Gli esodati di Poste Italiane secondo i sindacati sarebbero anche piu' di 5 mila, ma circa la meta' dovrebbero salvarsi grazie al decreto milleproroghe. In molti, c'e' chi parla di piu' centinaia, hanno lasciato l'azienda ottenendo in cambio l'assunzione del figlio o della figlia part time.
Sull'opzione offerta di uscire da Poste in cambio dell'assunzione a tempo indeterminato del figlio/a part time, dopo un colloquio con l'azienda, il segretario generale dell'Slc Cgil, Emilio Miceli, ha spiegato che si e' trattato ''di una pratica, di un'opportunita' offerta dall'azienda, e non di un accordo aziendale''. Sulla stessa linea la Uil Poste, con il segretario generale, Ciro Amicone, che ha parlato di un'iniziativa ''unilaterale'' dell'azienda riguardo ''alla possibilita' di uscire facendo entrare il figlio, la figlia, fino a un certo grado di parentela''.
Per il segretario generale della Cisl Slp, Mario Petitto, ''sono 6.020 gli esodati di Poste, usciti da circa due-tre anni attraverso gli esodi incentivati. Ma una parte di questi, circa la meta' si salvera', manterra' il precedente regime, grazie al decreto milleproproghe, maturando il diritto ad andare in pensione entro 24 mesi. Per gli altri, pero', il problema resta''. Petitto ha ricordato che si era trattato di ''esodi individuali, transazioni avvenute tra il lavoratore e l'azienda''.