30 aprile 2011

Vodafone ed Almaviva Catania ricevono la visita del Segretario Nazionale della Slc Cgil Alessandro Genovesi

Dichiarazione di Alessandro Genovesi
Segretario Nazionale delle TLC

"La CGIL ha deciso di proclamare la forma più alta di protesta che può fare un sindacato, cioè lo sciopero generale, perchè abbiamo fatto una valutazione spinti da alcuni dati:

Il primo è quello che ben 11 milioni di lavoratori su 21, hanno subito un accordo separato, ovvero, un accordo sindacale non firmato dalla CGIL. Ovviamente tocca al sottoscritto spiegare la ragione di queste mancate firme che si vanno a sommare a quello che sarà, a breve, il rinnovo contrattuale a livello nazionale delle telecomunicazioni dove la nostra organizzazione dovrà presentare una piattaforma ed aprire una trattativa.

Non si sono firmati i contratti collettivi del settore pubblico, metalmeccanico, della scuola e del commercio per la presenza di alcune norme che colpiscono al cuore oltre 40 anni di conquiste sindacali compresa la dignità ed i diritti di tutti i lavoratori.

- Un primo importantissimo punto è l'introduzione della "CLAUSOLA COMPROMISSORIA" voluta fortemente dal Governo centrale tramite il collegato lavoro. Clausola che prevede durante l'assunzione di un lavoratore la firma di una lettera dove, chi deve essere assunto, rinuncia per il futuro a rivolgersi ad un Giudice del lavoro e quindi ad affidarsi unicamente ad un arbitro che giudicherà ogni vertenza lavorativa. Una differenza non da poco,in quanto il Giudice si affida alla legge, un arbitrato valuta tramite equità, quindi, può decidere in deroga alla legge stessa.


- Un secondo punto è la "derogabilità del contratto nazionale. In pratica un' azienda può decidere di non rispettare le regole minime e di base come ad esempio i minimi salariali, l'inquadramento, i livelli in base alle mansioni lavorative e quindi decidere lei il comportamento da attuare per ogni singolo lavoratore disattendendo, con questo comportamento, quello che doveva essere il contratto quadro nazionale tramite questo principio di derogabilità.


- Un terzo punto è la gestione della malattia. Tornando indietro nei tempi ci accorgiamo che nel 1949 la normativa recitava che chi era in malattia conservava unicamente il suo posto di lavoro, negli anni "70" il lavoratore aveva diritto di aver pagato circa il 66% della retribuzione, nel "79" si introduce il principio per cui chi sta male, quel giorno, ha diritto di avere retribuita l'intera giornata. Oggi invece la situazione cambia e con la scusa di colpire assenteismo o i più furbetti si ritorna al passato, uno stile anni "60" che prevede dopo il terzo evento di malattia una diminuzione a scalare della retribuzione. Dal quarto evento in poi il lavoratore percepirà all'incirca il 66%, dal quinto circa il 40% e così fino ad arrivare all'azzeramento totale dei giorni retribuiti. Un fatto gravissimo che penalizza la maggior parte di persone leali e corrette che non scelgono di stare malate, ma che subiscono, gioco forza, quello che è un evento naturale come la malattia.


- Il quarto punto riguarda " LA RAPPRESENTANZA SINDACALE" Nei luoghi dove nasceranno nuove aziende i lavoratori non avranno più la libertà di eleggere i propri rappresentanti sindacali. Pertanto saltano le RSU, e si ritorna alla vecchia RSA. Questo significa che i nominativi verranno scelti ed imposti dalle organizzazioni sindacali senza laciare libertà di scelta agli iscritti sui nominativi da eleggere.

A fronte di questi punti dove si evidenzia, palesemente, l'arma del ricatto che sta nel fatto che o si accetta tutto questo o le aziende delocalizzano il lavoro, La CGIL ha preso la decisione non solo di non firmare questi contratti capestro ma di proclamare lo sciopero generale per il 6 di maggio in modo da poter garantire agli altri 10 milioni di lavoratori quella dignità e quei diritti che gli altri 11 hanno perso in quei contratti firmati da altri ma non dalla nostra organizzazione che di certo non spalleggerà la dittatura dei padroni in quanto la parte debole rimane e rimarrà sempre la forza lavoro.

A completamento di quanto detto, in ambito TLC, vorrei evidenziare che fra qualche mese ci sarà il rinnovo del contratto nazionale delle telecomunicazioni (30 giugno). La mobilitazione del sei maggio servirà anche a dimostrare che non siamo daccordo alla perdita di alcun diritto acquisito negli anni con lotte, sacrifici e fatica.

Tutto questo viene sommato ad un' assenza politica che in questi anni pensa a ben altro, non ha un piano industriale e non ha mai risolto le vere esigenze del nostro Paese. Pertanto se qualcuno dice che questo è uno sciopero anche politico, io invito tutti voi a dare la giusta definizione di "POLITICA". Se per politica si intende che non esiste nessun piano di Governo per investimenti, ricerca, innovazione e se la proposta governativa e quella di scaricare tutto sul costo del lavoro e sulle spalle dei lavoratori, personalmente, non esito a definirlo ed accettarlo come tale.

Un altro punto cruciale è pure l'attacco alla nostra democrazia. Si sta infatti cercando di smantellare e manipolare l'art. uno della Costituzione, l'art.43 dove si afferma che la libertà di impresa deve avere un limite, lo STATUTO DEI LAVORATORI" che lo si vuole sostituire con "LO STATUTO DEI LAVORI"che deve modificare totalmente l'art.4, l'art.18, art.15 della legge 300/70.

