02 gennaio 2013

Telecom Italia, prepara la cura d’urto sui costi

ROMA (MF-DJ) Telecom Italia prepara la cura d’urto sui costi, mettendo a punto un piano che sara’ presentato ai primi di febbraio. Il Giornale scrive che il 2013 doveva iniziare in maniera diversa per Telecom Italia. Il presidente Franco Bernabe’ aveva promesso la vendita di La7 che, con i suoi 50 milioni di perdite annue, pesa sui conti. Invece, le offerte dei possibili interessati, in primo luogo il fondo Clessidra, non sono state abbastanza allettanti e cosi’ il Cda ha avuto mandato di spendersi per cercare di migliorare le offerte.

Nell’attesa di un rilancio da parte dei pretendenti, la vendita latita, come pure le iniziative di scorporo della rete fissa. Cosi’ Telecom frenata dall’alto debito, circa 30 miliardi, cerca di rilanciare i conti con tagli alla spesa. I sindacati hanno gia’ qualche idea di quello che Telecom potrebbe fare per tagliare i costi fissi che sono rappresentati, in larga parte, dai dipendenti che oggi sono 48.000, ossia la meta’ rispetto agli oltre 100.000 del 2001. “La societa’ vuole agire su due fronti - ha spiegato Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil-: da un lato ha gia’ varato, qualche settimana fa con un ordine di servizio, una nuova divisione interna per riunire tutti i lavoratori dei call center (dal 187 al 119), mentre dall’altra vuole riportare in azienda una serie di funzioni risparmiando sugli appalti. Certo non licenzierebbe nessuno, ma creerebbe disoccupazione nelle ditte appaltatrici che, sinora, hanno lavorato per Telecom. Inoltre obbligherebbe il personale interno a occuparsi di funzioni che non ha mai svolto. Per Telecom queste manovre potrebbero valere risparmi dai 6 ai 700 milioni di euro annui”.

Il boccone pregiato e’ la creazione della societa’ per il personale dei call center, che interessa circa 13.000 dipendenti. Ma il sindacato ha gia’ contestato l’operazione, nata senza alcuna consultazione, perche’ teme che possa preludere a ulteriori frazionamenti. Anche l’ipotesi di scorporo della rete preoccupa perche’ non vorremmo che “restasse un’azienda che non e’ in grado di garantire i livelli occupazionali attuali”, aggiunge Azzola. Secondo alcune ipotesi, nella nuova societa’ della rete possano confluire circa 20.000 dipendenti, ossia quelli che oggi sono impiegati nella struttura che si occupa di questo stesso ramo d’azienda, e a questi ne potrebbero essere aggiunti altri per la parte contabile e impiegatizia.