Razionalizzazione, solidarietà, ritrutturazione, costi......
di questi tempi è prassi consolidata utilizzare simili termini per giustificare il male storico del nostro paese: l'incapacità manageriale e imprenditoriale che come sempre viene strapagata dai lavoratori sacrificati nel nome del mantenimento dell' occupazione.
Volendo riportare simili concetti ad un livello più basso, analizziamo le problematiche presenti nella realà di Telecom Italia di Catania, struttura a noi pertinente.
Ad un primo impatto visivo di ciò che fu il cuore delle Telecom Italia nella nostra città si colgono i segnali di una decadenza e incuria che non ha eguali. Stanze vuote o chiuse, pareti bianche sono il primo sintomo deprimente per chi opera quotidianamente presso lo stabile.
Gli dà misura del suo futuro.......
Andando avanti, notiamo che laddove ancora si lavora la condizione sono più misere. Nonostante gli ammodernamenti e la riduzione , anzi il "concentramento" degli spazi, permangono le solite problematiche di sicurezza e clima mai risolte. Capita spesso, infatti, percorrendo le tropicali stanza, di imbattersi ora quà ora là in ogni sorta di oggetti frapposti nei corridoi di transito/fuga.
Ma questo è superabile, basta fare qualche salto ed un paio di gimcane. Il problema che per legge non dovrebbe esser così.
Ciò che si ritiene non superabile e molto criticabile oltre che denunciabile, sono gli sterili atteggiamanti aziendali volti a coercizzare mentalmente chi lavora.
Se l'Azienda vuole essere competitiva come dichiara non può ancorarsi ai soliti vecchi mezzi di comunicazione, basati sulla precarietà del futuro, sulla competizione tra i singoli, sui dubbi meccanismi meritocratici (Premiare il merito in Azienda: Realtà o fantascienza...?), sull'autoritalismo nel verbale e su atteggiamenti sfidanti e sprezzanti delle regole e delle leggi. Prova ne sono le parole bisbigliate nei corridoi: "anzi che ancora lavoriamo".
Così non si và da nessuna parte. Non è innescando meccanismi intimidatori che si ottengono risultati, nè con pressanti controlli o discinta verbalità. Non sono nè il timore della valutazione, nè la voce grossa, nè le riffe, ne i favoritismi che si alza la produttività, anzi si alimenterà il malumore e l'errore umano.
Non è possibile utilizzare i sondaggi sui clienti per generare paggelle "ad personam" sui lavoratori. Tra l'altro stranizza che tali dati siano disponibili a chiunque e senza alcun filtro, ravvisando le violazioni di cui all'art. 4 ex legge 300.
Stranizza ancor più che tali dati non vengano utilizzati ai fini analitici, per verificare quali sono le carenze strutturali e/o formative e provvedere di conseguenza.
Il re è nudo e nè abbiamo prontezza. La decadenza incombe.
Responsabilmente e nel rispetto dei lavoratori ci si è sempre fatti carico di collaborare al meglio per la difesa dei diritti e la salvaguardia del lavoro, pagando sempre più spesso prezzi elevati in termini di sacrifici, ma mai abbiamo abdicato al nostro ruolo naturale.
Se qualcuno pensa con supponenza che il proprio ruolo non sia in discussione, sbaglia. Se qualcuno pensa che il bastone e la carota siano ancora la via più breve per i propri scopi sbaglia. Se qualcuno pensa di rimanere ancorato al vecchio per gestire il nuovo commette un gravissimo errore oltre ad evidenziare debolezza. e nudità intellettuale.
Si abbia invece la capacità e l'umiltà di condividere con lealtà e senza altri fini, unificando e non spaccando, le dinamiche quotidiane che interessano i lavoratori, rispettando con sincerità gli accordi, le parole date, la dignità e l'intelligenza delle persone che ci circondano.