E' in questo scenario che noi come CGIL chiamiamo tutti i lavoratori, pubblici e privati, allo sciopero poichè non possiamo permettere che tutto questo passi e diventi la regola. Invito tutti voi a confrontarvi con la vostra coscienza ed a decidere se la vostra dignità, il vostro posto di lavoro, i vostri diritti e la vostra libertà valgono di più di quel giorno di retribuzione che si va a perdere scioperando il sei di maggio".

Esclusiva per Slc Catania

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S’infiamma la vertenza Vodafone I sindacati: sciopero il 20 maggio - Intervista ad Alessandro Genovesi -

Che si chiami “esternalizzazione”, cessione di ramo d’azienda o lavoro in “outsourcing”, poco importa il senso per il lavoratore e il cittadino comune è uno solo: “anticamera del licenziamento”. Per le aziende, invece, affidare all’esterno un segmento del proprio apparato produttivo vuol dire rendere l’azienda più competitiva. Due visioni opposte e la Cgil dà battaglia e questa volta il sindacato della Camusso non è solo. Contro la cessione del reparto tecnico della rete di Vodafone (che coinvolge 335 lavoratori, dei quali 23 in Sicilia e 14 a Catania) in favore della Ericsson si sono messe di traverso anche la Fistel-Cisl e la Uilcom-Uil che hanno proclamato per il 20 maggio una giornata di sciopero dell’intero comparto e l’immediato blocco degli straordinari, del lavoro programmato notturno con lo sciopero della reperibilità.

A tastare per prima il terreno di guerra è stata la Slc Cgil nel corso di due assemblee sindacali molto partecipate da parte dei lavoratori del Call Center di Catania del viale Ulisse. Da Roma è arrivato Alessandro Genovesi, segretario nazionale Slc Cgil, che non ha usato mezzi termini. “Nel corso degli ultimi 15 anni i lavoratori della rete hanno fatto la fortuna economica di Vodafone che ora li ricompensa così: lasciandoli fuori. Sotto il brand, niente”, attacca, parafrasando il celebre film degli anni Ottanta. “Vodafone celebra il proprio marchio con pubblicità colossali, ma non dà risposte chiare sul proprio sviluppo industriale e sul futuro dei lavoratori. E non vorrei che questo sia solo l’inizio di un’esternalizzazione che potrebbe estendersi anche ad altri reparti essenziali per le imprese di Tlc, come le altre divisioni della rete e i servizi di customer”. Quello di Genovesi è un richiamo all’unità dei lavoratori perché “solo così avremo un potere contrattuale maggiore sul tavolo della trattativa”.

Intanto Vodafone ha già risposto alle Rsu di Catania. “Piano industriale e investimenti sono coerenti e sostenibili, quindi nessun licenziamento "camuffato", neanche a Catania. La collaborazione con Ericsson permetterà di migliorare la performance e l’efficienza delle attività di manutenzione della rete sul territorio, e di valorizzare le attività e le professionalità distintive delle persone in un’azienda, come dimostra il piano di investimenti da oltre 1 miliardo di euro annunciato ad ottobre 2010 e finalizzato ad estendere la copertura della banda larga via radio in tutta Italia ed includere con il progetto "1000 Comuni" la copertura del 12% della popolazione in divario digitale.In Sicilia, c’è “un piano di investimenti 2009-2012 di 66 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere agli oltre 150 milioni investiti dal 2001, già presentato alla Regione”.

S’infiamma la vertenza Vodafone I sindacati: sciopero il 20 maggio - Intervista ad Alessandro Genovesi -

www.lasicilia.it - Che si chiami “esternalizzazione”, cessione di ramo d’azienda o lavoro in “outsourcing”, poco importa il senso per il lavoratore e il cittadino comune è uno solo: “anticamera del licenziamento”. Per le aziende, invece, affidare all’esterno un segmento del proprio apparato produttivo vuol dire rendere l’azienda più competitiva. Due visioni opposte e la Cgil dà battaglia e questa volta il sindacato della Camusso non è solo. Contro la cessione del reparto tecnico della rete di Vodafone (che coinvolge 335 lavoratori, dei quali 23 in Sicilia e 14 a Catania) in favore della Ericsson si sono messe di traverso anche la Fistel-Cisl e la Uilcom-Uil che hanno proclamato per il 20 maggio una giornata di sciopero dell’intero comparto e l’immediato blocco degli straordinari, del lavoro programmato notturno con lo sciopero della reperibilità.

A tastare per prima il terreno di guerra è stata la Slc Cgil nel corso di due assemblee sindacali molto partecipate da parte dei lavoratori del Call Center di Catania del viale Ulisse. Da Roma è arrivato Alessandro Genovesi, segretario nazionale Slc Cgil, che non ha usato mezzi termini. “Nel corso degli ultimi 15 anni i lavoratori della rete hanno fatto la fortuna economica di Vodafone che ora li ricompensa così: lasciandoli fuori. Sotto il brand, niente”, attacca, parafrasando il celebre film degli anni Ottanta. “Vodafone celebra il proprio marchio con pubblicità colossali, ma non dà risposte chiare sul proprio sviluppo industriale e sul futuro dei lavoratori. E non vorrei che questo sia solo l’inizio di un’esternalizzazione che potrebbe estendersi anche ad altri reparti essenziali per le imprese di Tlc, come le altre divisioni della rete e i servizi di customer”. Quello di Genovesi è un richiamo all’unità dei lavoratori perché “solo così avremo un potere contrattuale maggiore sul tavolo della trattativa”.

