“Qualsiasi piano per la realizzazione di un network unico pan-europeo per la condivisione di infrastrutture di rete tra operatori di Tlc, se confermato, sarebbe un’iniziativa esclusiva degli operatori e non della Commissione”. Lo ha detto oggi al Corriere delle Comunicazioni il portavoce della Commissione Europea in Italia per conto di Joaquin Almunia, commissario europeo alla Concorrenza. Durante l'incontro con l'Etno, l'associazione degli operatori europei tlc tenutosi il 28 novembre scorso, diversamente da quanto riportato ieri dal Financial Times che ne ha dato notizia, il portavoce di Almunia smentisce qualsiasi discussione "su un piano per mettere insieme le infrastrutture o condividere reti. Qualsiasi progetto di network sharing e infrastructure pooling sarebbe iniziativa degli operatori e non della Commissione. In ogni caso, dovrebbero essere valutati gli effetti sulla concorrenza di un piano del genere”.
Durante l’incontro del 28 novembre, il commissario Almunia ha ribadito che "sarebbe auspicabile giungere ad un vero mercato unico nel settore, in quanto queste aziende operano attualmente con differenti filiali su base nazionale”.
Nel corso della riunione, Almunia e i vertici di Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica, Belgacom e Kpn, sottolinea il portavoce di Almunia, “hanno discusso sulla concorrenza e sul consolidamento del settore in generale – aggiunge – e di come la Commissione esamina le fusioni nel settore, nel quadro del regolamento Ue sulle concentrazioni”.
Anche per la commissaria all'agenda digitale Neelie Kroes bisogna superare “l'attuale frammentazione del mercato delle 'e-communications', perché un mercato più integrato porterebbe “benefici nell'ordine di 110 miliardi di euro all'anno”, più dello 0,8% del pil. Secondo la Kroes “se l'industria crea le giuste condizioni e se c'è una sana concorrenza nei servizi offerti a consumatori e imprese”, allora questo “potrebbe dare una grande spinta a servizi innovativi e accessibili”.
Unica rete Internet UE: Telecom Italia e gli altri ci pensano
Telecom Italia, Deutsche Telekom, France Telecom e Telefónica sarebbero disponibili a condividere le rispettive infrastrutture per creare una sorta di mega-rete europea. Il Financial Times ieri sera ha svelato i dettagli di un incontro segreto tra il Commissario per la Concorrenza Joaquín Almunia e i massimi dirigenti dei più importanti operatori TLC.
Secondo fonti ben informate si sarebbe discusso della possibilità di consolidare il mercato comunitario con accordi pan-europei. "Gli operatori hanno espresso un profondo senso di frustrazione e si sono detti d'accordo a portare idee costruttive su come potrebbe funzionare un mercato europeo", ha riferito un partecipante al meeting. "Le obiezioni non verranno dall'Europa, ma saranno delle authority (delle 27 nazioni UE)".
Difficile prevedere quale possa essere il destino dei consumatori, ma è chiaro già da ora che Almunia non farà sconti. Si è sempre battuto contro le fusioni nazionali che avrebbero potuto ridurre la competizione, ma vede di buon occhio un patto comunitario. La Commissione Europea in questi anni ad esempio si è impegnata molto per ridurre le tariffe di roaming fra paesi diversi: ecco, la chiacchierata di Bruxelles va proprio in questa direzione. L'idea è di ottenere alla fine del percorso uno o più consorzi pan-europei che grazie all'uniformità infrastrutturale sono in grado di ridurre i costi da una parte e offrire tariffe più economiche ai consumatori dall'altra.
Come ricorda il quotidiano economico londinese, Almunia a dicembre ha spiegato che ci possono essere altri modi rispetto alle fusioni per stimolare un miglioramento dell'efficienza degli operatori. Su tutti ad esempio gli accordi di condivisione di rete.
Una delle possibilità potrebbe essere quella della creazione di una nuova società su cui potrebbero confluire tutti gli asset degli operatori (compresi i debiti). Una newco per la gestione del mercato all'ingrosso dei servizi di accesso, che dovrebbe comunque prevedere un ritorno finanziario per compensare chi contribuirà con la propria rete. Senza dimenticare un canale preferenziale per ottenere fondi pubblici o privati per realizzare le reti in fibra di nuova generazione.
In pratica, si potrebbe immaginare come un mega-scorporo europeo (delle reti dai servizi) che potrebbe coinvolgere tutti gli ex-monopolisti.
di Dario d'Elia