24 gennaio 2014

Contratti a distanza, approvata la proposta Fissore, mai più contratti truffa

Mai più contratti stipulati telefonicamente, arrivano le tutele per i consumatori.La Commissione Industria del Senato approva la proposta del Senatore Elena Fissore: una firma scritta per i contratti di servizi
 La Commissione Industria e la Commissione Europa del Senato hanno approvato all’unanimità la proposta della Senatrice Elena Fissore sul recepimento della direttiva comunitaria 2011/83, concernente la regolazione dei contratti a distanza, stabilendo l’obbligo di firma scritta per tutti i contratti di fornitura di servizi conclusi telefonicamente.
Lo annuncia la Senatrice Elena Fissore che sin dall’inizio della legislatura si è impegnata con le Associazioni di riferimento per portare avanti le tante battaglie necessarie ad aumentare le tutele per i consumatori, che troppo spesso denunciano pratiche commerciali scorrette di alcuni operatori.
Dopo diversi incontri con le società attive nel settore della vendita telefonica, con le associazioni dei consumatori e in accordo con il Governo, Fissore ha proposto di prevedere l’obbligo di firma scritta per i contratti di fornitura e somministrazione di servizi, mentre per l’acquisto di beni tramite telefono si è scelto di lasciare libero il consumatore di scegliere se concludere il contratto telefonicamente o se richiedere la sottoscrizione per iscritto.
“Abbiamo lavorato con l’obiettivo di introdurre strumenti idonei per consentire scelte consapevoli nell’ambito dei contratti di servizi – precisa con soddisfazione il Senatore – Ora tocca al Governo recepire la direttiva europea, così da adeguare efficacemente la norma alla giusta esigenza di maggiore tutela dei cittadini/consumatori”.

Contratti on line, telefonici o porta a porta, arrivano le tutele per i consumatori
Il 13 gennaio, le associazioni dei consumatori hanno incontrato presso il gruppo PD del Senato, la Senatrice Elena Fissore relatrice del parere sul recepimento della direttiva comunitaria 2011/83, concernente la regolazione sui contratti a distanza.
I contratti a distanza, o più comunemente conclusi fuori dai locali commerciali, sono quelli che più di tutti in questi anni hanno generato conflitto tra consumatori e mercato, proprio in virtù delle numerose pratiche commerciali scorrette, causate da alcuni operatori, mediante il porta a porta o il telesseling, cercando di rifilare a tutti i costi beni o servizi a cui noi consumatori non eravamo interessati.
La nuova disciplina riguarderà: Articolo 46 (Ambito di applicazione)
1. Le disposizioni delle Sezioni da I a IV del presente Capo si applicano, a qualsiasi contratto concluso tra un professionista e un consumatore, inclusi i contratti per la fornitura di acqua, gas, elettricità o teleriscaldamento, anche da parte di prestatori pubblici, nella misura in cui detti prodotti di base sono forniti su base contrattuale.
2. In caso di conflitto tra le disposizioni delle Sezioni da I a IV del presente Capo e una disposizione di un atto dell’Unione Europea che disciplina settori specifici, quest’ultima e le relative norme nazionali di recepimento prevalgono e si applicano a tali settori specifici.
3. Le disposizioni delle Sezioni da I a IV del presente Capo non impediscono ai professionisti di offrire ai consumatori condizioni contrattuali più favorevoli rispetto alla tutela prevista da tali disposizioni.
È statisticamente provato che ad ogni famiglia italiana , negli ultimi anni è capitato di cadere nella truffa del porta a porta o del teleselling, trovandosi con un contratto enegetico, gas, telefonico, Pay tv oppure con un bene come l’abbonamento ad una rivisita, di cui non eravamo a conoscenza, se non dopo la chiamata del recupero crediti o dell’arrivo della fattura.
L’Europa sta cercando di armonizzare la disciplina ma a che di porre freno alle PCS – pratiche commerciali scorrette.
Sentiamo la posizione della relatrice in Senato sul provvedimento che sta per adottare il Governo italiano, e che doveva essere preso già dal 13 gennaio, sulla materia dei contratti a distanza che verrà recepito con l’ATTO DEL GOVERNO SOTTOPOSTO A PARERE PARLAMENTARE.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori, che modifica la direttiva 93/13/CEE e la direttiva 1999/44/CE e abroga la direttiva 85/577/CEE e la direttiva 97/7/CE (59) (articolo 1 della legge 6 agosto 2013, n. 96)
Le associazioni consumatori hanno fatto presente la loro posizione alla relatrice Fissore, ribadendo la necessità di un provvedimento severo che tuteli i consumatori e non le aziende che non vogliono realmente fare mercato.
In particolare hanno ribadito il mezzo e lo strumento per contrastare le pratiche commerciali scorrette, rimane quello della firma e dei documenti contrattuali per i servizi, mentre per i beni la trasparenza e la certezza che si tratti di una stipula contrattuale, in qualsiasi forma essa venga proposta.
di Luigi Gabriele