30 aprile 2013

Catania Tagli alla cultura. Intervista a Duilio Belfiore (Slc Cgil)


CGIL, CISL e UIL, varato l'accordo sulla rappresentanza

da www.cgil.it
Di seguito riportiamo il documento conclusivo approvato oggi, 30 aprile, dai direttivi unitari di CGIL CISL e UIL riunitisi a Roma per discutere di mobilitazione unitaria,  del confronto con le associazioni di impresa, delle proposte del sindacato sul tema della rappresentanza.

La crisi del nostro Paese è sempre più drammatica. La riduzione dell’apparato produttivo, la disoccupazione e la perdurante assenza di investimenti, connotano la condizione attuale dell’economia italiana. La disattenzione ai temi del lavoro impedisce di intraprendere una strada che, frenando la caduta libera della nostra economia, permetta di riprendere fiducia e di tornare a crescere.

CGIL CISL e UIL ritengono urgente che il tema del lavoro, in tutte le sue componenti, torni al centro delle scelte politiche ed economiche e indicano i provvedimenti urgenti ed indispensabili per aprire una nuova fase:

   1.   dare soluzione a quelle emergenze che alimentano la disoccupazione. In particolare serve:

    - il rifinanziamento della CIG in deroga;

    - il completamento dell’effettiva salvaguardia degli “esodati”.

    2. ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle imprese che faranno assunzioni nel prossimo biennio, destinando automaticamente a tale scopo le risorse derivanti da un’efficace lotta all’evasione fiscale, reato di cui va sancita la natura penale.

    3. rilanciare politiche anticicliche prevedendo ad esempio la possibilità per i Comuni che hanno risorse, di fare investimenti e di avviare i cantieri già deliberati, fuori dal patto di stabilità. In questa direzione il provvedimento per il pagamento dei crediti alle imprese è un primo segnale positivo.

    4. ammodernare e semplificare la Pubblica Amministrazione non attraverso tagli lineari, ma con la riorganizzazione e l’efficacia del suo funzionamento, con il contenimento della legislazione concorrente ed eliminando tutte le formalità inutili che rallentano le decisioni. È fondamentale, per sostenere la crescita, investire nella scuola pubblica, nell’università, nella ricerca pubblica e privata e nell’innovazione.

    5. ridurre i costi della politica è la condizione per buone istituzioni e buona politica. Si tratta, da un lato, di riordinare e semplificare l’assetto istituzionale ed amministrativo del Paese, seguendo quanto già fatto dagli altri partner europei e, dall’altro, di tagliare con decisione gli sprechi e i privilegi che non sono compatibili con l’efficienza e la buona amministrazione.

6. definire una politica industriale che rilanci le produzioni, valorizzando le imprese che investono in innovazione e ricerca e che salvaguardano l’occupazione e le competenze.

Inoltre vanno definiti:

        - uno strumento di contrasto alla povertà e il finanziamento della non autosufficienza;

        - la proroga per i contratti precari della Pubblica Amministrazione e della Scuola in scadenza;

        - la riforma dell’IMU, esonerando solo i possessori di un’unica abitazione, con un tetto riferito al valore dell’immobile.

Queste sono le scelte per arrestare la caduta del sistema produttivo e fare ripartire la crescita creando nuove opportunità di lavoro. Investimenti, redistribuzione del reddito, ripresa dei consumi sono le condizioni essenziali per sostenere la ripresa della nostra economia. Le parti sociali sono impegnate al rinnovo dei contratti di lavoro e nella scelta di salvaguardare l’occupazione, anche attraverso gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà, nonché ad individuare come correggere le iniquità della legge sulle pensioni.

CGIL CISL e UIL sosteranno queste rivendicazioni con la mobilitazione che si realizzerà con iniziative territoriali e regionali confederali e di categoria, a partire da sabato 11 maggio e che approderà il 22 giugno in una grande manifestazione nazionale a Roma.

Su rappresentanza e democrazia sindacale, CGIL CISL e UIL, confermando il testo unitario del 2008, l’allegato all’accordo del 28 giugno 2011 e ad integrazione dello stesso, convengono di definire con Confindustria un accordo che regoli:

 la rilevazione e la certificazione della rappresentatività basata sull’incrocio tra iscritti e voto proporzionale delle RSU. Laddove non ci siano le RSU varrà solo il numero degli iscritti. Le organizzazioni sindacali sono impegnate a confermare le RSU laddove esistenti;
la titolarità della contrattazione nazionale per le organizzazioni sindacali firmatarie che raggiungano il 5% della rappresentanza per ogni CCNL;
gli accordi saranno definiti dalle organizzazioni sindacali che rappresentano almeno il 50%+1 della rappresentanza e dalla consultazione certificata dei lavoratori, a maggioranza semplice, le cui modalità attuative saranno stabilite dalle categorie per ogni singolo CCNL.

Sulla base di questi principi le Segreterie Nazionali confederali sono impegnate ad avviare il confronto anche con le altre associazioni datoriali.

Uni Europa: "Tlc, entro 5 anni 300mila posti di lavoro in meno"

I carrier europei potrebbero tagliare la forza lavoro del 30% nei prossimi 5 anni, per una perdita complessiva di oltre 300.000 posti: lo sostiene Franca Salis Madinier, presidente del sindacato Uni Europa Icts, che rappresenta i dipendenti del settore tlc in 27 Paesi europei. Ed entro dieci anni, prosegue Madinier, potrebbero addirittura risultare dimezzati i posti di lavoro nelle telco del continente, che a tutt’oggi ammontano complessivamente a circa 1,1 milioni.

Secondo un approfondimento pubblicato oggi da Bloomberg, alcuni dei licenziamenti potrebbero essere dovuti alla decisione degli operatori di dislocare la forza lavoro fuori dall’Unione europea, in aree dove il costo del lavoro è inferiore e ci sono legislazioni meno restrittive sull’impiego.

Sempre secondo l’agenzia giornalistica, il cammino su cui si avviano i carrier europei potrebbe rispecchiare quello già intrapreso negli Usa, dove dal 2007 i tre principali operatori - AT&T, Verizon Communications e Sprint Nextel - hanno ridotto di quasi un quarto la forza lavoro.

Nella Ue, ha detto a Bloomberg Fabio Colasanti, commissario europeo alle Telecomunicazioni dal 2002 al 2010, le telco “sono il datore di lavoro principale in alcuni Paesi e perciò ritenuti portatori di un certo grado di obbligo morale a non diminuire l’impiego. Tuttavia adesso ci sono chiari segnali di cambiamento”.

