Uffici angusti e insicuri, carenze di organico e strutturali, e condizioni di lavoro spesso difficili con disagi che ricadono sugli utenti. Il 2 novembre 2010 è partito il “recapito riorganizzato” nella provincia di Catania, data che segna il passaggio dal
progetto teorico alla pratica operativa della riorganizzazione del servizio postale. Ma per la Cgil non sono tutte rose e fiori e forse il peggio deve ancora venire. Oggi nel Catanese risultano ben 50 “risorse” eccedenti. Poste italiane non farà licenziamenti ma ha di fatto ristretto la forza lavoro nel settore recapito, caricando i lavoratori di nuove responsabilità, diminuendo i giorni della consegna (cinque e non più sei alla settimana).
Del caso si è parlato ieri alla Camera del lavoro nel corso di un incontro a cui hanno preso parte i coordinatori provinciali Slc Cgil - Poste Italiane Orazio Civello e Giuseppe Buoncuore, Pippo Di Guardo, coordinatore regionale Slc, Giovanni Pistorio, segretario regionale Slc Cgil Sicilia, Barbara Apuzzo, segretaria nazionale SLC CGIL, e Angelo Villari segretario Camera del Lavoro di Catania.
Ma quanti sono i lavoratori postali in provincia di Catania?
Ecco i numeri suddivisi per reparti: 600 (filiale 1 città) 500 (filiale 2 provincia) 380(Centro meccanizzato poste - cmp) 400 (recapito). «Sebbene la diversificazione dei servizi offerti non rappresenti di per sé un male, soprattutto in un’epoca in cui a livello europeo si registra un calo nel recapito - spiega Pistorio - non si può considerare accettabile il disinteresse che Poste Italiane sembra manifestare nei confronti del buon funzionamento dello stesso, se consideriamo tra l’altro il fatto che continuerà a detenere per anni la gestione del servizio universale».
Nel luglio scorso la Cgil ha siglato un accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali, con cui sono stati gestiti gli esuberi dichiarati dall’azienda (10.000 all’inizio, poi ridotti a 6.000), ricollocandoli in altri settori. «Quell’accordo, che doveva produrre risparmi e rilanciare il settore per mezzo di servizi innovativi - spiegano i due rappresentanti provinciali Civello e Buoncuore - oggi fa acqua da tutte le parti. Le scorte non vengono garantite, i servizi un tempo offerti anche di sabato vengono gestiti per mezzo dell’uso strutturale dello straordinario, causando disagi a lavoratori e utenti».
In provincia di Catania i comuni con meno di 5.000 abitanti sono circa 15 e, pertanto il servizio universale a tali condizioni non potrebbe più essere ogni giorno garantito per i residenti. «La SLC Cgil è favorevole allo sviluppo di Poste Italiane - spiega la Apuzzo - ma questo deve avvenire in un contesto sano, in cui l’unicità del gruppo venga mantenuta e così anche i livelli occupazionali. Per quanto riguarda il personale, nel territorio di Catania e provincia, dove operano circa 2.200 addetti, le carenze organizzative gestionali stanno determinando vuoti organizzativi in organico nei diversi settori».
Sono tanti gli uffici postali all’interno dei quali non si opera in sicurezza. Pistorio ha citato ad esempio gli uffici postali di via Caronda e via Dottor Consoli, dove gli sportelli bancomat sono in sala; via Sebastiano Catania, via Garibaldi, e l’Ufficio postale di Gravina 1 di Catania (locali vetusti e insalubri); così come i mezzi utilizzati dagli addetti al recapito, insicuri anche per l scarsa manutenzione. «La sicurezza sul lavoro e per gli utenti non viene assicurata nel nostro territorio - conclude
il segretario Angelo Villari - tutto questo è incomprensibile e nel contempo inaccettabile. Il servizio tende al peggioramento e a rimetterci, come sempre, sono i lavoratori del settore e i cittadini utenti».