23 aprile 2012

POSTE BASILICATA. NUOVI TAGLI NEL RECAPITO. OLTRE 70 POSTI A RISCHIO


Nei mesi scorsi, Cgil Cisl e Uil di Basilicata denunciavano la grave situazione di Poste Italiane in Basilicata, lanciando la vertenza “Mettiamo a Posto le Poste”. Sotto gli occhi di tutti erano, infatti, le gravi carenze organizzative e di efficienza dei servizi, particolarmente evidenti nel periodo della Carta Idrocarburi, in cui gli Uffici Postali, letteralmente “scoppiavano”, a danno di lavoratori e cittadini. C’è poi il recapito. Delle condizioni in cui versa, ne sanno qualcosa i sindaci dei Comuni della Basilicata, che tanto di frequente protestano per la ritardata o addirittura mancata consegna della posta.
Il recapito dovrebbe essere il core business di Poste Italiane.
Sembra invece che Poste Italiane, di quella che dovrebbe essere la sua mission tradizionale, non sappia proprio cosa farsene.
Soltanto 15 mesi fa, i sindacati firmavano un sofferto accordo di “riorganizzazione” del recapito, con numerosi esuberi in tutta Italia, in parte “esodati” (vi dice qualcosa?), e in parte ricollocati in altre aree dell’azienda. Quell’accordo fu firmato allo scopo di efficientare e rilanciare il servizio.
L’azienda Poste, evidentemente, aveva già allora un’altra idea. Nessun reale monitoraggio né alcuna seria verifica sono stati effettuati su quell’accordo che, lo ripetiamo, avrebbe dovuto rilanciare il recapito.
Oggi, dopo nemmeno due anni dalla firma di quell’accordo, l’azienda ritorna al tavolo negoziale annunciando eufemisticamente “interventi sui servizi postali”.
Nella pratica, a cominciare da 5 regioni, Toscana, Piemonte, Marche, Emilia Romagna e – appunto – Basilicata, l’azienda metterà in atto provvedimenti che, intervenendo sul settore Recapito produrrebbero 1.763 esuberi in tutto. A conti fatti il totale delle azioni previste genererebbe un taglio del 20% che, proiettato su scala nazionale, ci fornisce un dato aberrante: circa 12.000 esuberi nei prossimi anni.
Cosa vuol dire concretamente? In Basilicata, dove già, per l’appunto, esistono gravi carenze, verrebbero soppresse circa 50 zone di recapito (con esuberi di portalettere e altro personale per oltre 70 unità) e il centro postale di Potenza (quello dove si smista la Posta, per intenderci) verrebbe “declassato”, con relativo ridimensionamento.
Insomma, ad una richiesta di rafforzamento dei servizi e aumento del personale, l’azienda risponde con nuovi tagli che porteranno a nuovi e più gravi disagi per gli utenti e alla inaccettabile penalizzazione di un’intera regione.
Ovviamente, si tratta per noi di un’idea insostenibile, nella teoria e nella pratica.
Tra l’altro, è gravissimo il fatto che, mentre le grandi imprese italiane stanno ferme in attesa di capire cosa accadrà sul piano legislativo, Poste ha deciso di muoversi controcorrente, assumendosi la responsabilità di costruire un percorso che produrrà moltissimi esuberi, senza sapere cosa succederà sul piano degli ammortizzatori sociali.
Stiamo parlando di un’azienda che, solo qualche giorno fa, ha approvato il Bilancio del 2011 con un utile netto di quasi 850 milioni di euro, un risultato operativo di 1641 milioni di euro e ricavi totali per 21,7 miliardi di euro, che fanno di Poste Italiane il leader mondiale
tra gli operatori postali per redditività. A maggior ragione, quanto annunciato dall’azienda è insostenibile e inaccettabile!
Una riflessione dobbiamo farla. Quella vertenza “aperta” a gennaio dalle confederazioni lucane (“Mettiamo a Posto le Poste”) si è fermata nel suo percorso poco dopo l’inizio. Le categorie titolari della negoziazione, SLP CISL, UILPOST, UGL e CONFSAL SAILP rifiutarono, infatti, di sedersi con SLC CGIL per definire una piattaforma da cui cominciare la concertazione. Sulla SLC CGIL pesava infatti l’interdizione lanciata dalle categorie nazionali che da oltre un anno rifiutavano di sedere al tavolo con noi per questioni legate alla mancata sottoscrizione di un accordo.
Forse sarebbe stato il caso, nell’interesse della Basilicata, dei lavoratori e dei cittadini, trovare un’unità d’intenti che avrebbe giovato a tutti. Ma qualcuno (SLP CISL; UILPOST; UGL e CONFSAL SAILP regionali) fece finta di non intendere, e quello slogan accattivante “Mettiamo a Posto le Poste” rimase, appunto, solo uno slogan.
Certo, l’azienda deve aver pensato di cogliere una grande occasione: una divisione tra sindacati che si protraeva da oltre un anno. Come non approfittarne?
Infatti oggi siamo a discutere di tagli. Ancora una volta. E ancora in Basilicata.
Metteremo in campo tutto ciò che è necessario per fermare quello che si prefigura come il definitivo smantellamento del servizio di recapito in Basilicata. Se già oggi, infatti, esistono tanti disservizi, cosa potrà mai succedere dopo l’ennesimo taglio di mezzi, risorse e personale? E’ necessaria una mobilitazione straordinaria di tutti: parlamentari, partiti, società civile, prima che la Basilicata venga privata definitivamente anche di quel che resta del recapito.
A breve i lavoratori di Poste voteranno per il rinnovo dell’RSU, già indette dalla sola SLC CGIL.. Sarà questa un’occasione importante per dare un segnale forte di partecipazione.
Anna Russelli
Segretario Generale SLC CGIL Basilicata