Il mese scorso Telecom Italia e i sindacati hanno raggiunto un accordo per salvaguardare i livelli occupazionali attraverso il miglioramento della produzione e scongiurando i licenziamenti. Dei 3 mila esuberi individuati in Telecom Italia, 2 mila e 500 saranno gestiti con contratti di solidarietà mentre 500 lavoratori lasceranno la società per andare in pensione, avendo maturato i requisiti necessari. Altri 350 lavoratori di Telecom Information Technology saranno gestiti con analoghi ammortizzatori sociali.

Vodafone, secondo principale carrier wireless del mondo con circa 86.000 dipendenti in oltre 30 Paesi, ha annunciato che taglierà in tutto quasi 2.000 posti di lavoro in Italia, Spagna e Germania. In particolare il 16 aprile Vodafone Germany ha annunciato il licenziamento di 500 persone in Germania e l’esternalizzazione in India e Romania. La manovra si concluderà nel 2015 ed è ovviamente disegnata per ridurre i costi, visto che sui mercati emergenti si può assumere personale a costi più competitivi.

A ottobre la svedese TeliaSonera ha comunicato un piano per tagliare 2.000 posti di lavoro in due anni, ma la situazione non è rosea neanche per Deutsche Telekom e France Telecom, anche se per il momento non ci sono stati annunciati di licenziamenti.

Secondo gli analisti interpellati da Bloomberg, tra gli elementi che portano inevitabilmente a una riduzione della forza lavoro c’è la costante evoluzione delle tecnologie: l’upgrade dal rame alla fibra ottica e le reti Lte/4G, con maggiori livelli di self-management,  sono fattori che inducono verso il consolidamento. Così, in un clima di forte crisi dell’eurozona e con la guerra dei prezzi tra operatori mobili, gli investitori continuano ad invocare tagli più netti sul fronte della forza lavoro.

di Luciana Maci

Telecom: Convocazione incontro sindacale Caring Services

Con la presente vi convochiamo ad un incontro sindacale nelle giornate del 7, 8 e 9 maggio 2013 con inizio alle ore 10,30 presso la sede aziendale in Roma, via di Val Cannuta 182, con il seguente ordine del giorno:

·       piano sedi: calendario degli interventi di razionalizzazione delle sedi previsti nel corso dell’anno 2013;
·       adeguamenti delle turnazioni con riferimento agli strumenti contrattuali previsti in materia di flessibilità degli orari di lavoro e conseguente avvio esami congiunti per adeguamenti delle turnazioni per le strutture della Divisione Caring Services interessate;
·       nuovo modello di Caring del servizio 187;
·       illustrazione della manovra di inserimento in attività di operatore di caring di personale proveniente dalle funzioni di gestione del credito della Divisione Caring Services;
·       nuovo modello di presidio delle attività di Credit Operations in ambito Caring Operations Consumer;
·       esame congiunto nuova turnistica della struttura di Credit Business, in ambito Caring Operations Enterprise;
·       andamento riqualificazione personale Directory Assistance ex accordo 27 marzo 2013

Cordiali saluti
Mario Iannaccone

Almaviva: Comunicato unitario su non pagamento una tantum

In queste ore Almaviva sta “ufficializzando” la decisione di non pagare l’una tantum contrattuale affermando di volerne richiedere una eventuale dilazione al prossimo incontro del 2 maggio (è quanto meno inusuale chiedere una dilazione di una somma che non si è pagata entro i termini stabiliti, abitualmente questa richiesta dovrebbe precedere la scadenza dei termini di pagamento!). Quello che lascia, francamente, sorpresi e che infastidisce molto è che la dirigenza di Almaviva continui a dichiarare in tutte le sedi come la decisione di non pagare l’una tantum sarebbe stata ufficializzata nel corso dell’ultimo incontro del 19 aprile.
Le segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, nello smentire categoricamente che il mancato pagamento sia stato in alcun modo preannunciato, né per le vie brevi né tanto meno al tavolo sindacale del 19 aprile, chiedono all’azienda di assumersi la responsabilità di questa decisione evitando di trincerarsi dietro fantomatiche ricostruzioni e dando ai propri dipendenti una comunicazione corretta e veritiera del mancato pagamento.
Le scriventi OO.SS., continuando a considerare molto seria la situazione di Almaviva, ritengono che, mai come oggi, sia il momento di assumere atteggiamenti chiari, non contraddittori e all’altezza della complessità del momento.
Nelle prossime settimane saremo chiamati a prendere decisioni importanti a salvaguardia dell’occupazione in azienda e, detto con franchezza, questi atteggiamenti aziendali non aiutano a costruire un clima di fiducia reciproca.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

29 aprile 2013

Telecom, l'ipotesi di un'Ipo della rete di accesso stuzzica il mercato

L'ipotesi ventilata dalla stampa di una quotazione della rete di accesso, nel tentativo di determinarne la corretta valutazione, alla luce della distanza di valutazione dell'asset tra la Cassa depositi e prestiti (10 miliardi di euro) e Telecom Italia (15 miliardi), stuzzica il mercato. Sarebbe stata la stessa Cdp a proporre la quotazione e il suo contestuale ingresso nel capitale della newco. Il titolo TI ha preso il largo a Piazza Affari e ora guadagna il 2,97% salendo a quota 0,6405 euro.

"Nel nostro scenario base, le attività domestiche di Telecom Italia senza la rete dovrebbero trattare implicitamente meno di 3 volte l'ebitda e quindi ci aspettiamo un re-rating dell'azione", affermano gli analisti di Kepler (buy e target price a 1 euro confermati sul titolo), secondo i quali, separando la rete, il gruppo dovrebbe cristallizzarne il valore e diminuire i rischi per il bilancio, affrontando il problema principale della struttura azionaria che non supporta la crescita industriale di lungo termine.

"Questo è il motivo per cui pensiamo che la società andrà avanti con la separazione della rete e la vendita delle attività commerciali a Hutchison Whampoa, mentre un aumento di capitale è improbabile". Qualche aggiornamento in merito arriverà con il cda dell'8 maggio. Per gli analisti di Intermonte (neutral e target price a 0,75 euro) l'eventuale Ipo della rete è una notizia neutrale/positiva, mentre è negativo il divario di valutazioni.

Separatamente i soci Telco (Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca) potrebbero utilizzare la finestra del 28 settembre per dare disdetta del patto e procedere alla scissione delle azioni e del debito della holding. La mossa costringerebbe i soci a svalutare le azioni a valore di mercato (1,2 euro attuali), ma eviterebbe loro di partecipare a un aumento di capitale.

In seguito potrebbero considerare la sottoscrizione di un patto di sindacato per governare il colosso tlc. Lo scioglimento andrebbe nella direzione auspicata dal management di Generali e di Mediobanca di avere maggior libertà di manovra su alcune quote strategiche e, malgrado il rischio legato alle svalutazioni, sarebbe positiva.

