capacita’ di consumo e’ del 7,6% annuo.
Secondo i calcoli delle due associazioni, a regime le ricadute della manovra in via di approvazione saranno pari a 197 euro di tagli e 932 euro di imposte. I tagli riguardano il mancato adeguamento dell’indicizzazione delle pensioni oltre 1.000 euro (34 euro l’anno) e quelli agli enti locali (163 euro l’anno).
Per quanto riguarda invece le imposte la tabella evidenzia 270 euro da aumenti dell’Iva, 405 euro per l’Imu prima casa, 120 euro per le accise sulla benzina, 47 euro per il bollo sui depositi, 90 euro per l’addizionale regionale allo 0,3%.
Il totale ammonta cosi’ a 1.129 euro l’anno, che salgono a 3.160 euro se si sommano le misure varate nel 2011 dal governo Berlusconi, che hanno ricadute per 2.031 euro.
Pesante sara’ anche l’impatto sui consumi: nel 2014, una famiglia di tre persone con una retribuzione netta nel 2011 di circa 32mila euro registrera’ a seguito delle varie manovre correttive una caduta nella capacita’ di consumo di circa il 7,6% annuo. Secondo le due associazioni, quindi, ”una delle conseguenze di mancati interventi a sostegno del potere di acquisto delle famiglie con redditi medio-bassi (attraverso politiche fiscali e sostegni sociali) sara’ quello di accentuare la recessione economica e le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza”.