15 dicembre 2010

Poste: Appati Postali

Al: Dottor C. Picucci - Resp. Risorse Umane Centrale Poste Italiane S.p.A. Roma

Egregio dott. Picucci,

avvertiamo come negli ultimi tempi, in coincidenza con la nomina del nuovo responsabile dei Servizi Postali, sia in corso una politica aziendale tesa unicamente a tagliare gli appalti postali sia sui trasporti che sul recapito. L’ultimo episodio, solo in ordine di tempo, è dato dall’ Albo Lotto 13 e 46 per il servizio di recapito delle raccomandate nella città di Catania. Lì si sta rischiando, per una grave negligenza di Poste Italiane sul sistema operativo T&T server, l’attivazione di ammortizzatori sociali per cinquanta famiglie senza che nessuno sia in grado di spiegarne le motivazioni, se mai ce ne fossero.

Voglio ancora ricordarLe l’iniziativa in corso a Torino per il rispetto degli accordi presi nelle sedi istituzionali che prevedevano l’emanazione di un nuovo bando di gara. Settantatre famiglie rischiano un futuro denso di incertezze e di preoccupanti interrogativi a seguito di accordi non ancora onorati. A marzo del 2011 vedranno scadere la loro cassa integrazione!

Per quanto riguarda infine i lotti dei trasporti postali, stiamo assistendo in tutta Italia ad una forte riduzione di ore di lavoro, con conseguenti internalizzazioni e con gravi ricadute sui livelli occupazionali. Così si tradisce la ratio che ha ispirato il Memorandum, come noto teso a salvaguardare proprio l’occupazione interna ed esterna.

A coronamento di tutto ciò il nuovo capo divisione rifiuta corrette relazioni sindacali, con il risultato di complicare i problemi anziché risolverli. Ovviamente ci opporremo a questo progetto mettendo in atto tutte le azioni democratiche necessarie e ci domandiamo se, in una fase di acuta crisi del Paese, uno dei più grandi gruppi industriali debba produrre disoccupazione anche là dove questa non ha motivo di esistere.

Cordiali saluti.

Il Segretario Generale

Emilio Miceli