"Condividiamo il punto che per Telco sia un anno decisivo", osservano gli analisti di Equita (hold e target price a 0,67 euro). "L'offerta di Hutchison Whampoa è molto allettante per i soci di Telco/Telecom Italia. Al contrario, rifiutandola, si rischierebbe di dover rafforzare patrimonialmente Telco/TI della qual cosa non tutti i soci sono disponibili. In caso di esecuzione del deal con 3 Italia vedremmo per Telecom Italia un upside di oltre il 40% mentre non siamo convinti della generazione di valore della sola operazione dello spin off della rete".
Di Francesca Gerosa

SKY: Comunicato Nazionale del 29 aprile 2013

Il giorno 24 Aprile 2013 si è svolto, presso la sede di Unindustria di Roma il previsto incontro con l’Azienda SKY, alla presenza del Dott. La Bianca, le Segreterie Nazionali, Territoriali di SLC/FISTEL/UILCOM e le Delegazione delle RSU.
L’Azienda ha subito esposto una panoramica sui dati di bilancio e sull’attuale scenario confermando il raggiungimento, nel F.Y. 2012, di ricavi pari a 2789 ml di €, sostanzialmente stabili negli ultimi 4 anni ed un calo netto sulla base abbonati di c.a. -71 mila (4,901ml FY12), tale andamento al ribasso si è confermato anche nei mesi successivi, infatti l’anno 2012 si è chiuso con la quota di 4,833 ml abbonamenti paganti.
La forte crisi che  sta attraversando il paese non sta risparmiando neanche SKY Italia.
L’azienda evidenzia ulteriori criticità sui ricavi sia per il costante abbassamento del CURN sia per minori introiti pubblicitari (-5/6%).
A ciò si aggiunge un’ulteriore difficoltà, poiché l’ultima assemblea di News Corp ha deliberato una rivisitazione dei costi al ribasso per c.a. 200 ml di $ sulla controllata Italiana, nel medio termine.
Pertanto un inevitabile taglio dei costi, cui si aggiunge una generalizzata stabilizzazione dei ricavi ed una costante diminuzione del parco abbonati determina, a detta dell’azienda, un intervento di rivisitazione organizzativa a partire dal settore rete vendite.
 La nuova organizzazione, più piatta della precedente, prevede una maggiore concentrazione sui tre canali (presidi sui punti vendita,web, teleselling), minore utilizzo delle aree intermedie di supporto/staff, focalizzazione della attività go to market, mentre sul territorio si passerà dalle attuali 4 a 6 nuove aree; diminuiranno drasticamente i presidi sui punti vendita considerati improduttivi.
In merito agli organici del settore, su sollecitazione delle OO.SS., l’azienda ha dichiarato, che con la vecchia struttura si sarebbero determinate 50/60 eccedenze rispetto agli attuali 110 lavoratori impegnati nel settore.
 La logica del confronto con le OO.SS ha quindi evitato esuberi traumatici ad impatto sociale, che andranno comunque gestiti con soluzioni alternative, attraverso riassorbimenti interni, ricollocazioni con nuovi skill professionali, ma anche possibili trasferimenti ed  incentivazione all’esodo.
La Delegazione Sindacale pur condividendo la logica del confronto e l’esclusione al ricorso di effetti che possano generare traumaticità per i lavoratori ha confermato la necessità di aggiornare il confronto, ritenendo necessario avere un quadro d'insieme della riorganizzazione con particolare riferimento alle ricadute logistiche per i lavoratori interessati.
La stessa Delegazione Sindacale ha infine sostenuto la necessità, già condivisa con l’azienda, di aprire finalmente il confronto sulla tematica dell’integrativo ed in particolare sul nuovo modello di Premio di Risultato, ritenendo indispensabile un riconoscimento economico anche per l’anno in corso. Infine si è resa necessaria una ulteriore verifica, in ambito nazionale in merito al recente accordo di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori a tempo determinato.
L’azienda ha confermato la volontà di confrontarsi sul nuovo modello del PdR e sulla verifica dell’accordo dei TD, mentre sostiene l’impossibilità, vista la situazione critica di bilancio e di risultati che ha portato anche alla nuova organizzazione della rete vendite, di poter giustificare riconoscimenti economici a titolo di premio di risultato nell’anno 2013.
Le OO.SS. hanno espresso la loro ferma contrarietà a tale affermazione aziendale.
Le parti hanno quindi calendarizzato per il prossimo 8 Maggio 2013 un nuovo momento di confronto.               
LE SEGRETERIE NAZIONALI
 SLC/CGIL -  FISTEL/CISL - UILCOM/UIL

VISIANT NEXT: COMUNICATO SINDACALE

Roma, 29/04/2013
Sulla scia di Fastweb anche Visiant Next ha comunicato la decisione di procedere all’assorbimento dell'aumento contrattuale del CCNL a tutti i dipendenti. Anche loro "fregandosene" di 13 mesi di trattativa, di due scioperi che hanno pesato sulle tasche
dei lavoratori, e senza tenere conto che nel mezzo è avvenuta proprio la cessione di ramo d’azienda.
Le Segreterie Nazionali ritengono non solo inaccettabile e poco responsabile l’atteggiamento di Visant Next, ma preoccupante nello specifico visto che la Società è in una fase di start-up.
L’Accordo di maggio 2012 prevede la garanzia sui volumi di traffico oltre ad una serie di altre tutele e quindi a pochi mesi dall’avvio delle attività risulta incomprensibile qualsiasi problema di natura economica. Le Segreterie Nazionali chiedono con forza che tale decisione venga immediatamente ritirata.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC CGIL - FISTEL CISL - UILCOM UIL - UGL