Intanto Vodafone ha già risposto alle Rsu di Catania. “Piano industriale e investimenti sono coerenti e sostenibili, quindi nessun licenziamento "camuffato", neanche a Catania. La collaborazione con Ericsson permetterà di migliorare la performance e l’efficienza delle attività di manutenzione della rete sul territorio, e di valorizzare le attività e le professionalità distintive delle persone in un’azienda, come dimostra il piano di investimenti da oltre 1 miliardo di euro annunciato ad ottobre 2010 e finalizzato ad estendere la copertura della banda larga via radio in tutta Italia ed includere con il progetto "1000 Comuni" la copertura del 12% della popolazione in divario digitale.In Sicilia, c’è “un piano di investimenti 2009-2012 di 66 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere agli oltre 150 milioni investiti dal 2001, già presentato alla Regione”.

29 aprile 2011

VODAFONE: PRECETTAZIONI SU REPERIBILITA’ FATTE DALL’AZIENDA SONO ILLEGALI.

COMUNICATO:

I LAVORATORI SI COORDINO CON RSU E OO.SS. TERRITORIALI PER IMPUGNARLE.

SE L’AZIENDA NON FA MARCIA INDIETRO, SI DENUNCI COMPORTAMENTO ANTI SINDACALE IN TUTTE LE SEDI.


Vodafone in queste ore si sta dimostrando per quella che è (se qualcuno avesse ancora qualche dubbio): non solo esternalizza con conti in attivo; non solo si fa beffa dei lavoratori “dicendo loro” che si preoccupa delle persone. Ora addirittura fa di tutto per impedire ai lavoratori della rete di esercitare il diritto allo sciopero, garantito dalla Costituzione.

Un atteggiamento che rischia di pregiudicare il sistema stesso delle relazioni industriali, per oggi e per domani.

In particolare Vodafone si richiama ad un accordo del 97 (cioè di 14 anni fa!), facendo finta di non sapere che nel frattempo sono intervenute numerose modifiche all’organizzazione del lavoro e alla stessa struttura giuridica, e soprattutto sono intervenute successive regolamentazioni, leggi e atti della Commissione di Vigilanza che intervengono sulla materia.

Al riguardo:

• diffidiamo formalmente l’azienda da applicare norme diverse da quelle previste dalla regolamentazione provvisoria emanata dalla Commissione di Vigilanza,


• invitiamo i lavoratori, per tramite delle RSU e delle strutture territoriali, ad impugnare formalmente le precettazioni per quantità e modalità superiori ai massimi previsti dalle vigenti normative,


• invitiamo formalmente le strutture territoriali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL a diffidare i locali rappresentanti aziendali, a richiedere con urgenza incontri in prefettura, a predisporre con urgenza denuncia di comportamento antisindacale ai sensi dell’art. 28 della legge 300/70.

Noi riteniamo infatti valido quello scritto dalla Commissione di Garanzia dell’Attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali settore Telecomunicazioni, nella sua regolamentazione provvisoria delle prestazioni indispensabili e delle altre misure di cui all’art. 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990, come modificata dalla legge n. 83 del 2000, nel settore delle telecomunicazioni. In particolare le delibere nn. 07/643 del 15 novembre 2007 pubblicata in G.U. n. 7 del 9 gennaio 2008 (di revisione della precedente delibera di regolamentazione provvisoria n. 02/152 del 25 luglio 2002, pubblicata in G.U. n. 214 del 12 settembre 2002) e 08/59 del 31 gennaio 2008 pubblicata in G.U. n. 47 del 25 febbraio 2008.

In particolare ricordiamo che l’art. 3 (Modalità di erogazione delle prestazioni indispensabili e di individuazione del personale comandato) prevede che “In ogni caso non possono essere stabiliti contingenti superiori al 30% del personale normalmente presente e delle prestazioni normalmente erogate nel tempo interessato dallo sciopero” e che l’art. 12 (Altre forme di azione di sciopero) prevede che: “Le norme della presente regolamentazione si applicano anche in caso di astensione collettiva dal lavoro straordinario, supplementare, dalla reperibilità”.


Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL


28 aprile 2011

Teleperformance: Comunicato unitario su commessa SKY

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL esprimono forte preoccupazione circa la comunicazione aziendale che sta girando in queste ore in Teleperformance con la quale si annuncia un fermo della commessa Sky per due settimane nel mese di maggio in conseguenza della decisione di Sky di far fronte ad un calo dei volumi complessivi imponendo agli outsourcer un fermo di due settimane a rotazione.

Per prima cosa chiediamo a Sky se quanto dichiarato da Teleperformance risponde al vero. Chiediamo altresì se la medesima riduzione sia stata programmata anche nelle sedi albanesi di Teleperformance (cosa che alle scriventi Segreterie Nazionali non risulta). Se tutto questo venisse confermato vorrebbe dire che Sky sta valutando seriamente di saturare il mercato albanese a totale discapito di quello italiano, aprendo quindi la strada a prossime crisi diffuse in tutto il territorio nazionale. Una pessima notizia per tutto il settore.

Le OO.SS. nazionali esprimono forte preoccupazione per lo scenario che si và prefigurando, in particolare in un’azienda, Teleperformance, dove sono state aperte le procedure di mobilità per 1464 lavoratori; se anche la commessa Sky prendesse definitivamente la strada della delocalizzazione sarebbe un colpo durissimo che renderebbe ancora più difficile la vertenza in corso. Con l’aggravio che il lavoro che va verso l’Albania verrà lavorato da … Teleperformance stessa!

