Quella di ieri è stata una brutta giornata per tanti cittadini che si sono recati alle Poste e per tanti dipendenti di poste italiane che hanno dovuto reggere l'urto di tante proteste non avendo alcuna giustificazione per quanto stava accadendo nel sistema informatico dell'azienda.
Non è la prima volta che Poste subisce un blackout informatico e di questo, prima o poi, bisognerà chiedere il dovuto conto alla IBM, gigante multinazionale , che gestisce per conto di Poste italiane gli applicativi del sistema informatico.
Le nostre domande sono sempre le stesse: mettere in sicurezza il sistema ed approntare soluzioni alternative d'emergenza nel caso in cui dovessero riscontrarsi problemi.
L'altro tema che ci pare importante è capire come salvaguardare le lavoratrici ed i lavoratori di fronte al blackout per evitare ricadute pesanti sul loro lavoro. Questi sono i problemi che sono davanti a tutti noi e su cui vogliamo che l'azienda risponda in modo preciso ed inequivocabile da un lato, e condivida un percorso di “ messa in sicurezza” dei lavoratori dall'altro.
Non crediamo che serva alcun “ruggito del coniglio”, come leggiamo in queste ore in un comunicato del SLP/CISL nel quale si chiede che tutti, dal Ministro alla Magistratura, debbano occuparsi del blackout alle Poste tranne che il sindacato.
Chiediamo che l'ing. Sarmi, nella qualità di capo azienda, informi il sindacato oltre che sui passi che intende muovere nei confronti dell' IBM, anche sui piani d'emergenza contro possibili default informatici e renda possibili procedure negoziate con il sindacato che salvaguardino i dipendenti in caso simili fatti si dovessero ripetere. Il sindacato, tutto il sindacato, non può essere spettatore di fronte ad eventi come questi e l'azienda deve dimostrare senso di responsabilità nella gestione delle ricadute e la determinazione necessaria affinché il sistema informatico funzioni correttamente.
Roma,17 Aprile 2012
Il Segretario Generale
Emilio Miceli