28 aprile 2013

Lavoro occasionale accessorio, buoni lavoro e voucher

Nell'ambito del "lavoro occasionale accessorio", rientrano tutte le prestazioni lavorative non riconducibili a contratti di lavoro di alcun tipo, in quanto svolte in modo saltuario e regolate attraverso i cosiddetti "buoni lavoro" (voucher), i quali garantiscono la copertura previdenziale presso l'Inps e quella assicurativa presso l'Inail. I committenti che possono utilizzarli sono famiglie, enti o imprese di vario tipo.
Scopo del lavoro accessorio è di favorire l’occupazione di soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, oppure in procinto di uscirne, oltre che di favorire l’emersione del lavoro nero.
Chi può svolgere il lavoro occasionale accessorio
Sono numerose le persone che possono essere utilizzate per incarichi tramite i buoni lavoro o voucher:
  • tutti i lavoratori (con riferimento alla generalità dei settori produttivi, ad eccezione del settore agricolo);
  • studenti con meno di 25 anni iscritti ad un corso di studi di qualsiasi ordine e grado nel week end, ovvero durante tutto l’anno se iscritti all’università (attività agricole stagionali):
  • pensionati (attività agricole stagionali);
  • tutti, ad eccezione dei soggetti iscritti l’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli (solo per le attività agricole a favore di piccoli imprenditori agricoli).
Attività consentite
Il lavoro accessorio può essere utilizzato in tutti i settori produttivi, nelleattività agricole stagionali e nelle attività agricole presso piccoli imprenditori agricoli.
Ecco alcuni tipici lavori occasionali che possono essere retribuiti tramite i buoni lavoro o voucher:
  • baby sitter o dog sitter;
  • lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti;
  • organizzazione di fiere e manifestazioni sportive, culturali o caritatevoli;
  • lavori di emergenza o di solidarietà;
  • consegna porta a porta e vendita ambulante di quotidiani e periodici;
  • lavoro agricolo stagionale;
  • lezioni private.
Limiti
Si può svolgere attività di lavoro accessorio fino ad un massimo di 5 mila euro l’anno, sommando gli incarichi dei diversi datori di lavoro. Inoltre, per quanto riguarda le prestazioni rese nei confronti di imprenditori commerciali o professionisti, le attività svolte a favore di ciascun committente non possono superare i 2 mila euro annui.
Come funzionano i 'buoni lavoro’ (voucher)
Il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio avviene attraverso il meccanismo dei 'buoni', cioè dei tagliandi il cui valore nominale può essere di 10, 20 o 50 euro. Tale valore comprende sia la contribuzione a favore della gestione separata Inps (con l'aliquota variabile nel tempo propria di questa forma previdenziale), sia quella in favore dell'Inail per l'assicurazione anti-infortuni, sia un compenso alconcessionario (Inps), per la gestione del servizio. Il valore netto del voucher da 10 euro nominali, cioè la cifra che rimane al prestatore, è dunque inferiore. 
Il committente può acquistare i buoni in forma telematica o cartacea:
  • presso qualsiasi sede provinciale Inps o via internet (dopo aver effettuato la registrazione sul sito dell'Inps, sia del datore di lavoro che del lavoratore);
  • alle Poste, in una tabaccheria convenzionata o presso gli sportelli bancari abilitati (sul sito Inps è disponibile la lista degli esercizi convenzionati).
Come si riscuotono i buoni lavoro
La riscossione dei buoni cartacei da parte dei prestatori/lavoratori può avvenire presso tutti gli uffici postali sul territorio nazionale; i voucher acquistati presso gli sportelli bancari, invece, sono pagabili esclusivamente dal medesimo circuito bancario.

27 aprile 2013

Governo: I nomi dei ministri

 Enrico Letta ha sciolto la riserva. Via al suo governo: un governo con un “record di presenza femminile” e giovane, ha detto lo stesso premier. Su ventuno ministri sette sono donne. Molti i quarantenni. E c’è anche una new entry assoluta: la prima ministra di colore, Cécile Kyenge, deputato del Partito democratico, che approda al ministero senza portafoglio dell’Integrazione.
L’età media dei ministri è di 53 anni, undici anni in meno rispetto all’età media del precedente governo tecnico guidato da Mario Monti.
Quello di Enrico Letta è un governo “politico”, ha precisato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal momento che è fondato sulle “più ampie convergenze dei partiti politici”.
L’accordo con il Pdl è sancito dalla presenza e dal ruolo dal segretario del partito Angelino Alfano, nominato vicepremier e ministro degli Interni. Ma che la lista sia stata dettata più da Napolitano che da Berlusconi lo si può notare nella presenza di alcuni nomi non graditi all’ex premier Pdl, come Fabrizio Saccomanni (all’Economia), mentre mancano i fedelissimi come Renato Brunetta, dato tra i possibili ministri fino a poche ore prima.
Nei dicasteri chiave ci sono poi due donne: Annamaria Cancellieri, che passa dal ministero degli Interni del governo Monti a quello della Giustizia, ed Emma Bonino, al ministero degli Esteri.
Filippo Patroni Griffi, già ministro del governo Monti, resterà al fianco di Enrico Letta nella veste di sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio.
Ecco i nomi dei ministri, che giureranno domenica 28 aprile alle 11:30 al palazzo del Quirinale nel Salone delle Feste.
Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri: Filippo Patroni Griffi

MINISTRI CON PORTAFOGLIO
Interni e vicepremier: Angelino Alfano
Esteri: Emma Bonino
Giustizia: Annamaria Cancellieri
Difesa: Mario Mauro
Economia e Finanze: Fabrizio Saccomanni
Sviluppo Economico: Flavio Zanonato
Infrastrutture e Trasporti: Maurizio Lupi
Politiche agricole, alimentari e forestali: Nunzia De Girolamo
Ambiente e tutela del territorio e del mare: Andrea Orlando
Lavoro e politiche sociali: Enrico Giovannini
Istruzione, Universitè e Ricerca: Maria Chiara Carrozza
Beni e attivita culturali e turismo: Massimo Bray
Salute: Beatrice Lorenzin

MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO
Affari europei: Enzo Moavero Milanesi
Affari regionali e delle autonimie: Graziano Delrio
Coesione territoriale: Carlo Trigilia
Rapporti con il Parlamento e coordinamento dell’attività di governo: Dario Franceschini
Riforme Costituzionali: Gaetano Quagliariello
Integrazione: Cécile Kyenge
Pari opportunità, sport e  politiche giovanili: Josefa Idem
Pubblica Amministrazione e semplificazione: Giampiero D’Alia

Slc Cgil Catania: Comunicato assemblea 24 aprile 2013

COMUNICATO SINDACALE
In data 24 Aprile 2013 si è svolta un assemblea dei lavoratori telecom iscritti e dei simpatizzanti alla Slc Cgil di Catania. L'assemblea è stata partecipata sia dal punto di vista della presenza ma soprattutto che dagli argomenti discussi con riferimento all'accordo sul Piano Industriale aziendale. Dopo l’accordo sul Piano Industriale, attraverso il quale è stato chiesto ai lavoratori Telecom di pagare il prezzo di grandi sacrifici economici e lavorativi, riteniamo inaccettabile che si vengano a creare tensioni, e non per causa nostra,  all’interno dei vari reparti di Catania.
All'interno di Open Access, compreso nei reparti in solidarietà, si è chiesto di lavorare il 25 Aprile ed 1 maggio, ed inoltre l'AOU è stato fatto oggetto di due nuove canvass su addebiti e produttività. Per quanto riguarda il Caring  persistono ancora criticità su ferie e permessi che vengono negati in quanto le percentuali giornalmente disponibili sono risicate ed insufficienti se rapportate al numero di lavoratori per ogni singolo modulo. Questo avviene, principalmente, in corrispondenza dei ponti che legano giornate festive, week end e solidarietà.
Il Sindacato ed i lavoratori si chiedono quale  profilo etico può avere la nostra azienda che Da un lato chiede sacrifici ai lavoratori attivando la solidarietà con pari riduzione delle prestazioni lavorative e  dall’altro chiede di prestare lavoro straordinario? Può dopo i sacrifici richiesti incentivare canvass con incentivazioni individuali dopo tutto ciò ? Invece di continuare a perseverare con questi strumenti oramai obsoleti se esiste la vera necessità di lavoro perché non inizia fin da subito a riqualificare il personale in solidarietà verso quei reparti dove ci siano reali esigenze lavorative?
Ovviamente invitiamo i lavoratori delle AOU a non partecipare e non dare disponibilità sia alle canvass che a questi straordinari che penalizzano non solo loro ma sopratutto i nostri colleghi che si ritrovano con uno stipendio decurtato e con la propria dignità intaccata.
Come SLC CGIL di Catania riteniamo irritante e provocatorio questo tipo di comportamento aziendale e diffidiamo l’azienda dal proseguire su questa linea di comportamento e se ciò non dovesse accadere ci mobiliteremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione, quantomeno per il rispetto dell’accordo sul P.I. e per salvaguardare tutti i lavoratori lesi nella propria  dignità.
La Segreteria Provinciale Slc CGIL di Catania
Il Coordinamento Telecom e la Rsu

