23 gennaio 2013

Call Center, a Palermo circa 300 lap in Almaviva perdono il lavoro

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Lunedì 21 gennaio a circa trecento lavoratori a progetto outbound impiegati presso la sede Almaviva Contact (ex Alicos) di via Cordova a Palermo è stata presentata una lettera di “risoluzione del contratto di lavoro a far data dalla presente” a causa del mancato invio, da parte dell’azienda committente, degli “elenchi nominativi dei potenziali clienti da contattare”. Con l’augurio, infine, di potergli “quanto prima sottoporre altre proposte lavorative”.

La risoluzione anticipata dei contratti – il termine previsto era il 31 gennaio –, da parte della prima società palermitana nell’offerta di servizi di assistenza al cliente e telemarketing, lascia a casa un folto numero di lavoratori outbound che all’inizio dell’anno avevano firmato la nuova tipologia di contratto targata Fornero, con la relativa previsione di una retribuzione minima garantita.

“Ci sono stati richiesti 1320 contatti mensili per ottenere il fisso pattuito – afferma uno degli operatori di call center di Almaviva Palermo impiegati sulla commessa Tim –. In caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, come accadrà fin da questo mese a causa della fine anticipata del rapporto lavorativo, lo stipendio sarà ricondizionato sulla base del numero di contatti effettivi e addio fisso”.

Ieri, intanto, le sigle sindacali CGIL CdLM, Nidil ed SLC hanno avuto un incontro con la direzione di Almaviva Contact, che “ha dichiarato – fa sapere la CGIL – la propria piena volontà di mantenere, compatibilmente con i volumi disponibili, tutti i lavoratori a progetto”. Dalla riunione del 22 gennaio è emersa inoltre la volontà da parte di Almaviva di riassumere i lavoratori già dal mese di febbraio se il cliente dell’azienda riassegnerà le lavorazioni.

“Abbiamo appreso dall’azienda – dichiarano infine le sigle sindacali – che in vista dell’accorpamento dei dipendenti dei due centri (le sedi palermitane di via Cordova e via Marcellini), sta già cercando un’altra sede per tutti i lap, perché vi è l’intenzione di mantenere il contratto di lavoro per tutti i lavoratori, adeguandolo a quello che il contratto nazionale prevederà”.
di Giovanni Corrao