10 gennaio 2013

Art. 18, promotori referendum presentano firme a Cassazione, ma voto a rischio

Un cartello di partiti e alcuni sindacalisti della Cgil hanno presentato ieri alla Corte di Cassazione le firme raccolte a sostegno di due quesiti referendari che puntano a ripristinare pienamente l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma non è ancora chiaro se la consultazione si potrà tenere oppure no.

Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione comunista, Pdci, Verdi e il movimento di sinistra radicale Alba, insieme a esponenti di Fiom e Cgil hanno raccolto tra 550.000 e 700.000 firme, ha detto il presidente del Sole-che-ride Angelo Bonelli.

I referendum sul lavoro puntano ad abrogare parte dell'ultima manovra del governo di centrodestra, varata nel settembre 2011, che consente di derogare ad accordi nazionali se la maggior parte dei sindacati "rappresentativi" di un'azienda o di un territorio è favorevole, e le modifiche alla normativa sui licenziamenti introdotte dal ddl Fornero, in vigore dal luglio scorso.

Ma al momento non è chiaro se la consultazione si potrà tenere, hanno detto esponenti politici, dato che le firme sono state depositate dopo lo scioglimento anticipato del Parlamento.

La legge del 1970 che regola la materia referendaria dice che "non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime".

Le richieste di referendum in questione sono state depositate nel settembre scorso.

Secondo una funzionaria dell'Alta Corte, sarà l'ufficio centrale per i referendum a decidere sulla questione, entro i prossimi mesi. In ogni caso, comunque, dati i tempi tecnici richiesti, non si voterebbe quest'anno.