Telecom Italia: Dichiarazione di Sciopero ASA in Sicilia

OGGETTO: Dichiarazione di sciopero.

MOTIVAZIONI: Turnistica e Organizzazione del Lavoro in ambito ASO/ASA (Assurance Service Operations).

Le scriventi Organizzazioni Sindacali proclamano per le Regione Sicilia lo sciopero di un'ora al giorno dal 7 al 18 maggio 2013 compresi per i reparti ASA\ASO di Telecom Italia. Lo sciopero avrà la seguente articolazione:
I lavoratori il cui turno inizia nella fascia oraria compresa dalle ore 07.50 alle ore 09.50 scioperano dalle ore 09.50 alle 10.50

I lavoratori il cui turno inizi alle ore 10 scioperano la prima ora in entrata.

I lavoratori il cui turno inizia dalle ore 11 in poi scioperano l'ultima ora del turno.

Le scriventi dichiarano di aver esperito con Telecom Italia SpA le procedure di raffreddamento il 08/03/2013  e con la Prefettura di Palermo il tentativo di conciliazione in data 23.04.2013 con esito negativo.
La presente comunicazione vale come preavviso ai sensi della Legge 83/2000 e precedenti ed in base alla delibera di modifica della Regolamentazione Provvisoria adottata dalla Commissione di Garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali (Seduta del 15 Novembre 2007) per tutte le aziende del settore sottoposte a tale regolamentazione.

Distinti saluti.
 I SEGRETARI REGIONALI
SLC-CGIL             FISTel-CISL          UILCOM-UIL
M. Cardella           G. Tomasello         G. Tumminia

25 aprile 2013

Punibile per estorsione il datore che riduce lo stipendio sotto la minaccia di licenziamento

E' punibile per il reato di estorsione l'imprenditore che minacci di licenziamento i propri dipendenti nel caso in cui questi non accettino una retribuzione inferiore a quanto indicato nella busta paga; lo stesso vale per l'imposizione di apporre la propria firma su lettere di dimissioni in bianco onde evitare le disposizioni legislative dettate in tema di preavviso al licenziamento. E' quanto afferma la Corte di Cassazione (sentenza 31/8/2010, n. 32525 della VI Sez. penale) sottolineando, come da giurisprudenza consolidata, che in nessun caso può essere legittimata e ricondotta "alla normale dinamica di rapporti di lavoro" un'attività minatoria, in danno di lavoratori dipendenti, che approfitti delle difficoltà economiche o della situazione precaria del mercato del lavoro per ottenere il loro consenso a subire condizioni di lavoro deteriori rispetto a quelle previste dall'ordinamento giuridico, in attuazione delle garanzie che la Costituzione della Repubblica pone a tutela della libertà, della dignità e dei diritti di chi lavora.
La Suprema Corte ha inoltre sottolineato che la minaccia, intesa quale elemento costitutivo del reato di estorsione, non deve necessariamente essere ricondotta alla prospettazione, a fini di coartazione, di un male irreparabile alle persone o alle cose tale da impedire alla persona offesa di operare una libera scelta; è invece sufficiente che, in considerazione delle circostanze concrete in cui la condotta viene posta in essere, questa sia comunque idonea a far sorgere il timore di subire un concreto pregiudizio.

TELECAMERE NEI LUOGHI DI LAVORO E DIRITTI DEI LAVORATORI

Nella newsletter n. 370 del 1° marzo 2013,  il Garante Privacy, circa l’uso di telecamere sui luoghi di lavoro, precisa che la televigilanza, con scopo di anti-taccheggio e anti-rapina, protezione del patrimonio in genere, non deve consentire forme di controllo a distanza dei lavoratori. Esempio: non si possono riprendere i lavoratori che passano il badge, poiché così si verifica l’osservanza dei doveri di diligenza stabiliti per il rispetto dell’orario di lavoro e la correttezza nell’esecuzione della prestazione lavorativa, concretizzando un controllo occulto del lavoratore.

Controllo della navigazione del dipendente
Il Garante privacy ha ribadito che è illecito monitorare in modo sistematico e continuativo la navigazione in Internet dei lavoratori. Nel caso specifico un’azienda ha controllato per nove mesi la navigazione on line di un dipendente attraverso un software in grado di memorizzare “in chiaro”, tra l’altro, le pagine e i siti web visitati, il numero di connessioni, il tempo trascorso sulle singole pagine.
Il controllo sistematico della navigazione viola infatti lo Statuto dei lavoratori, che vieta l’impiego di apparecchiature per il controllo a distanza dell’attività dei dipendenti. Peraltro la società non aveva neanche provveduto ad attivare le procedure stabilite dalla normativa qualora tale controllo fosse motivato da “esigenze organizzative e produttive” (accordo con le rappresentanze sindacali o, in assenza di questo, autorizzazione della Direzione provinciale del lavoro).
Il Garante ha ritenuto, infine, che la società sia incorsa anche nella violazione dei principi di pertinenza e non eccedenza delle informazioni raccolte, poiché il monitoraggio, diretto peraltro nei confronti di un solo dipendente, è risultato prolungato e costante.



