Carissime/i,
spesso Fb è visto come un momento di svago, di cazzeggio (come dicono i giovani), l'occasione di dialogare con qualcuno anche se non si conosce, di allacciare nuovi rapporti.
Anch'io mi diletto, trascorro un pò del mio tempo libero navigando su fb, cercando di comprendere ciò che accade intorno a me, tenendomi informato, in tempo reale.
Non vi nascondo la mia grande sorpresa nell'apprendere le modifiche apportate in Commissione Bilancio del Senato all'art.8 della manovra.
Ciò che mi ha sorpreso è il non leggere alcuna osservazione critica da parte dei dirigenti di Cil e Uil come se la vicenda non li riguardasse o, cosa ancora più grave, ne fossero a conoscenza e consenzienti.
Ogni Sindacato (lo scrivo con rispetto e con lettera maiuscolo) ha il diritto di decidere della propria linea politica, di seguire le proprie indicazioni rispetto alla contrattazione anche se da sempre il limite all'autonomia di ciascuno si è sempre attestato dinanzi alle leggi e ai contratti che, liberamente, le Organizzazioni hanno sottoscritto.
Abbiamo sempre parlato, infatti, di una derogabilità in meglio, della possibilità per via contrattuale di modificare in positivo quanto previsto dalla legge.
Per fare degli esempi mentre l'orario di lavoro legale (previsto dalla legge) era di 48 ore settimanali, tutti i contratti prevedevano un 'orario inferiore. Il congedo matrimoniale previsto dalla legge per gli operai è di 7 giorni, i contratti ne prevedono 15.
Potrei continuare ma mi fermo qua.
Aggiungo in relazione al famoso articolo 18 che la legge ha previsto il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa, senza giustificato motivo, senza giustificato motivo oggettivo. Tenendo presente che a decidere non sono i soggetti coinvolti ma un giudice terzo cui è affidato il compito di valutare la correttezza dei comportamenti datoriali.
E' scandaloso questo? Blocca lo sviluppo? Falsa il mercato? Non credo, non ne sono convinto.
Eppure negli ultimi anni pare che i problemi dell'Italia sia direttamente collegati alla condizione dei lavoratori. Più diritti hanno, più è in difficoltà sta il paese.
Ne consegue che se ritornassimo a 50 anni fa potremmo competere con la Germania e altri paesi "virtuosi".
Voi, però, sapete come me che non è così. Si compete sui mercati internazionali con la qualità, con la ricerca, con la capacità di innovare.
Un esempio?
Perche le persone comprano macchine tedesche? Perche costano meno? Perche lì i lavoratori guadagnano meno? O solo perchè fanno macchine migliori?
E le macchine migliori dipendono dai lavoratori o dalle imprese?
Rammarica molto che a seguire le imprese su questa strada siano stati anche le vostre organizzazioni sindacali, ritenendo che si trattava di singole vertenze non emulabili, non esportabili.
Non è stato così. Lo sapete bene bene. Dopo Pomigliano, Mirafiori dopo Mirafiori la Maserati e dopo? Tutte.
Vi siete chiesti perchè la Cgil non ha firmato il contratto del commercio? Qualche dirigente di Cisl e Uil si è interrogato sul significato di quel No? O era sufficiente il No della Cgil per definire un buon contratto quel contratto?
Avremmo dovuto fare fronte comune, invece? La Cgil è stata rappresentata come un sindacato ideologico. il sindacato del no a prescindere, il sindacato espressione del vecchio che dovevamo lasciarci alle spalle.
Un si oggi, un si domani ci ha portato al risultato dell'articolo 8 della manovra.
Che vuol dire in concreto? Che il contratto nazionale (non mi dilungo sul suo significato) si trasforma in un'indicazione di massima e da lì si può partire per modificarlo per intero.
L'orario di lavoro, ferie, retribuzione e quant'altro.
La derogabilità è prevista a livello aziendale, dove è, notorio, il potere contrattuale dei lavoratori è più basso.
Sapete cosa significa? che due aziende dello stesso settore, dello stesso territorio in presenza di due contratti aziendali diversi potranno garantire stipendi, tutele e diritti diversi. Lo accettereste? Non credo.
Sarà possibile che in un'aziende di pari dimensionidue in una chi viene licenziato senza giusta causa venga reintegrato e nell'altra riceva solo un indennizzo economico deciso in azienda. Lo ritenute giusto?
Eppure, dovesse rimanere nell'attuale formulazione l'articolo 8, sarà così.
Domani quando nei posti di lavoro sarete chiamati a spiegare le ragioni del conmportamento del vostro gruppo dirigente nazionale non date la colpa alla crisi (non c'entra niente) ma al fatto che dividere i lavoratori non ha fatto più forte un sindacato rispetto a un altro ma ha reso solo più deboli tutti.
E oggi è arrivato il momento di fare sentire la nostra voce.
Con affetto
Pippo Di Natale - Cgil Palermo -