08 settembre 2011

Bernabè non vuole pagare la tassa aggiuntiva e si prepara a tagliare i call center e il loro personale.

- www.zeusnews.com -

In Italia chi possiede una rete televisiva paga un canone di concessione allo stato ridicolo, molto più basso che in altri Paesi. Questo si spiega facilmente: chi dovrebbe aumentare la tassa per l'utilizzo di frequenze pubbliche, cioè il Governo e il Parlamento, sono controllati a maggioranza dallo stesso signore che controlla il maggior numero di reti Tv: Silvio Berlusconi.

Il popolo ha deciso così, si dice: è la democrazia. Peccato che chi possiede un gestore telefonico debba pagare un miliardo di euro per ottenere nuove frequenze, come per esempio Franco Bernabè, che controlla oltre a Tim anche due reti Tv: Mtv Italia e La7.

Bernabè ha detto a gran voce che non è d'accordo, e adesso dice che non vuole pagare un'eventuale nuova tassa sulle reti che godono di tariffe regolamentate, come elettricità, autostrade, gas e telefoni: la cosiddetta Robin Hood Tax.

Sarebbe invece molto giusto che pagasse questa tassa, che però lo stato dovrebbe reinvestire in un piano per lo sviluppo della banda larga in Italia: visto che Telecom Italia tarda ad affrontare di petto e in tempi rapidi il problema, lo Stato dovrebbe obbligarla a farlo anche con la leva fiscale. I privati non possono sempre fare quello che vogliono, solo per rimpinguare i loro profitti.

Intanto Bernabè si prepara al malaugurato caso che la Robin Hood Tax (che anche gli altri gestori come Fastweb e Vodafone non vogliono) diventi davvero legge dello Stato. A Torino, a latere di un incontro in cui Bernabè ha ufficializzato la vendita agli americani di Loquendo, Onofrio Capogrosso, responsabile delle relazioni industriali di Telecom Italia, ha preannunciato al sindacato, sia pure informalmente, che nel settore dei call center ci sono dei grossi problemi. Tagli in vista? Probabilmente sì, insieme a ulteriori chiusure di sedi e trasferimenti.

Per la cronaca, si stima in almeno 300 il numero dei manager Telecom Italia che godranno della cancellazione del contributo di solidarietà inizialmente previsto dalla manovra economica.

Pier Luigi Tolardo