- catania 28 febbraio 2012 -
Ancora una volta l'amministratore delegato della Fiat ha perso l'occasione di stare zitto.
Un atto inconsulto che dato il periodo che sta attraversando il nostro Paese poteva essere evitato. Certe dichiarazioni e prese di posizioni devono essere sicuramente abolite per non alimentare una tensione sociale già alta in un momento in cui c’è bisogno di un forte ed unico consenso per la riforma del mercato del lavoro.
Che L'Unità non possa essere esposta nelle bacheche aziendali Fiat è un "dictat" sbagliato, che ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere periodi che hanno distrutto moralmente ed intellettualmente la memoria del popolo italiano.
Non si possono attuare certi tipi di violenze psichiche per portare avanti le proprie ragioni. Se il lingotto reputa di essere nel giusto altri sono gli argomenti da mettere in campo. Non sarà la prepotenza o la scorrettezza del ricatto a dar ragione a qual si voglia potente.
Siamo in uno Stato civile, democratico e di diritto e su questi principi, ognuno di noi deve costruire le proprie ragioni. Qualsiasi pregiudiziale messa in essere dal datore di lavoro che riguarda una libertà di pensiero o di opinione manifestata in maniera corretta e con regole di lealtà e non violenza deve essere condannata a prescindere.
Non sarà un colore, una tendenza sessuale, un orientamento politico o religioso a stabilire che un essere umano sia buono o cattivo, simpatico o antipatico. La nostra società pone le proprie basi su altri principi ed è su questi che gli uomini che governano il nostro Paese devono lavorare per metterci in condizione di vivere in un mondo migliore e ridarci quella dignità che c'è stata negata ed interrotta da tempo.
Salvo Moschetto
Slc Cgil Catania