E’ chiaro che così non si può più andare avanti. In questo modo si rischia veramente di imboccare una strada dalla quale difficilmente si riuscirà a tornare indietro. Chiediamo a tutti, Istituzioni in primis, di esprimersi, in questo grave momento, anche sulle decisioni di un committente importante come Sky per evitare che scelte infelici possano creare danni per i lavoratori in Italia e, al contempo, favorire comunque un outsourcer multinazionale presente sia in Italia che all’estero (e che, sia detto per inciso, nel caso di Teleperformance sembra già di suo incline a scegliere di delocalizzare piuttosto che continuare ad investire in Italia).

Come sindacato reagiremo con tutti i mezzi a nostra disposizione e con tutta la determinatezza possibile contro un disegno che non accettiamo, e che rischia davvero di infliggere un colpo mortale ad un settore già in forte difficoltà quale quello dei call center in outsourcing.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

CALL&CALL COMUNICATO DEL 28 APRILE 2011

Le Segreterie nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL ribadiscono l’assoluta inconsistenza delle motivazioni addotte dai responsabili aziendali di Call&Call alla loro decisione di non pagare l’elemento di garanzia retributiva per l’anno 2010.

La particolare struttura societaria dell’azienda, struttura di certo non voluta dalle OO.SS., non giustifica quanto affermato da Call&Call nella lettera alle scriventi Segreterie Nazionali del 5 aprile u.s., in particolare per quanto riguarda il ricorso agli ammortizzatori sociali. Pertanto, pur rinnovando la disponibilità a proseguire il confronto sindacale con l’azienda, riteniamo che sia indispensabile, per il prosieguo di fruttuose relazioni sindacali, che Call&Call proceda al pagamento di quanto prescritto per l’anno 2010 dall’Art. 56 del vigente CCNL (come del resto già richiesto dalle strutture territoriali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL in tutte le sedi aziendali). Se, invece, l’azienda dovesse perseverare nel proprio atteggiamento di chiusura, il sindacato metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare i diritti dei lavoratori. Questa è la posizione con la quale le Segreterie Nazionali parteciperanno all’incontro con i responsabili aziendali in programma il prossimo 2 maggio.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

CALL CENTER VERTICE IN PREFETTURA

CONFINDUSTRIA E SINDACATI: LEGALITA’ E RISPETTO DEI CONTRATTI PER TUTELARE IMPRESE SANE E LAVORATORI

Nel quadro delle operazioni avviate dalla Prefettura di Catania di contrasto a forme irregolari di lavoro ed in alcuni casi di vero e proprio lavoro nero, ad iniziativa del Prefetto, Vincenzo Santoro, si è tenuto un vertice convocato dal Viceprefetto, Angelo Sinesio, con Confindustria Catania, le organizzazioni sindacali di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl - T, Felsa Catania, Nidil Catania, Uil Temp, l’Ispettorato provinciale del lavoro, l’ Ufficio provinciale del lavoro e la Task force lavoro della Provincia, per fare il punto della situazione nel settore dei call center.

Tutela dei lavoratori, legalità e corretta applicazione dei contratti, sono le linee guida irrinunciabili riaffermate da Confindustria e dalle organizzazioni sindacali nel corso dell’incontro. Le parti presenti al tavolo hanno ribadito la necessità di assicurare trasparenza e legalità in un settore ancora caratterizzato da ampie sacche di lavoro irregolare o addirittura sommerso, che non solo distorcono la concorrenza a danno delle imprese virtuose, ma ledono pesantemente i diritti dei lavoratori, contribuendo con ciò ad elevare lo stato di tensione sociale

Già nel 2006, ricorda Confindustria, l’associazione aveva condotto una campagna di sensibilizzazione presso le proprie imprese associate per scoraggiare l’utilizzo di contratti non conformi alle effettive prestazioni svolte dai lavoratori, specificando in particolare che l’utilizzo del contratto di collaborazione coordinata e continuativa, fosse applicabile solo a quelle prestazioni effettivamente riconducibili ad un lavoro svolto in autonomia e dunque non soggetto ad esempio ad alcun vincolo di orario, anche se all’interno di fasce orarie prestabilite. Oggi Confindustria e sindacati di settore, nel quadro della più ampia sinergia avviata con le segreterie generali confederali, ribadiscono la necessità di operare nel totale rispetto delle regole, affinché si possano tutelare gli interessi delle imprese sane e dei lavoratori.

In particolare Prefettura ed Ispettorato del lavoro acquisiranno l’elenco di tutti i call center operanti in provincia per avviare ogni utile azione di monitoraggio e controllo. Confindustria e organizzazioni sindacali assicureranno ogni possibile assistenza a quelle imprese che vorranno regolarizzarsi riconducendosi al pieno rispetto della legge. In tal senso, presso Confindustria Catania, verrà attivato un punto di assistenza gestito di concerto con le organizzazioni sindacali e con la Task force lavoro della Provincia. Il processo di verifica e monitoraggio nel territorio marca ulteriormente la politica della legalità avviata dagli attori del territorio con l’obiettivo principale di garantire la tutela di tutti i lavoratori del settore e delle aziende che operano nel pieno rispetto delle regole. Considerata la necessità emersa, il processo che si avvierà vuole determinare la verifica contrattuale e contributiva, nonché le condizioni contrattuali d’appalto che regolano i rapporti commerciali tra aziende e committenti, e la corretta ed effettiva applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza nei posti di lavoro.

