02 settembre 2011

MANOVRA: LA CGIL DIFENDE I LAVORATORI, AD ALTRI FARE IL “TEATRINO”.

- 6 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE -

Abbiamo letto con stupore il comunicato della Segreteria Nazionale della Fistel, che sembra dedicare tutte le proprie energie comunicative più a criticare altri sindacati che non a contestare con forza le misure inique del Governo (cosa pensa la Fistel del fatto che, con la manovra di luglio, i lavoratori dipendenti non potranno più detrarre come prima le spese per il mutuo, per i figli, per le spese mediche? Cosa pensa del fatto che le pensioni fino a 1500 saranno rivalutate meno dell’inflazione? Cosa pensa del fatto che il 25 Aprile, il 1 maggio e il 2 Giugno saranno festività soppresse, spostabili alla domenica così da produrre, tra le altre cose, 3 giorni in meno di riposo o 3 giorni in meno di maggiorazioni salariali? Cosa pensa degli oltre 20 miliardi complessivi di tagli, in due manovre, agli enti locali, cioè agli asili nido, agli ospedali, al sostegno ai disabili, ai trasposti pubblici? Cosa pensa del fatto che accordi aziendali possano derogare all’art. 18 contro i licenziamenti senza giusta causa? Cosa pensa del fatto che si è portato a 65 anni il requisito per le donne per andare in pensione, come se non si sapesse che in Italia sono soprattutto le donne in quanto madri, mogli, figlie a farsi carico della cura e assistenza in famiglia? E potremmo continuare …)

La CGIL al contrario di altri, fin da Luglio, si è opposta alla babele di proposte, insieme ad un decreto ormai irriconoscibile, per riportare i saldi di bilancio in direzione degli obiettivi UE, al fine di fermare la speculazione sui nostri titoli pubblici. Siamo stati da soli ad opporci, anche se la filosofia delle misure di governo - fin da Luglio ed ancora oggi - è esclusivamente orientata a fare cassa con i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Anzi, di decisione in decisione si è andata consolidando nel governo l’idea che i più ricchi, comunque ed in qualsiasi contesto, debbano essere esonerati dai necessari sacrifici che il paese dovrà fare.

Si tratta, quindi, di una manovra sulla pelle della gente più povera e più esposta. Non siamo contenti, ma stupiti, che le altre organizzazioni sindacali, di fronte all’evidenza della manovra, non abbiano deciso una mobilitazione unitaria.

La verità sta nel fatto, probabilmente, che il decreto di Agosto è stato fatto dopo che le altre organizzazioni sindacali, insieme a Confindustria, hanno separatamente incontrato il Governo e dato il via libera sia all’art. 8 del nuovo decreto, che stabilisce l’equiparazione del contratto nazionale con quello aziendale mettendo in crisi il principio stesso l’accordo sulla contrattazione firmato insieme solo qualche settimana prima (il 28 Giugno), sia al complesso delle misure a carico del pubblico impiego e dei lavoratori del settore privato. Del resto basta rileggere tutte le dichiarazioni dei rappresentanti di Cisl e Uil per avere la prova lampante di queste affermazioni. Nessuno si è preso la briga di capire cosa succedeva ai lavoratori che hanno firmato la mobilità o dello scippo delle liquidazioni del Pubblico impiego o delle tredicesime. E’ bastato un sms scambiato con Sacconi per dare l’iniziale via libera, pena poi tornare indietro quando ci si è accorti di aver esagerato (e forse le denuncie immediate della CGIL e di SLC-CGIL, hanno accelerato i tempi…).

Si continua a teorizzare uno scambio tra aumento dell’iva e riforma dell’Irpef e si nasconde il fatto che il governo intende risparmiare con una nuova riforma, così come sulle pensioni, su entrambi i fronti, facendo pagare le tasse ancora di più a chi le paga veramente.

Ed allora, di fronte a questi comportamenti francamente stupefacenti si risponde cercando di enfatizzare il tema dei costi della politica, che è un altro tema, e sostenendo che la CGIL, come dice sempre Sacconi, ministro della disoccupazione giovanile, ha obiettivi politici. Accusa ben strana visto che sullo sciopero della Cgil si è aperto un dibattito serrato dentro tutti i partiti, e basta leggere i giornali, e che le riunioni segrete con il Governo di centrodestra sono le uniche evidenze di questa fase politica.

La verità è che c’è molto nervosismo perché la proclamazione dello sciopero generale, dentro i tempi del dibattito in Parlamento, ha inserito un cuneo nelle certezze dei “ nostri” negoziatori. Il clima cresce ed aumenta la preoccupazione che la Cgil stia con la gente che rappresenta mentre c’è chi manovra e non intende essere disturbato. Ed allora è necessario un grande sforzo perché l’impatto dello sciopero sia forte e sposti il carattere della mediazione sociali in tavoli più decenti e trasparenti.

