21 marzo 2011

Morti bianche ed infortuni sul lavoro una questione culturale

I morti sul lavoro in Sicilia nei primi due mesi dell’anno sono stati dieci, dato che mette la regione vicina al primato di Lombardia ed Emilia Romagna, che hanno contato dodici vittime ciascuna nello stesso periodo. I numeri sono dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro della Vega Engineering di Mestre, che per l’Italia in generale riferisce di un aumento in questi due mesi rispetto agli stessi del 2010: 83 decessi a fronte di 69. Per la Sicilia il primato in negativo per province spetta a Catania, con quattro casi. In Italia l’unica provincia con dati peggiori è quella di Milano, con sei casi. A parità di Catania invece ci sono quelle di Napoli e di Torino, entrambe con quattro casi ciascuna. Seconda provincia siciliana per decessi é Messina, con tre, come Bologna.

Un decesso è avvenuto poi a Enna, così come uno a Palermo, e un altro a Siracusa, mentre non ce ne sono stati nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Trapani. L’analisi rispetto al numero di occupati vede la Sicilia un’altra volta vicina alla cima della classifica negativa. Si trova infatti al terzo posto, con un indice d’incidenza (numero d’infortuni mortali ogni milione di occupati) pari a 6,8. Gli occupati risultano infatti 1.464.458. Le due regioni che hanno il primato sono la Valle d’Aosta, con un indice di 35,5 e la Basilicata, con un indice pari a 21,0. L’Osservatorio evidenzia come in generale in Italia protagonista degli incidenti sia stato il settore agricolo, seguito dalle costruzioni, come sempre accade. La fascia d’età più colpita è stata quella tra i 40 e i 49 anni e gli stranieri sono stati il 13,3%, due punti in più rispetto allo stesso periodo del 2010.

Negli ultimi 5 anni i morti sul lavoro in Italia sono stati 7 mila, quasi 200 mila invalidità permanenti tra i 5 milioni di infortuni. Il rapporto nazionale 2008 redatto dall'Inail inerente agli infortuni ed alle morti sul luogo di lavoro presenta numeri da brividi : 1.120 incidenti mortali e 874.940 infortuni denunciati. Oltre il 61% degli infortuni è concentrato nel Nord industrializzato: in particolare Lombardia (150mila casi), Emilia Romagna (124mila casi) e Veneto (104mila casi) assommano oltre il 43% del denunciato nel Paese.

L'Umbria si conferma al primo posto per indice di frequenza infortunistica, seguita da Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Gli infortuni occorsi a lavoratori stranieri sono stati 143mila (+2% rispetto al 2007); i lavoratori stranieri hanno un incidenza infortunistica più elevata rispetto a quella degli italiani (44 infortuni denunciati ogni 1.000 occupati contro 39).

I settori più rischiosi sono la lavorazione dei metalli, l'agricoltura, la lavorazione dei materiali per l'edilizia, la lavorazione del legno, le costruzioni, l'estrazione di minerali. In edilizia la causa maggiore d'incidenti è causata dalla caduta dall'alto.