Verrà quindi promossa una maggiore vigilanza per contrastare il fenomeno della delocalizzazione delle commesse verso altre regioni o altri paesi esteri, che offrono un costo del lavoro più basso, al fine di mantenere stabili i livelli occupazionali nel settore, che oggi si stima conti circa 10 mila unità in provincia.

Le parti hanno condiviso la necessità di un impegno da parte dei governi locali e in special modo da parte della Regione siciliana per la ricerca di strumenti e condizioni che favoriscano l’impresa e ne permettano il mantenimento e il radicamento nel territorio, e un maggiore impegno per l’attivazione concreta di reali politiche attive per il lavoro.

Catania, 28 aprile 2011

Fiaccolata in onore di Pierpaolo Pulvirenti !!! Mercoledì 11 Maggio 2011 in Piazza Stesicoro

“Era al suo primo giorno di lavoro Pierpaolo Pulvirenti, 23 anni, catanese quando è morto lontano da casa in Sardegna, investito da un getto di idrogeno solforato, mentre stava effettuando lavori di manutenzione nell’impianto della raffineria Saras di Sarroch, nel cagliaritano. Faceva lo studente universitario a Catania. Pierpaolo, voleva laurearsi in farmacia e la voglia di farcela da solo lo aveva convinto ad accettare il suggerimento di un amico. Pierpaolo il lavoro lo aveva iniziato proprio lunedì 11 aprile. Non era un operaio specializzato, come qualcuno lo ha definito sui giornali all’indomani della tragedia. Dopo l’incidente il ragazzo ha avuto un arresto cardiaco, dal quale i medici lo avevano salvato. Poi martedì mattina, 12 aprile 2011 alle ore 4.15 il decesso.

La famiglia, a Catania, è stata avvertita inspiegabilmente solo dopo la morte del ragazzo, quando già i giornali avevano diffuso nome e cognome. Nella stessa raffineria dove lunedì pomeriggio è avvenuto l’incidente mortale, il 26 maggio del 2009 avevano perso la vita, sempre per l’esalazione di gas, tre operai di un’altra ditta di appalto esterna. Sulla vicenda di lunedì è stata aperta un’inchiesta”.


Facebook: Fiaccolata in onore di Pipa!!!

SKY Comunicato Coordinamento Nazionale 26 aprile 2011

Ci tengo a ringraziare pubbilcamente a nome di tutti noi il compagno Riccardo Ferraro per la sensibilità sindacale e sociale.

- Giovanni Pistorio -

COMUNICATO:

Il giorno 26 aprile 2011 si è riunito a Roma il Coordinamento Nazionale Unitario di Sky e le RSU di Videopiù. Nella riunione si è evidenziato il giudizio negativo rispetto a quanto è emerso dall’incontro tra le Segreterie Nazionali e l’Amministratore Delegato di Sky, Tom Mockridge.

In particolare per quanto riguarda la strategia aziendale in tema di politiche retributive, outsourcing, delocalizzazioni e sedi, il Coordinamento Nazionale respinge totalmente l’impostazione aziendale di assorbire per l’ennesima volta i super

minimi ai lavoratori, vanificando così quanto ottenuto dal recente rinnovo del CCNL, non condividendo, inoltre, di confondere la difesa del potere d’acquisto dei salari con una politica premiante basata su un sistema meritocratico meritocratico stabilito dall’azienda.

Per quanto riguarda l’outsourcing e le delocalizzazioni, si registra una volontà del management di ampliare la quota di lavoro dato in esterno, minando considerevolmente l’attuale assetto societario e produttivo, non dando certezza alcuna circa il

mantenimento delle attuali sedi e relative posizioni di lavoro. Conseguentemente, il Coordinamento Nazionale ha deciso di avviare un percorso di mobilitazione che coinvolga tutte le sedi del gruppo, prevedendo un pacchetto di 12 ore di sciopero, le cui modalità saranno definite nei prossimi giorni.

A sostegno della mobilitazione saranno indette assemblee in tutte le sedi, accompagnate da iniziative di sensibilizzazione locali e nazionali (comunicati stampa, presidi, iniziative legali), coinvolgendo tutti i soggetti, dai giornalisti alle istituzioni.

Pertanto si rivendica:

a) Il rispetto del CCNL nazionale

b) Un ripensamento dell’attuale politica su appalti e outsourcing

c) Trasparenza circa la conferma delle sedi e sulle prospettive di sviluppo.

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

26 aprile 2011

Applicare il contratto separato dei metalmeccanici è comportamento antisindacale

Pubblico due sentenze emesse da altrettanti tribunali con le quali viene sanzionato come comportamento antisindacale, di cui all'art.28 dello Statuto dei Lavoratori, l'applicazione alla totalità dei lavoratori dipendenti delle aziende di cui ai ricorsi, del contratto separato dei metalmeccanici firmato il 15.10.2009 in presenza della vigenza del contratto sottoscritto unitariamente il 20.01.2008.

Le aziende dovranno rimuovere i comportamenti che limitano le prerogative del sindacato ricorrente, in questo caso la Fiom e più precisamente

a) applicare ai lavoratori iscritti alla Fiom il contratto del 2008 e conseguentemente erogare l'indennità di vacanza contrattuale prevista dall'accordo interconfederale del 23 luglio 1993;

b) stesso trattamento dovrà essere adottato per quei lavoratori che decidessero di non volere essere applicato il contratto separato, informandoli preventivamente e in maniera esaustiva della situazione;

c) rimborsare le quote contrattuale eventualmnete trattenute ai lavoratori che non riconoscessero il contratto stipulato sola dalal Cisl e dalla Uil.

