Care Compagne e cari Compagni,
Come potete immaginarvi l’emozione è tanta ed è per tale ragione che ho messo giù qualche appunto; però man mano che gettavo giù le prime righe non ho potuto fare a meno dal pensare che in fondo tale energia, la stessa energia che vedo in voi, non è altro che la forza che ben governata ci ha permesso di impegnarci sempre in nuove sfide e di fare. E’ la stessa energia che ci permetterà anche in futuro di poter continuare nel percorso virtuoso di crescita politica ed organizzativa che SLC CGIL Catania ha avuto negli ultimi anni grazie al lavoro che tutti insieme siamo riusciti a fare.
Quando nella prima metà del 2007 mi è stato proposto di entrare a far parte della Segreteria Provinciale della SLC CGIL di Catania sono stato orgoglioso di accettare l’incarico ma ero, nel contempo, certo che il lavoro da fare era tanto e che ci si doveva impegnare duramente e con continuità perché ai lavoratori catanesi, dei diversi settori di attività che organizziamo, mancava la presenza della CGIL e delle competenze che il nostro grande sindacato riesce a mettere al servizio dei bisogni e delle necessità della gente.
Le questioni poste ed i problemi che emergevano, nei diversi settori, erano tanti e tali da far tremare le gambe ma, sempre insieme e coordinati ed attenendoci a principi di leale condivisione e compartecipazione, siamo riusciti a determinare nel territorio reali azioni politiche di cambiamento ed anche un profondo rinnovamento generazionale che sicuramente ha portato freschezza e valore aggiunto alla categoria e alla CGIL tutta.
Oggi sono qui per dire quello che, a mio avviso, dovrebbero essere gli impegni futuri e per impegnarmi rispetto alle nuove responsabilità sempre che voi mi affidiate gli oneri e l’onore di guidare questa categoria.
Al primo punto , ed in continuità con il passato, metto sempre la confederalità , la solidarietà e l’unità dell’intero gruppo dirigente. E’grazie a questo mix di valori che negli ultimi anni siamo stati nelle condizioni di poter affrontare vertenze dalle enormi complicanze politico-sociali e drammatiche crisi occupazionali. Con ciò faccio esplicito riferimento alla delicata vertenza Ratio Consulta, agli attacchi portati avanti verso il mondo della produzione culturale da parte di certa politica, con la p minuscola, nel caso del Teatro Stabile e di un certo squallido incappucciato, nel caso del Teatro Massimo Bellini.
Il mondo della cultura sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia. Difendere la cultura deve essere un imperativo per tutti noi. Chi è attualmente al governo ha l’interesse di distruggere migliaia di anni di cultura con il solo scopo di riuscire a sottomettere un popolo. Il teatro è stato e dovrà continuare ad essere strumento di crescita delle comunità locali e strumento a servizio delle libertà di ogni cittadino. Ricordo che, a Catania, durante l’ultimo sciopero generale è intervenuto dal palco il premio nobel Dario Fò per dire ciò, affermando “ Loro ci vogliono ignoranti, noi dobbiamo sapere sempre una parola in più rispetto a loro in maniera tale che nessuno potrà mai ingannarci o renderci schiavi”.