Pignoramento stipendi e pensioni, Equitalia: no sotto 5.000 euro mensili

 Pericolo scampato per i contribuenti italiani: una circolare di Equitalia fa rientrare l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Movimento Difesa del Cittadino sulla possibilità di pignorare in toto pensioni e stipendi presso terzi. Nel pomeriggio di ieri è arrivata la notizia: stop, con decorrenza immediata e per tutti i redditi stipendio/pensione sotto i 5.000 euro mensili, ai pignoramenti sui conti correnti in banca o alle poste dove vengono versati stipendi e pensioni.
Per il pignoramento presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico restano i vecchi limiti: potrà essere pignorato 1/10 dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili di reddito, 1/7 tra 2.500 e 5.000 euro 1/5 sopra questa soglia.
Evidentemente il momento di crisi economica è tale per cui anche Equitalia ha pensato di lanciare un segnale per andare incontro alle esigenze dei cittadini. La decisione è contenuta in una circolare che il responsabile della divisione riscossione di Equitalia, Giancarlo Rossi, ha inviato agli amministratori delegati e ai direttori generali di tutte le società di riscossione partecipate.
La circolare, che ha per oggetto “pignoramenti a carico di lavoratori dipendenti e pensionati”, prevede che “nelle more degli approfondimenti che si rendono necessari all’esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi/pensioni, si dispone, con decorrenza immediata, che per i contribuenti lavoratori dipendenti e/o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito/poste”. “Tali azioni – prosegue la circolare – saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro e/o ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a 5 mila euro mensili”.
“Siamo felici di aver lanciato la battaglia per ottenere lo stop ai pignoramenti in banca. E’ una vittoria del buon senso e del rispetto dei cittadini. Il Movimento difesa del cittadino aveva protestato duramente contro l’effetto perverso dei provvedimenti legislativi decisi dal governo Monti. In un momento di gravi difficoltà per famiglie e imprese l’interpretazione vessatoria da parte di Equitalia e Agenzia delle Entrate stavano dando colpi fatali a chi non era in grado di affrontare i debiti con lo Stato, arrivando all’azzeramento dei conti correnti in cui venivano versate le pensioni. Ma è solo una vittoria momentanea. Bisogna revocare quella norma iniqua e restituire ai cittadini in difficoltà la possibilità di onorare i loro debiti senza perdere il minimo vitale e senza essere ridotti alla fame”. 
23 aprile 2013

Mutui prima casa, dal 27 aprile parte Fondo per sospensione rate

Dal 27 aprile torna operativo il Fondo di Solidarietà per i mutui prima casa che consente a chi è in difficoltà economiche di sospendere, fino a 18 mesi, il pagamento dell’intera rata del mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale. Il Regolamento del Ministero dell’Economia (n.37, 22 febbraio 2013) che riattiva il Fondo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 aprile scorso. Il Fondo è stato rifinanziato dal Decreto “Salva Italia” con 20 milioni di euro.
Operativo da fine 2010, ha consentito sinora la sospensione di circa 6.000 mutui. La sospensione delle rate non comporta l’applicazione di alcuna commissione o spesa di istruttoria e avviene senza richiesta di garanzie aggiuntive e viene concessa anche per i mutui che hanno già fruito di altre misure di sospensione, purché tali misure non determinino complessivamente una sospensione dell’ammortamento superiore a 18 mesi. In pratica il Fondo, sostenendo i costi relativi agli interessi maturati sul debito residuo durante il periodo della sospensione,  ripaga alla banca il tasso di interesse applicato al mutuo con esclusione della componente di “spread”.
Si stima che il Fondo rifinanziato possa “servire” a 16mila famiglie. Dal 27 aprile 2013 è possibile presentare la domanda di sospensione direttamente presso la banca con la modulistica ufficiale aggiornata, disponibile sia sul sito del MEF (www.dt.tesoro.it) sia sul sito di Consap Spa (www.consap.it). La banca – effettuati gli adempimenti di competenza – inoltra l’istanza a Consap che, verificati i presupposti, rilascia alla banca il nulla osta alla sospensione del pagamento delle rate del mutuo. La banca comunica all’interessato la sospensione dell’ammortamento del mutuo.
Si ricorda che hanno diritto a beneficiare del sostegno soggetti (beneficiari di mutuo) che si trovino in almeno una delle seguenti situazioni:
cessazione del rapporto di lavoro (anche parasubordinato) con attualità dello stato di disoccupazione (non dovuta però a risoluzione consensuale, risoluzione per raggiungimento età pensionabile, licenziamento per giusta causa o giustificato motivo oggettivo, dimissioni del lavoratore non per giusta causa);
morte o riconoscimento di handicap grave o di invalidità civile non inferiore all’80%.
Queste situazioni devono essersi verificate successivamente alla stipula del contratto di mutuo e nei 3 anni antecedenti la richiesta di accesso al beneficio. Può presentare domanda il proprietario di un immobile adibito ad abitazione principale, titolare di un mutuo contratto per l’acquisto dello stesso immobile non superiore a 250.000 euro e in possesso di indicatore ISEE (reddito annuo) non superiore a 30.000 euro.

24 aprile 2013

Telecom Sicilia: Comunicato sindacale post accordo nazionale del 24 aprile 2013

Si stanno concludendo in tutta Italia  le assemblee dei lavoratori di Telecomitalia relative all’accordo sulle ricadute del piano di impresa 2013/15.
Come Segreterie Regionali abbiamo sentito il dovere, prioritariamente, di essere presenti nelle sedi più  disagiate: Trapani, Ragusa, Siracusa.

L’acceso dibattito assembleare ha messo in evidenza alcuni punti di sofferenza relativi al mandato democratico su cui  evidenziamo che  rispetto ad un voto regionale contrario,ha visto prevalere, in ambito nazionale, un voto favorevole ( 7935 favorevoli 7459 contrari 758 astenuti).
Occorre ribadire che le assemblee non chiedevano  la  chiusura della trattativa, ma un mandato a proseguirla individuando prioritariamente degli obbiettivi irrinunciabili: la tenuta di tutti i livelli occupazionali, prima fra tutti i lavoratori del DA, oltre ai 3000 esuberi dichiarati nel Piano d’ impresa; la rimozione del processo di societarizzazione del Caring;  il mantenimento del perimetro industriale attuale.
Sul raggiungimento di questo obiettivi, non ultimo il pagamento della quota di PDR del II°semestre 2012 e la definizione di un nuovo PDR per i prossimi 3 anni,  (da noi sintetizzati nel Comunicato Regionale del 21/03/2013) si è deciso di sostenere l’intesa con l’utilizzo condiviso dei CDS, che hanno trasformato i 3000 licenziamenti in 32000 lavoratori sottoposti alla solidarietà; solo uno spirito mutualistico tra tutti i lavoratori di telecomitalia ci  consentirà di superare questi 2 anni di “crisi”, in assenza della vecchia mobilità 223 che, ha permesso in questi ultimi 10 anni a migliaia di lavoratori di andare in prepensionamento. 

Dobbiamo essere consapevoli, come lavoratori di questa azienda, che con la sua articolata storia si porta dietro tante contraddizioni spesso scaricate sui lavoratori, che comunque non siamo in una condizione “protetta”, ma interagiamo come cittadini di questo paese con tutte le problematiche che il mondo del lavoro sta attraversando giornalmente.
Questo è un paese che sta scivolando sull’orlo della povertà; in un solo anno il dato di popolazione che vive senza nessun lavoro/reddito è salito al 33% e il nostro ruolo richiede  “scelte”sempre più difficili.
L’accordo raggiunto è un esempio concreto di chi decide di salvaguardare la continuità occupazionale nel prossimo triennio attraverso un processo di internalizzazioni di attività e riqualificazione professionale.      

