Siamo tutti veramente allarmati per il dilagare della delocalizzazione di attività all'estero che rischia di far crollare l'occupazione nei call center in outsourcing per i quali tanto ci siamo occupati socialmente e politicamente. Non c'è lotta al precariato che tiene se poi tali malpractive non vengono contrastate.
Il governo nazionale, più volte da noi interessato, continua a fare orecchi da mercante dimostrando quantomeno disinteresse rispetto alle migliaia di licenziamenti che a causa delle delocalizzazioni stanno falcidiando la buona occupazione.
Ritengo che sia importante portare all'attenzione di tutti che anche presso le aziende dove sono attivi virtuosi tavoli negoziali vengono realizzati , nelle segrete stanze aziendali, i più atroci disegni; e ciò a discapito dei tanti lavoratori che hanno lavorato per le aziende appaltatrici.
Anche Sky, così come tante altre aziende, sta sostendendo tali delocalizzazioni siglando contratti per la attivazione di circa 1.800 postazioni in Albania.
Tale fatto ha, nell'immediato, causato l'apertura della procedura di licenziamento per 1.500 giovani lavoratori di Teleperformance e se non si mette un limite all'arroganza di Sky altre migliaia di giovani lavoratori rischieranno di perdere il lavoro prima della prossima estate.
In Sicilia, Sky ha affidato in questi ultimi anni, a diverse aziende, numerose commesse e, pertanto, migliaia di Siciliani rischiano di perdere il posto di lavoro.
Tra poco rischiamodi dover manifestare, con centinaia di cassintegrati e licenziati, sotto le sedi di Sky e di altre aziende presso le quali stanno contemporanemente seduti in trattativa i nostri delegati sindacali.
Anche Vodafone, l'ultima tra gli ultimi in materia di delocalizzazioni, sta inviando i propri formatori ed i propri manager all'estero ed in particolare in Romania; qui si rischia di poter assistere ad un cortocircuito di portata biblica, sono a rischio, in Italia, diverse migliaia di posti di lavoro.
Ma da subito l'allarme è su Sky; in Sky ed a causa di Sky si rischia grosso.
Il Governo nazionale e la Regione Sicilia dovrebbero sentirsi quanto meno in obbligo di convocare le parti invece di perdere tempo su questioni di bieca bottega.
Tutti noi dobbiamo fare una attenta riflessione e al tavolo delle trattative dobbiamo far valere le qustioni di carattere sociale, il valore dell'occupazione a tutto tondo e, pertanto, dobbiamo essere incisivi sulle questioni legate agli appalti.
Nelle sedi opportune e tra la gente proporrò campagne di mobilitazione e manifestazioni mirate contro le aziende che sostengono le malpractice delocalizzative.
Giovanni Pistorio