- di Alessandro Longo -
L’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) ha approvato oggi il testo della delibera sulla pirateria (“schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica”) e lo apre a una consultazione pubblica per 60 giorni. Agcom ha fatto modifiche sostanziali al testo precedente, venendo in parte incontro alle richieste di coloro che l’accusavano di essere un forma di “censura del web”.
I relatori sono Sebastiano Sortino e Gianluigi Magri (il presidente gli ha chiesto stamattina di ritirare le dimissioni e ha accettato). Il testo è stato approvato con il solo voto contrario di Nicola D’Angelo e l’astensione di Michele Lauria.
La procedura contro i contenuti illeciti
Si svolgerà in due fasi, secondo il nuovo testo. Nella prima, il detentore di diritti d’autore chiederà al sito di rimuovere entro quattro giorni un contenuto che considera illecito. “Qualora l’esito non risulti soddisfacente per una delle parti, questa potrà rivolgersi all’Autorità, la quale, a seguito di un trasparente contraddittorio della durata di 10 giorni, potrà impartire nei successivi 20 giorni (prorogabili di altri 15) un ordine di rimozione selettiva dei contenuti illegali o, rispettivamente, di loro ripristino, a seconda di quale delle richieste rivoltegli risulti fondata”, spiega l’Autorità in una nota. Se Agcom ritiene che il contenuto è davvero illecito, chiederà al sito di rimuoverlo. In caso di rifiuto, lo multerà con le tipiche sanzioni applicabili a chi disattende un ordine dell’Autorità: fino a 250 mila euro. Comunque il sito potrà rivolgersi al Tar del Lazio per opporsi alla multa. La procedura si blocca se una delle due parti si rivolge alla magistratura.
Contro i siti esteri c’è un elemento in più. Alla fine del contradditorio, Agcom sa di non poterli multare e per questo motivo, nel precedente testo, voleva esercitare il potere di inibizione all’accesso (cioè chiedendo ai provider internet di oscurare il sito agli utenti italiani). Adesso invece si limiterà a mandare avvisi ai provider, che saranno liberi di decidere se oscurarlo. In caso contrario, Agcom si rivolgerà alla magistratura, la quale potrà poi emanare un ordine di oscuramento.
Secondo i promotori della protesta contro la delibera (il movimento Sitononraggiungibile), il rischio adesso è che Agcom carichi la responsabilità sulle spalle dei provider; i quali certo non sono obbligati a oscurare il sito, su avviso di Agcom (non è un ordine, ma una segnalazione), ma poi potrebbero essere considerati corresponsabili della violazione del diritto d’autore dalla magistratura.
C’è un’altra incognita. A quanto risulta, Agcom manderà una segnalazione al governo, al quale chiederà alcune cose: “di facilitare l’accesso legittimo alle opere via internet; gli esporremo inoltre la difficoltà oggettiva di oscurare siti esteri, che possono continuamente cambiare indirizzo per evitare i filtri”, spiegano dall’Autorità. Secondo Fulvio Sarzana, avvocato esperto di diritto su internet e promotore della protesta, in questa segnalazione Agcom potrebbe anche chiedere al governo poteri più forti per oscurare i siti esteri (nel caso, all’interno del recepimento della direttiva europea Telecoms Package).
Le esclusioni
Agcom prevede una serie di esclusioni, per quanto riguarda i contenuti che potrebbero essere rimossi. La misura non riguarderà infatti “i siti non aventi finalità commerciale o scopo di lucro; l’esercizio del diritto di cronaca, commento, critica o discussione; l’uso didattico e scientifico; la riproduzione parziale, per quantità e qualità, del contenuto rispetto all’opera integrale che non nuoccia alla valorizzazione commerciale di questa”.
La promozione dell’offerta legale
Parte della delibera è mirata a promuovere l’offerta legale di opere sul web. Obiettivi: “individuazione di misure di sostegno allo sviluppo dei contenuti digitali e delle soluzioni idonee alla riduzione delle barriere normative”. “Elaborazione di codici di condotta dei gestori dei siti e dei fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici”. “Promozione di accordi tra produttori e distributori per la riduzione delle finestre di distribuzione, e la messa a disposizione di contenuti con modalità di acquisto semplificate e a costi contenuti”. “Promozione di accordi tra operatori volti a semplificare la filiera di distribuzione dei contenuti digitali relativi alle nuove modalità di sfruttamento favorendo l’accesso ai contenuti premium”. “Individuazione di criteri e procedure per l’adozione di accordi collettivi di licenza”. “Realizzazione di campagne di educazione alla legalità nella fruizione dei contenuti”. “Osservatorio per monitorare i miglioramenti della qualità e le riduzioni dei prezzi dell’offerta legale di contenuti digitali”.
Il presidente Corrado Calabrò ha dichiarato: “Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell’Autorità e sul rapporto tra l’intervento amministrativo e i preminenti poteri dell’Autorità giudiziaria”. “E’ nostra intenzione stimolare un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro. In questo spirito ho anche dato la mia disponibilità a un’audizione presso le competenti Commissioni parlamentari sullo schema di regolamento qualora il Parlamento lo ritenga opportuno”.