15 luglio 2011

Tecnico demansionato, ordinato a Telecom il reintegro

LECCE - Un tecnico della Telecom s’è visto riconoscere dal Tribunale del lavoro il ricorso per essere stato destinato a un incarico ritenuto inferiore di livello e per questo la giudice Silvana Botrugno ha ordinato all’azienda telefonica di reintegrarlo nella mansione svolta in precedenza. La sentenza è andata a favore di Sergio Romano, difeso dagli avvocati Enrico Cafiero e Fernando Caracuta. L’uomo, secondo quanto ricostruito, ha svolto sino al mese di novembre 2010 attività di diagnosi in centrale, in qualità di addetto alla commutazione numerica Cx. Ovvero, si occupava di apparati complessi con tecnologia altamente specialistica. In seguito, a quanto pare unico nel suo reparto, è stato trasferito presso un altro ramo aziendale, per svolgere attività a suo dire notevolmente semplificate rispetto al passato, dovendosi occupare dei cosiddetti impianti di abbonato, cioè dell’installazione del telefono in casa degli utenti, e di attività di permutazione. Tale lavoro, manuale e privo di contenuto specialistico, comporterebbe un abbassamento di livello, secondo i legali per “disomogeneità fra le mansioni di provenienza e quelle di successiva destinazione”. Il tecnico Telecom, iscritto alla Cisal Comunicazioni, ha dunque reclamato l’intervento del giudice del lavoro, chiedendo in via cautelare l’accertamento. Il ricorso cautelare è stato accolto e il Tribunale ha ordinato a Telecom Italia di reintegrare il lavoratore nell’impiego precedente e di adibirlo comunque a mansioni compatibili con la sua qualifica di specialista di interventi tecnici. Una decisione, sostengono i legali, che conferma l’orientamento espresso dal Tribunale di Lecce in casi analoghi.

(venerdì 8 luglio 2011)


Cassazione: Il declassamento professionale può anche essere mobbing

La Corte di Cassazione, sezioni Unite, con sentenza nr. 4063 del 22 febbraio scorso ha stabilito che quando il demansionamento comporta disturbi di natura psicofisica relativi alla salute del lavoratore, lo stesso sfocia nel mobbing con relativo diritto del dipendente frustrato a ottenere un adeguato risarcimento per il demansionamento subito. Tale condotta lesiva, può prefigurarsi anche da parte di una Amministrazione Pubblica allorquando a quest'ultima sia imputabile la violazione di specifici obblighi di natura contrattuale ex art. 2087 del c.c. Il fatto ha riguardato un impiegato amministrativo dell'Inps che dal 1996 al 1999 aveva, di fatto,...