E' da sottolineare che per la prima volta ci troveremmo in una azienda a dovere applicare due contratti di lavoro.

Si porranno certamente problemi nuovi a partire a quale contratto fare riferimento per i nuovi assunti.

L'impressione che siamo in presenza delle prime schermaglie giudiriche che guardano a un orizzonte più grande, quello della Fiat e dei suoi accordi separati.

Pippo Di Natale

La sentenza del Tribunale di Modena

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La sentenza del Tribunale di Torino


NOTA DI REDAZIONE:

alle note di cui all'articolo io aggiungerei che, nel caso di applicazione di contratti diversi, ai lavoratori non aderenti verrà molto complesso applicare un contratto anzichè un altro e ciò in virtù delle norme antidiscriminatorie (l.300/70) e ciò sino alla scadenza di uno dei contratti. Comunque anche successivamente si rischia il papocchio contrattuale.

Giovanni Pistorio

Vodafone, a Catania 14 licenziamenti "camuffati"

- Da: www.lasicilia.it -

Anche la Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) catanesi della Vodafone Italia si schiera contro la vendita del reparto Manutenzione, attività e tecnici, alla Ericsson. «Vodafone è azienda leader nel settore delle telecomunicazioni come numero di

clienti mobili e come nuove acquisizioni nel mercato della rete fissa, e con utili da capogiro, - si legge in una nota dei rappresentanti sindacali - eppure ha iniziato lo scorso 11 aprile la procedura per la vendita. Così facendo, di fatto, ha smentito se stessa che in recenti dichiarazioni ha affermato che la rete è il core business dell’azienda e, inoltre, nell’ultimo incontro ufficiale dello scorso 8 aprile, non è stata in grado di fornire nessuna garanzia occupazionale per il futuro». In un contesto come Catania in cui il mondo del lavoro langue, questa operazione (che in realtà tratta di licenziamenti collettivi "camuffati" e che interessa 23 lavoratori siciliani, di cui 14 a Catania ) sta segnando l’inizio di un vero e proprio smembramento e che si può ripercuotere anche in altri reparti (a Catania operano circa altri 500 addetti tra call center e altri reparti Rete e Commerciale )».

Le Rsu Vodafone di Catania si oppongono «a questo progetto di “efficientamento”» (così ha dichiarato l’azienda) e invitano il management aziendale «a rivedere le sue posizioni per la salvaguardia dell’occupazione in una azienda che si vanta di essere fortemente impegnata nel sociale e che invece “butta fuori” dalla porta principale le persone che, con la loro abnegazione, hanno fatto crescere la rete Vodafone e hanno garantito altissimi standard di qualità».


Risposta Vodafone: nessun taglio nella sede di Catania

Piano industriale e investimenti sono coerenti e sostenibili, quindi nessun licenziamento "camuffato", neanche a Catania. Così Vodafone in risposta ai timori dei sindacati, allarmati dalla cessione del reparto tecnico alla Ericsson, colosso della telefonia, e quindi per il futuro di 14 lavoratori della sede di Catania.

«L’azienda ha avviato una procedura di consultazione sindacale - congiuntamente con la società Ericsson - per la cessione del ramo di azienda "Field Operations" che riguarda 335 professionisti che si occupano dei servizi di manutenzione operativa della rete - si legge una nota della Vodafone -. La collaborazione con Ericsson permetterà di migliorare la performance e l’efficienza delle attività di manutenzione della rete sul territorio, e di valorizzare le attività e le professionalità

distintive delle persone in un’Azienda che fa di questi servizi il proprio business. La proprietà, lo sviluppo e la gestione della rete continuano ad essere elementi fondamentali della strategia di Vodafone in Italia come dimostra il piano di investimenti da oltre 1 miliardo di euro annunciato ad ottobre 2010 e finalizzato ad estendere la copertura della banda larga via radio in tutta Italia ed includere con il progetto "1000 Comuni" la copertura del 12% della popolazione in divario

digitale. Si aggiungono altresì’ gli investimenti in risorse e tecnologia sulla rete fissa negli ultimi tre anni per oltre 1 miliardo e mezzo di euro». Vodafone sottolinea poi l’impegno specifico in Sicilia, «con un piano di investimenti 2009-2012 di 66 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere agli oltre 150 milioni investiti dal 2001, già presentato alla Regione». Il tutto nell’ambito di una strategia che nira a garantire «uno sviluppo solido e sostenibile dell’azienda nel prossimo futuro, mantenendo stabili gli attuali livelli di investimenti, senza pregiudicare l’occupazione, e valorizzando lo sviluppo delle competenze nel mercato del lavoro

25 aprile 2011

Telecom Italia, parte l'era Bernabè-Patuano per il nuovo corso

di Mila Fiordalisi:

Governo complessivo delle operations nazionali, rappresentanza e poteri necessari per compiere gli atti pertinenti all’attività sociale nelle sue diverse applicazioni, responsabilità di datore di lavoro rispetto all’intera organizzazione aziendale di Telecom Italia, con l’attribuzione di tutti i necessari poteri, responsabilità e poteri in materia di protezione dei dati personali e al loro trattamento: questi i “compiti” attribuiti a Marco Patuano, nuovo Ad di Telecom Italia, e messi nero su bianco nella disposizione generale n. 479 a firma del presidente Franco Bernabè a seguito del Cda del 13 aprile.