Per questo non condividiamo gli appelli a dimettersi dal sindacato lanciati da alcune realtà  territoriali; questo è il momento di fare fronte comune e chiedere a chi ci governerà in un prossimo futuro, di mettere in atto azioni di sviluppo e crescita dell’intero paese per non vanificare i sacrifici richiesti ai lavoratori.

Va in questa direzione il coinvolgimento istituzionale nelle sedi oggetto di chiusura dal 2014, con l’esigenza di prevedere delle formule di partenariato tra gli enti locali e Telecomitalia, condizione che deve vedere Telecom  farsi carico di alcuni servizi da offrire alle istituzioni  territoriali in cambio di poter fruire di “spazi”utili per continuare l’esperienza di lavoratore remotizzato all’interno di una sede colettiva, Inoltre, va riproposta la possibilità di continuare l’attività lavorativa remotizzata all’interno di siti sociali disponibili e in uso alla società. Chiediamo con forza che tutti i lavoratori delle sedi oggetto di processi di telelavoro debbano essere prioritariamente individuati, entro l’anno 2013, come bacino per una riqualificazione professionale.

Nel corso delle assemblee abbiamo raccolto ulteriori denuncie relativamente alla O.d.L. e all’applicazione di alcuni istituti contrattuali che in alcuni casi già impattano con l’accordo firmato,   in particolare:
i lavoratori del Caring hanno evidenziato parecchie criticità sulla fruizione delle Ferie o di alcuni istituti che vengono puntualmente negati (recupero Tim Mamma /Papà in continuità con il turno)  giustificando tale comportamento con l’ applicazione dei CDS. Riteniamo tale atteggiamento strumentale e privo di fondamento e invitiamo l’azienda a rimuovere tale comportamento e/o ove lo ritenesse necessario,  a convocare le RSU e le OO.SS. cosi come contrattualmente previsto.
Sempre in ambito Caring , in particolare al 119 di Palermo, abbiamo appreso che è stata implementata una coda per i clienti ex Tim, con arco orario 9.00/17.00 Lun/ven. in assenza di qualsiasi comunicazione alle RSU e al Sindacato.
Si chiede di conoscere tutte le motivazioni e le prerogative organizzative su cui poggia l’espletamento di tale servizio.
In ambito rete i lavoratori hanno denunciato la pressante richiesta di lavoro festivo nelle giornate del 25 aprile e 1 maggio.
Riservandoci di segnalare tale comportamento alle autorità preposte alla vigilanza sul lavoro straordinario in coincidenza con i CDS, ci chiediamo se l’esigenze sono realmente motivate oppure servono uomini per chiudere WR e gonfiare la produttività. A proposito di produttività in rapporto ai costi, ci risulta per es. che nella sola  AOL Sicilia Ovest l’anno scorso si sono revisionati 32000 pali per un valore

di circa 176.000 euro e invece quest’anno nostre risorse stanno formando personale di impresa per cedere quota parte di questa importante attività internalizzata. Cosa c’e alla base di questa scelta? Non abbiamo ancora iniziato il processo di internalizzazioni che rappresenta una delle parti pregiate dell’accordo, e già l’azienda procede in maniera unilaterale prevedendo un inversione del processo.

Siamo consapevoli che inizia la fase più difficile, affrontate le “cause” dobbiamo confrontarci con gli “effetti” solo una azione vigile e solerte del sindacato e dei lavoratori può garantire una corretta applicazione delle intese raggiunte, solo la capacità di presidiare e pretendere  riqualificazione, formazione, internalizzazioni, ci garantirà un risultato utile agli interessi dei lavoratori, il futuro di questa grande azienda appare ogni giorno sempre più incerto rispetto a processi finanziari, regolatori, industriali e commerciali in cui il sindacato non sarà direttamente  coinvolto, a noi  e soprattutto alle Segreterie nazionali spetta l’onere di individuare e supportare una azione istituzionale, volta al garantire i livelli occupazionali attraverso lo sviluppo di Telecomitalia. 

Palermo li 24 Aprile 2013    
  
Le Segreterie Regionali
SLC/CGIL  FISTEL/CISL  UILCOM/UIL

Vodafone: Comunicato unitario su confronto del 22 e 23 aprile

E’ proseguito, nelle giornate del 22 e 23 aprile, il confronto con i vertici di Vodafone sulla procedura di mobilità avviata dall’azienda in data 11 marzo u.s..
Il confronto è stato preceduto da un’analisi dei risultati delle assemblee, effettuate sulla base del comunicato dell’11 aprile u.s., in cui si chiedeva ai lavoratori di votare il mandato alla delegazione trattante a concludere un accordo sulla base dei contenuti descritti nel comunicato stesso.
Il voto ha riscontrato 2580 voti favorevoli (58,84%), 1764 contrari (40,23%) 41 astenuti (0,94%), anche individuando alcune modifiche e/o integrazioni che le assemblee hanno ritenuto di dover segnalare.
Per questo motivo la delegazione trattante ha deciso di approfondire con l’azienda le disponibilità ad affrontare e risolvere positivamente le tematiche ancora aperte e su cui il confronto non aveva ancora individuato soluzioni conclusive.
L’azienda si è dichiarata disponibile, in una fase conclusiva della trattativa e in caso di disponibilità a sottoscrivere un accordo, a trovare soluzioni condivise sui temi richiamati sulla base delle rivendicazioni avanzate dal sindacato e richiamate nel comunicato dell’11 aprile (Clausole Sociali – Delocalizzazioni – PdR).
Inoltre, i vertici aziendali hanno ricordato la disponibilità a rivedere il sistema degli incentivi per le uscite volontarie ed entrare nel merito di ogni singola tematica affrontata.
Infine, l’azienda ha informato la delegazione trattante che assorbirà, con la retribuzione del mese di aprile, il superminimo individuale per la quota parte di aumento così come individuato nella trattativa in corso. La decisione di procedere in tale direzione è stata assunta dall’azienda scommettendo sulla possibilità di raggiungere un accordo, in difetto i futuri aumenti saranno assorbiti totalmente sino a capienza del valore del superminimo.
In considerazione del fatto che alcune assemblee territoriali hanno condizionato la conclusione dell’accordo alla sottoscrizione di un’ipotesi da sottoporre al voto confermativo dei lavoratori, si è realizzata una disomogeneità sul risultato elettorale che ha impedito una corretta valutazione sui voti assegnati.
Su queste basi la delegazione trattante, unitariamente e con la condivisione di tutti i territori coinvolti, ha chiesto un aggiornamento dell’incontro per permettere di svolgere nuovamente le assemblee sui territori in cui le votazioni non consentivano, per disomogeneità sul percorso, la prosecuzione del confronto.
L’azienda ha preso atto della proposta sindacale e ha proposto di aggiornare la trattativa al prossimo 2 maggio.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL


