Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL esprimono forte preoccupazione circa la comunicazione aziendale che sta girando in queste ore in Teleperformance con la quale si annuncia un fermo della commessa Sky per due settimane nel mese di maggio in conseguenza della decisione di Sky di far fronte ad un calo dei volumi complessivi imponendo agli outsourcer un fermo di due settimane a rotazione.
Per prima cosa chiediamo a Sky se quanto dichiarato da Teleperformance risponde al vero. Chiediamo altresì se la medesima riduzione sia stata programmata anche nelle sedi albanesi di Teleperformance (cosa che alle scriventi Segreterie Nazionali non risulta). Se tutto questo venisse confermato vorrebbe dire che Sky sta valutando seriamente di saturare il mercato albanese a totale discapito di quello italiano, aprendo quindi la strada a prossime crisi diffuse in tutto il territorio nazionale. Una pessima notizia per tutto il settore.
Le OO.SS. nazionali esprimono forte preoccupazione per lo scenario che si và prefigurando, in particolare in un’azienda, Teleperformance, dove sono state aperte le procedure di mobilità per 1464 lavoratori; se anche la commessa Sky prendesse definitivamente la strada della delocalizzazione sarebbe un colpo durissimo che renderebbe ancora più difficile la vertenza in corso. Con l’aggravio che il lavoro che va verso l’Albania verrà lavorato da … Teleperformance stessa!
E’ chiaro che così non si può più andare avanti. In questo modo si rischia veramente di imboccare una strada dalla quale difficilmente si riuscirà a tornare indietro. Chiediamo a tutti, Istituzioni in primis, di esprimersi, in questo grave momento, anche sulle decisioni di un committente importante come Sky per evitare che scelte infelici possano creare danni per i lavoratori in Italia e, al contempo, favorire comunque un outsourcer multinazionale presente sia in Italia che all’estero (e che, sia detto per inciso, nel caso di Teleperformance sembra già di suo incline a scegliere di delocalizzare piuttosto che continuare ad investire in Italia).
Come sindacato reagiremo con tutti i mezzi a nostra disposizione e con tutta la determinatezza possibile contro un disegno che non accettiamo, e che rischia davvero di infliggere un colpo mortale ad un settore già in forte difficoltà quale quello dei call center in outsourcing.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL