Sono 37 i dipendenti licenziati da Mtv nel 2013, un numero esorbitante se si considera che il rapporto con quelli mantenuti in servizio è maggiore di 1 a 3, e senza neanche prendere in considerazione gli innumerevoli contratti a termine lasciati scadere e non più rinnovati. Aggiungendo poi lo spegnimento dei canali compresi tra il 108 e il 121 sulla piattaforma Sky risulta chiara la difficoltà in cui versa il leggendario canale di musica statunitense, che da più di 30 anni domina il panorama internazionale.
I motivi sono molteplici: in primo luogo, la perdita di importanza dei cosiddetti "videoclip" in televisione ha influito non poco sulla scelta di sostanziale modifica dei palinsesti degli ultimi anni, dirottati sempre più verso la messa in onda di programmi e serie tv che poco o niente hanno a che fare con la musica. Inoltre, è aumentato a dismisura il numero di reti alternative che puntano al medesimo target ma con offerte più mirate rispetto alla Music Television, molto più generalista e per questo sempre meno capace di fare affidamento su rendite di posizione.
L'ultimo problema è anche il più difficile da affrontare e segna probabilmente la fine dell'era di primato della nota azienda americana: i dati Auditel parlano chiaro, Mtv costa quanto una rete generalista ma fa risultati di nicchia. In poche parole, Mtv costa tanto e produce poco.