Almaviva: Comunicato incontro 18 aprile 2013

Il 18 aprile u.s. si è svolto un incontro fra la società Almaviva Contact e le Segreterie Nazionali, Territoriali e le RSU aziendali di SLC‐CGIL, FISTEL‐CISL e UILCOM‐UIL. Durante l’incontro l’azienda ha illustrato la situazione economica e delle commesse. La relazione dei responsabili di Almaviva ha presentato una situazione molto complessa.
La situazione di forte crisi che perdura nel paese si riflette, inevitabilmente, sulla stragrande maggioranza dei committenti. Ad eccezione del settore “Energy”, tutti gli altri settori vedono i committenti alle prese con forti contrazioni di ricavi e con conseguenti piani di risparmio sempre più aggressivi che si traducono in continue revisioni delle tariffe e dei parametri di performance. A questi elementi si aggiunge, a detta dei responsabili di Almaviva, il massiccio fenomeno delle delocalizzazioni che continua a costituire un elemento di forte squilibrio per la tenuta generale del settore. Tutto questo produce l’effetto congiunto di un calo generalizzato dei volumi di lavoro di Almaviva e di un ulteriore forte riduzione dei ricavi e delle redditività.
Per quanto riguarda il generale calo dei volumi l’azienda dichiara che questa situazione sta creando le condizioni per cui non ci sono volumi di lavoro per 1118 FTE. Una situazione che è stata tamponata con programmi di smaltimento ferie e rol ma che, a questo punto necessita di immediati provvedimenti più profondi.
Per fronteggiare il peggioramento dei conti economici (il CRM in Italia ha perso dal 2005 ed ad oggi complessivamente 46,6 milioni di euro) i soci hanno provveduto ad una ricapitalizzazione di 47,2 milioni di euro ad agosto del 2012, provvedimento indispensabile ma non risolutivo perdurando le condizioni economiche attuali e, sempre per dichiarazione aziendale, al momento non più ripercorribile.
A questa situazione l’azienda ritiene si debba rispondere, in primo luogo, attraverso il ricorso ad ammortizzatori sociali per far fronte ai cali di volumi. Per far fronte al perdurare del peggioramento dei conti economici dell’azienda, i responsabili di Almaviva hanno presentato un pacchetto di possibili azioni molto oneroso, centrato sul possibile non riconoscimento degli aumenti contrattuali sino a paventare un possibile ricorso ad un declassamento dei lavoratori. Tutto questo per raggiungere in tempi rapidi l’equilibrio economico aziendale e, entro il 2015, recuperare circa 17 milioni di euro. Altro campo di intervento è stato identificato nel recupero di produttività ed efficienza (timbratura in postazione).
Come SLC‐CGIL abbiamo espresso forte preoccupazione per il quadro complessivo dell’azienda. La crisi economica e le contraddizioni del settore (delocalizzazioni, gare al massimo ribasso) rappresentano fattori negativi reali Il sindacato è sicuramente disponibile ad un percorso condiviso che possa mettere in sicurezza l’intero perimetro occupazionale aziendale a patto che l’azienda tolga dal tavolo le ipotesi di intervento sul costo del lavoro (richiesta decisamente respinta dalle OO.SS.) ed accetti di condividere un percorso che, attraverso i contratti di solidarietà, coinvolga tutto il perimetro in una logica di equità. In fase di eventuale accordo nazionale dovrà necessariamente essere risolta la questione delle sedi di lavoro di Palermo e Roma ad invarianza di perimetro occupazionale.
Il momento molto difficile che sta attraversando Almaviva impone al management di adottare, una volta per tutte, un modello di relazioni industriali che non scelga di volta in volta gli interlocutori, nazionali o territoriali, ma che sia disponibile ad un confronto che parta dal territorio per arrivare al tavolo nazionale con una univocità di posizioni .Anche per il confronto sugli efficientamenti e la produttività sarà indispensabile che l’azienda accetti un confronto sul merito e non ideologico, evitando fughe in avanti su restrittive interpretazioni del nuovo CCNL TLC in merito a fruizione di ROL e FERIE e come nella recente ed unilaterale riorganizzazione delle attività dei team leader.
La Segreteria Nazionale di SLC‐CGIL

23 aprile 2013

Telecom Italia: ipotesi 30% newco rete a Cdp, il titolo vola

Si intensificano i rapporti tra Telecom Italia e Cassa Depositi e Prestiti per un eventuale scorporo della rete. Secondo MF-Dowjones, in questi giorni i tecnici di Telecom starebbero definendo il perimetro "fisico" di cosa dovrebbe essere conferito alla realtà scorporata. Indiscrezioni di stampa riportano poi l'ipotesi secondo cui Telecom starebbe studiando una newco in cui conferire la rete e 10 miliaradi di  euro di debiti, per poi venderne il 30% alla Cdp per 2 miliardi. La compagnia telefonica e la Cdp non hanno commentato le indiscrezioni, che fanno volare in Borsa di titolo di TI oltre il 6%.

"Calcoliamo che la valutazione implicita della rete sarebbe di circa 16 miliardi, una valutazione piuttosto 'rotonda', pari a circa 6,4 volte l'Ebitda. Calcoliamo che l'Ev/Ebitda implicito delle operazioni domestiche residuali sarebbe di 2,9 volte, o molto compresso, anche se in parte ciò è dovuto al ritmo di discesa che, per la parte servizi privata della rete, potrebbe restare ad un ritmo a doppia cifra - commentano gli analisti di Equita Sim - Non siamo molto convinti della creazione di valore generata dallo spin off della rete, che produrrebbe un'ulteriore intensificazione dell’arena competitiva. Nel breve periodo comunque il titolo trarrebbe beneficio del sollievo finanziario per l`accelerato deleverage".

Quanto invece al deal con 3 Italia, per gli esperti "questa operazione creerebbe valore grazie al consolidamento nel settore. Calcoliamo un upside del 40%". Su Telecom il rating è hold, con target price a 0,67 euro.

Il piano di spin-off della rete "è una grande opportunità per incrementare gli investimenti e la concorrenza in Italia ", ha dichiarato Maurizio Decina, commissario Agcom, aggiungendo che "per i concorrenti di Telecom Italia, una sola rete garantirebbe la parità di accesso completo". Secondo Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di strategie aziendale alla Bocconi "separare la rete permetterebbe a Telecom Italia di rendere più redditizi gli investimenti nelle reti di nuova generazione ".