Il mondo delle TLC ci ha visti assoluti protagonisti della politica rivendicativa nella città e qualche volta, lo affermo con orgoglio anche perché ci è stato riconosciuto dalla segreteria nazionale, anche agenti del cambiamento su questioni di rilevanza nazionale; sempre per la difesa dei principi di uguaglianza e per la tutela dei diritti dei lavoratori che rappresentiamo. Il prossimo rinnovo contrattuale sarà per tutti noi molto impegnativo. Nel settore si dovrà segnare certamente un cambiamento, nella visione politica e nuove e più qualificate relazioni in un settore che oggi vede, per colpa soprattutto delle grandi committenti, una continua delocalizzazione delle attività all’estero con un esponenziale aumento della disoccupazione ed una nuova e più aggressiva precarizzazione dei rapporti sociali. E’ proprio su questo che dovremmo intervenire ostacolando queste cattive pratiche causa di degrado sociale attraverso la conquista di nuovi diritti e ciò a salvaguardia della buona occupazione e soprattutto di quella regolare. Su questi punti SLC CGIL NAZIONALE E’ TOTALMENTE PRESENTE SUL PEZZO,
Molto accomuna il settore delle TLC a quello dell’emittenza il quale, però nonostante i grandi interessi che all’interno si consolidano, è ancora contrattualmente immaturo. In quanto i diritti dei lavoratori del comparto delle piccole emittenti devono essere adeguatamente rappresentati, in quanto non si dispone di adeguati ammortizzatori sociali, nonostante dovrebbe essere ben presente a tutti che il passaggio al digitale terrestre finirà per condizionare pesantemente l’organizzazione di impresa con probabili effetti negativi sull’occupazione. Inoltre, a causa del passaggio al digitale terrestre e per gli effetti della disponibilità di nuove frequenze (dal ch 60 al ch 69) ed anche per l’evoluzione della infrastruttura della rete telefonica di nuova generazione, se non si giunge ad una vera presa di coscienza del fenomeno e quindi in assenza di tutele legislative adeguate , rischiamo che si vengano a determinare condizioni di assoluta illiberalità per l’affermarsi di nuovi monopoli; e ciò a discapito delle libertà dei lavoratori e dell’intera popolazione.
Nel settore della carta stampata che nel nostro territorio ha un grande peso specifico e più complessivamente nell’INDUSTRIA stiamo assistendo ad una rapida trasformazione strutturale. L’avvento di nuova tecnologia ha finito con il riverberarsi sui livelli occupazionali e sempre più le aziende, per sostenere il costo degli investimenti chiedono ai lavoratori di recuperare produttività e questo in linea di principio sarebbe corretto, ma spesso le proposte ,anziché concretizzarsi in un maggior coinvolgimento della manodopera nel processo produttivo, sono tese solo ed esclusivamente ad un ritorno alla misurazione dei tempi e dei metodi di esecuzione e ciò senza tener conto degli impatti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Ricordo adesso lo scontro di un paio di anni fa in CIPI e le diverse controproposte che in diverse aziende abbiamo avanzato sulla valorizzazione delle risorse umane ed anche in questi casi i fatti ci hanno dato ragione.
Su Poste e recapiti, dopo qualche tentennamento, stiamo rilanciando ed il nuovo slancio che si sta concretizzando in un processo di ringiovanimento del gruppo dirigente e nel riposizionamento dell’organizzazione rispetto ad alcune importanti questioni relative alla vivibilità dei posti di lavoro , ha fatto si che dall’inizio dell’anno siamo riusciti a raddoppiare il numero degli iscritti. Adesso è giunto anche il momento di cantarla in maniera chiara a Poste Italiane : i diritti e la salute dei lavoratori non possono essere una merce da scambiare con il sindacato/azienda presente in Poste e per quanto riguarda il recapito privato, nel quale siamo massicciamente presenti e ben rappresentati non si può continuamente assistere, anno dopo anno, alla litania dei rinnovi ed al patema della probabile riduzione di attività e conseguente procedura di riduzione di personale.
Come dicevo all’inizio di lavoro da fare ce ne sarà parecchio e di insidie ne dovremo sventare tante ma sono sicuro che grazie all’unità interna del gruppo dirigente che siamo riusciti a conquistare grazie alla solidarietà attiva e condividendo le problematiche nella ricerca di soluzioni utili e grazie al rapporto costante che siamo riusciti a costruire con la confederazione riusciremo nei prossimi anni a crescere ancora di più in termini di consenso e nella qualità della nostra azione politica.
Prima di concludere desidero ribadire il mio impegno a continuare il rinnovamento generazionale e il riequilibrio di genere, fatto questo importantissimo in una categoria sempre in continua evoluzione.
Grazie compagni, grazie all’intera CGIL che non è un insieme di sigle ma un corpo unico fatto di donne ed uomini che pensano ed agiscono quotidianamente per la conquista di spazi di libertà.
Davide Foti
Segretario Generale Slc Cgil Catania