E’ davvero penoso che le decisioni di questo paese debbano prendersi in conciliaboli segreti con le forze sociali ed a Villa S.Martino tra Bossi, Berlusconi e Sacconi sotto lo sguardo quasi divertito di Tremonti. Non sono stati capaci nemmeno di mettere insieme i numeri mentre l’Europa e i mercati stanno a guardare sconcertati. Che poi si faccia un presidio davanti il Senato è una notizia talmente irrilevante e irrispettosa per il movimento dei lavoratori da non meritare nemmeno una considerazione critica.

Preferiamo il confronto aperto e leale con Cisl e Uil ed abbiamo dimostrato che quando tutto è fatto in maniera trasparente si fanno pure gli accordi. Peccato che Sacconi poi abbia la forza, sorprendentemente, di costringerli a fare retromarcia.

Oggi possiamo essere fieri del fatto, che in questo paese preoccupantemente votato all’avanspettacolo, i lavoratori sono un punto fermo….anche per ripartire! Il 6 settembre non sarà lo sciopero della CGIL, ma di tutti coloro che con fatti veri e concreti vogliono dimostrare che un altro Paese è possibile.

La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL


Quello che ha scritto Fistel

Il 1° Settembre la CISL e la UIL si mobiliteranno con un presidio “Sit-in” davanti al Senato della Repubblica, per chiedere al Governo una manovra economica più equa e più giusta nei confronti dei milioni di lavoratori dipendenti che pagano regolarmente le tasse.

La CISL si è caratterizzata in questi lunghi mesi - ormai anni - della grande crisi economica mondiale, con mobilitazioni imponenti come le ultime insieme alla UIL a piazza del Popolo a Roma, per chiedere la riforma del fisco, un moderno welfare state, una durissima lotta all’evasione fiscale ed il taglio del costo della politica. Le iniziative di mobilitazione sono sempre state organizzate di Sabato per non pesare sulle buste paga dei lavoratori già provati dalla depressione economica e per non compromettere ulteriormente la competitività delle imprese italiane, che come tutti sanno sono tra le meno produttive sul piano internazionale. Questo atto di responsabilità nei confronti dei lavoratori e del Paese, qualcuno vuole farlo passare come una subalternità al Governo, solo perché la CISL non ha aderito ad uno sciopero politico, che in questo momento rischia di essere fortemente devastante per gli interessi dell’Italia. La CISL storicamente non ha mai guardato al colore dei Governi, (cosa che non tutte le OO.SS. possono vantare) ma si è sempre fatta carico degli interessi generali del Paese anche quando, come in questo momento, non condivide le scelte del Governo sugli interventi in materia economica. La CISL continuerà a tenere alta la protesta non solo con la mobilitazione di piazza, che in questi mesi ha esercitato insieme alla UIL, ma anche e soprattutto con il confronto con tutte le parti politiche, non avendo pregiudiziali ideologiche nei confronti di nessuno.

Un primo risultato lo abbiamo già registrato in queste ore: il tanto ventilato aumento dell’IVA che il Governo voleva utilizzare per fare cassa è stato bloccato grazie alla fermezza della CISL. Per la CISL l’eventuale aumento dell’IVA deve servire a sorreggere la riforma del fisco per diminuire l’IRPEF ai lavoratori, alle famiglie numerose e alle imprese, spostando di fatto la tassazione dalle persone alle cose.

La fermezza della CISL sarà altrettanto forte per far cambiare idea al Governo in merito alle soluzioni adottate sulle pensioni. Il mancato riconoscimento della laurea e del servizio militare ai fini della maturazione del diritto a pensione è sbagliata e sgradevole. Così come è sgradevole l’attribuzione del provvedimento al Segretario Generale della CISL, riportato da alcuni quotidiani negli articoli di stampa con la volontà di mistificare la realtà dei fatti. La smentita di Bonanni è la testimonianza di un clima di caccia alle streghe istaurato nel Paese ad opera dei professionisti del “tanto peggio tanto meglio”.

In queste settimane la CISL utilizzerà tutte le proprie forze per dare accelerazione in Parlamento all’iter previsto dalla legge delega sul fisco, in modo da incrementare i consumi.

La CISL continuerà ad incalzare il Governo sulla riduzione dei costi della politica, sull’urgenza della riforma del fisco, sulla lotta all’evasione fiscale e sulla riforma dell’assistenza con la mobilitazione costruttiva, perché sono in gioco gli interessi del Paese e non quelli di una maggioranza politica che qualcuno ritiene di mandare a casa con gli scioperi facendo pagare un duro prezzo ai lavoratori.

La Segreteria Nazionale

FISTEL - CISL


Comunicato Segreteria Nazionale dopo comunicato FISTEL-CISL

Care compagne e compagni, in questi giorni sta girando un comunicato della Fistel-Cisl contro la CGIL e lo sciopero generale del 6 Settembre.

Come Segreteria abbiamo predisposto un comunicato di risposta. Ovviamente per non cadere in provocazioni della Fistel-Cisl vi invitiamo a verificare se anche nelle vostre aziende è in corso una campagna contro lo sciopero e ad utilizzare tale comunicato come risposta, stando noi sempre sul merito delle questioni.

La Segreteria Nazionale