17 gennaio 2012 - Il segretario della Cgil catanese, Angelo Villari, accetta l’invito di Blogsicilia a prendere un caffè insieme. E’ l’occasione per fare il punto su una città che secondo l’esponente sindacale non vive certo una fase positiva.
“Se dovessimo fare una analisi approfondita su come sta Catania, beh, ci sarebbe da piangere. Tuttavia dobbiamo vedere, con impegno forte, come si riesce ad uscire da questa situazione drammatica. E’ difficile e ci vuole lo sforzo di tutti. Stiamo registrando una situazione pesante e lo rileviamo anche dai dati. Abbiamo tassi di povertà che in città raggiungono anche il 50% tra gli anziani. Una famiglia di anziani su due è sotto i livelli di povertà. Scende di appena 10 punti percentuale, poi, il tasso di povertà delle altre famiglie catanesi”.
Numeri impressionanti.
“E’ così. A questo aggiungiamo tassi di disoccupazione altissimi soprattutto tra i giovani e le donne. La crisi, inoltre, si registra in tutti i settori economici della provincia etnea. Penso ad esempio alla cassa integrazione all’St, dei problemi alla Numonix o le aziende in crisi che non riescono a ripartire come la Sat o la Cesame. C’è poi il settore agricolo che versa in una situazione penosa e quello commerciale che sta determinando espulsione di manodopera pesante o il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato”.
Pare che neppure i centri commerciali vadano molto bene.
“E’ vero. Etnapolis è in profonda crisi, Centrosicilia non va benissimo così come ‘Porte di Catania’ e la stessa Ipercoop ha difficoltà”.
Come se esce, segretario?
“Noi proprio in questi giorni abbiamo chiesto al sindaco di Catania, con una convocazione di Cgil, Cisl e Uil, un incontro per capire come si può intervenire affinchè la città esca da una fase così difficile. Le opportunità, per elencarne qualcuna, sono quelle di come ‘costruire’ un piano regolatore che guardi alla Catania del 2020 per dare una prospettiva ai cittadini. C’è poi la questione di Corso Martiri dove bisogna far presto a far partire i lavori sapendo, però, che la volumetria di cemento da mettere ‘in campo’ è eccessiva. Se si mettono in moto queste attività guardando con grande attenzione ai problemi della legalità, scardinando il sistema malavitoso che pesa così tanto a Catania, riteniamo che la città potrà tornare a ‘respirare’ avendo anche una prospettiva. Su questi temi chiediamo il massimo impegno anche della Provincia etnea e del governo regionale”.
Verso l’amministrazione comunale vince la linea dura, o quella del dialogo?
“Nei primi anni di amministrazione Stancanelli non si è fatto tanto, anzi troppo poco. Adesso c’è un protagonismo maggiore del sindaco anche perchè dopo aver lasciato la carica di senatore pensa a ricandidarsi come primo cittadino. A noi della Cgil tutto questo interessa ben poco. A noi interessa il merito delle cose. Se ai problemi che noi poniamo, al progetto che noi pensiamo sulla vivibilità, sullo sviluppo e sulla legalità riceviamo risposte, bene. Nessun problema. Non c’è alcun pregiudizio. Naturalmente, però, neanche ci appiattiamo davanti a chi amministra a prescindere dal colore politico se non ci sono risposte forti per la gente che rappresentiamo, ovvero, lavoratori, pensionati e le fasce più deboli”.
Sul governo regionale, infine, qual è il vostro giudizio?
“Va detto subito che a livello nazionale chi ha preceduto il governo Monti ha affamato la Sicilia. Quindi questo esecutivo regionale ha lavorato con grande difficoltà proprio per l’assenza di risorse. Tuttavia, al di là dello schieramento, pensiamo che il governo Lombardo debba fare di più migliorando, ad esempio, le condizioni di crescita. Per fare ciò, va selezionata la spesa evitando quella inutile e clientelare e puntando di più su quella produttiva. Solo così si potranno dare risposte alle migliaia di giovani, donne e lavoratori espulsi dalle attività produttive”.
Grazie Segretario, buona giornata.
di Francesco Bianco