Il documento annuncia anche che nei prossimi giorni saranno effettuati gli interventi di allineamento delle articolazioni aziendali all’assetto organizzativo. Interventi che terranno conto della rapidità richiesta dalla necessità di definire formalmente gli obiettivi della dirigenza e dei quadri per l’anno in corso per assicurare l’immediata disponibilità delle leve necessarie per il dispiegamento della piena responsabilità di performance sul business domestico e un significativo avanzamento nella evoluzione verso la lean organization attraverso la semplificazione delle strutture di staff, la loro attribuzione per prevalenza e la fornitura del servizio con articolazioni dedicate.


Un’ulteriore disposizione, la numero 480, a firma congiunta Bernabè-Patuano, definisce nel dettaglio l’articolazione delle funzioni che fanno capo all’Ad e i manager a cui sono state affidate. Resta a capo del Business Pietro Labriola mentre a capo del Consumer c’è Luca Rossetto; Simone Battiferri guida la funzione Top Clients e Gianfilippo D’Agostino il Public Sector. La funzione Technology, ovvero la responsabilità di un asset decisivo come la rete, vede passare al timone Giuseppe Roberto Opilio.


Quattro gli obiettivi “strategici” affidati a Patuano. Obiettivi che “tenendo conto delle accentuate competitività del mercato nazionale impongono l’adozione di adeguamenti organizzativi”. In dettaglio si procederà con: la riduzione dei layers organizzativi con tendenziale superamento delle posizioni di coordinamento intermedio e correlato accorciamento delle strutture; conseguente riattribuzione delle leve di customer care alle articolazioni di cliente-prodotto nel quadro di customer centric organization; l’adozione di articolazioni per processo nel perimetro della ex Direzione Technology and Operations con conseguente ed esclusiva responsabilizzazione dei process owners sulle performance dei perimetri attribuiti; accentuato percorso di snellimento e semplificazione delle strutture di supporto e servizio ai business.



Nella suddivisione dei poteri, vengono attribuite gerarchicamente al presidente Bernabè le funzioni Legal Affairs affidata a Antonino Cusimano, Public & Regulatory Affairs assegnata a Franco Brescia, Administration, Finance and Control & International Development affidata ad Andrea Mangoni.


In ottica di semplificazione delle strutture di staff nella direzione di una “lean organisation”, nella nuova Legal Affairs sono confluite le vecchie Corporate Legal Affairs e Legal Affairs; nella funzione Public & Regulatory Affairs confluiscono Rapporti con le Istituzioni, Rapporti con il Territorio e Marketing Istituzionale ed Equivalence & Regulatory Affairs; nella Administration, Finance and Control confluiscono le precedenti Administration, Finance and Control e International Support della Direzione International Business.


Tali funzioni, comunque, riferiranno direttamente, con proprie articolazioni dedicate, all’amministratore delegato Patuano “per l’espletamento del supporto necessario”.


A Bernabè inoltre fanno capo le Società TI Media, Tim Brasil, Telecom Argentina e le funzioni: Strategy (con responsabilità assegnata a Oscar Cicchetti) in cui confluiscono le attività e risorse relative alla definizione delle linee di indirizzo strategico dalla precedente funzione Strategia ed Innovazione; External Relations, con responsabilità assegnata a Carlo Fornaro, nella quale confluisce la precedente funzione External Relations ad esclusione di Media Management & Sponsorship e della Service Unit Eventi (affidate a Carlotta Ventura); Security, con responsabilità assegnata a Damiano Toselli.



Al nuovo amministratore delegato Marco Patuano, cui fa capo anche Olivetti, fa riferimento un nutrito numero di funzioni che gli consentono di reggere il timone del mercato Italia:


Innovazione & Industry Relations, affidata a Cesare Sironi, nella quale confluiscono le attività e risorse relative all’innovazione dalla precedente funzione Strategia ed Innovazione, la funzione Industry Relations and Roaming nonché le attività e risorse dedicate all’innovazione dalla precedente Direzione Domestic Market Operations; alla funzione farà inoltre riferimento la società Matrix


Consumer, affidata a Luca Rossetto, nella quale confluiscono l’omologa funzione, Broadband Content, Fixed Customer Operations Consumer, Mobile Customer Operations Consumer nonché attività e risorse dedicate alla Consumer di Process Capabilities & Operations Support e di Project Development & Operational Planning della precedente funzione Customer Operations; alla funzione farà inoltre riferimento la società Telecontact


Business, affidata a Pietro Labriola, nella quale confluiscono la omologa funzione, Customer Operations Business nonché attività e risorse dedicate a Business di Process Capabilities & Operations Support e di Project Development & Operational Planning della precedente funzione Customer Operations


Top Clients, affidata a Simone Battiferri


Public Sector, affidata a Gianfilippo D’Agostino


Technology, affidata a Giuseppe Roberto Opilio, nella quale confluiscono, dalla precedente Direzione Technology & Operations, le funzioni Open Access, Network, Technical Planning nonché attività e risorse di Technical Infrastructures secondo criteri che saranno definiti con successiva disposizione organizzativa.


Information Technology, (affidata ad interim direttamente a Marco Patuano) cui farà riferimento anche Shared Service Center


National Wholesale Services, affidata a Alessandro Talotta; alla funzione farà riferimento la società TI Sparkle


Supply Chain & Real Estate, affidata a Stefano Ciurli, nella quale confluiscono la precedente funzione Purchasing nonché attività e risorse di Technical Infrastructures secondo criteri che saranno definiti con successiva disposizione organizzativa


Human Resources and Organization, affidata ad Antonio Migliardi, nella quale confluiscono le precedenti funzioni Human Resources and Organization nonché Fraud Management & Revenue Assurance della precedente Direzione Domestic Market Operations. La funzione è attribuita gerarchicamente a Patuano anche se per le attività di Politiche e Risorse Strategiche di Gruppo riferisce direttamente a Bernabè con proprie articolazioni dedicate


Domestic Media, affidata a Giuseppina Carlotta Ventura, nella quale confluiscono la funzione Media and Sponsorship Managament e la Service Unit Eventi dalla precedente funzione External Relations


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23 aprile 2011

SKY SI VERGOGNI PER L'INDECENZA DELLE PROPRIE POSIZIONI IN MATERIA DI APPALTI ED AFFIDAMENTI.

Siamo tutti veramente allarmati per il dilagare della delocalizzazione di attività all'estero che rischia di far crollare l'occupazione nei call center in outsourcing per i quali tanto ci siamo occupati socialmente e politicamente. Non c'è lotta al precariato che tiene se poi tali malpractive non vengono contrastate.

Il governo nazionale, più volte da noi interessato, continua a fare orecchi da mercante dimostrando quantomeno disinteresse rispetto alle migliaia di licenziamenti che a causa delle delocalizzazioni stanno falcidiando la buona occupazione.

Ritengo che sia importante portare all'attenzione di tutti che anche presso le aziende dove sono attivi virtuosi tavoli negoziali vengono realizzati , nelle segrete stanze aziendali, i più atroci disegni; e ciò a discapito dei tanti lavoratori che hanno lavorato per le aziende appaltatrici.

Anche Sky, così come tante altre aziende, sta sostendendo tali delocalizzazioni siglando contratti per la attivazione di circa 1.800 postazioni in Albania.

Tale fatto ha, nell'immediato, causato l'apertura della procedura di licenziamento per 1.500 giovani lavoratori di Teleperformance e se non si mette un limite all'arroganza di Sky altre migliaia di giovani lavoratori rischieranno di perdere il lavoro prima della prossima estate.

In Sicilia, Sky ha affidato in questi ultimi anni, a diverse aziende, numerose commesse e, pertanto, migliaia di Siciliani rischiano di perdere il posto di lavoro.

Tra poco rischiamodi dover manifestare, con centinaia di cassintegrati e licenziati, sotto le sedi di Sky e di altre aziende presso le quali stanno contemporanemente seduti in trattativa i nostri delegati sindacali.

Anche Vodafone, l'ultima tra gli ultimi in materia di delocalizzazioni, sta inviando i propri formatori ed i propri manager all'estero ed in particolare in Romania; qui si rischia di poter assistere ad un cortocircuito di portata biblica, sono a rischio, in Italia, diverse migliaia di posti di lavoro.

Ma da subito l'allarme è su Sky; in Sky ed a causa di Sky si rischia grosso.

Il Governo nazionale e la Regione Sicilia dovrebbero sentirsi quanto meno in obbligo di convocare le parti invece di perdere tempo su questioni di bieca bottega.

Tutti noi dobbiamo fare una attenta riflessione e al tavolo delle trattative dobbiamo far valere le qustioni di carattere sociale, il valore dell'occupazione a tutto tondo e, pertanto, dobbiamo essere incisivi sulle questioni legate agli appalti.

Nelle sedi opportune e tra la gente proporrò campagne di mobilitazione e manifestazioni mirate contro le aziende che sostengono le malpractice delocalizzative.

Giovanni Pistorio

VODAFONE ITALIA TAGLIA 335 STIPENDI - COMUNICATO STAMPA -

Catania 22 aprile 2011:

Vodafone Italia leader nel settore delle Telecomunicazioni come numero di clienti mobili e come nuove acquisizioni nel mercato della Rete Fissa, e con utili da capogiro, ha iniziato lo scorso 11 Aprile la procedura per la Vendita del Reparto Manutenzione ( attività e tecnici ) alla Ericsson.

Così facendo, di fatto, ha smentito se stessa che in recenti dichiarazioni ha affermato che la rete e’ il core business dell’Azienda e, inoltre, nell’ultimo incontro ufficiale del giorno 8/04/2011 non e’ stata in grado di fornire nessuna garanzia occupazionale per il futuro.

In un contesto come Catania in cui il mondo del lavoro langue e siamo in uno stato altamente critico, quasi da “emergenza”, questa operazione ( che in realtào tratta di licenziamenti collettivi mascherati e che interessa 23 lavoratori siciliani, di cui 14 a Catania ) sta segnando l’inizio di un vero e proprio smembramento e che si puo’ ripercuotere anche in altri reparti ( a Catania operano circa altri 500 addetti tra call center e altri reparti Rete e Commerciale ).

Diciamo con forza NO a questo progetto di “efficientamento” ( come dichiarato dall’Azienda) e invitiamo il management aziendale a rivedere le sue posizioni per la salvaguardia dell’occupazione in una Azienda che si vanta di essere fortemente impegnata nel sociale e che “butta” fuori dalla porta principale le persone che, con la loro abnegazione, hanno fatto crescere la Rete Vodafone e hanno garantito altissimi standard di qualita’.

RSU VODAFONE CATANIA


NOTA DI REDAZIONE

Nella foto Mario Licciardello RSU Vodafone Slc Cgil Catania