Otto lavoratori su 10 sono precari, le donne guadagnano un quinto in meno rispetto agli uomini: niente di sorprendente, ma ora è messo nero su bianco. Come si legge nel Rapporto sulla coesione sociale messo a punto da Inps, Istat e ministero del Lavoro, nel primo semestre 2011 sono stati attivati 5.325.000 rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato, ma tra questi solo il 19% a tempo indeterminato.
Secondo il rapporto, il 67% delle assunzioni e’ stato formalizzato a tempo determinato mentre l’8,6% ha riguardati contratti di collaborazione e il 3% l’apprendistato. Nel periodo 687.000 contratti hanno avuto la durata di un giorno (supplenze ecc).
Il numero medio di contratti di lavoro per lavoratore, dato dal rapporto tra le assunzioni registrate e i lavoratori interessati nel primo semestre 2011, e’ stato pari a 1,46. Nel “pianeta” del lavoro dipendente si contano nella media del primo semestre 2011 12.425.000 occupati assicurati Inps (compresi quelli agricoli e domestici, ma non ancora quelli pubblici), circa 5.000 in più rispetto all’anno precedente. La sostanziale stabilita’ registrata in media nazionale – sottolinea il Rapporto sulla coesione sociale 2011 – sottende andamenti differenziati sul territorio.
Il numero di lavoratori dipendenti aumenta di poco nel Nord Ovest (+0,7%) e nel Nord Est (+0,5%), mentre registra variazioni negative nel Sud e nelle Isole (-1,4%). In Lombardia (2,75 milioni di dipendenti) si registra la crescita su base annua più accentuata (+1%), mentre La Campania (732.000 dipendenti) fa registrare il calo più forte (-1,4%). Negli ultimi quattro anni (2007-2011) si e’ assottigliata la quota di lavoratori dipendenti under 30, passati dal 21,4% al 17,6% del totale, mentre e’ cresciuto il peso relativo della quota femminile (dal 39,6% al 41,2%). In crescita e’ il numero di dipendenti quadri (+1,8%) e quello di impiegati e dirigenti (+0,9%), mentre risulta in diminuzione quello degli apprendisti (-6%) e degli operai (-0,2%).
Il numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato risulta in discesa (-0,5%) e si attesta a quota 10.563.000. Il calo è molto piu’ marcato per i lavoratori sotto i 30 anni (-7,9%). Le donne con un lavoro standard sono oltre 4.193.000, in crescita dello 0,5% rispetto al 2010, mentre i colleghi maschi (6.369.000)registrano un calo dell’1,1%. Il lavoro a tempo parziale riguarda in prevalenza l’universo femminile: nelle forme tipiche di part time, orizzontale verticale e misto, le donne rappresentano, nel 2011, rispettivamente il 74,2%, il 70,3% e il 76,7% dei lavoratori con contratto a orario ridotto.
Le lavoratrici dipendenti italiane guadagno in media 1.131 euro netti al mese, il 19,6% in meno rispetto ai 1.407 dei dipendenti italiani uomini. Secondo il Rapporto, nel 2010 il gap e’ molto elevato anche tra italiani e stranieri, con una media di 1.286 per i primi (uomini e donne) e di 973 euro netti per gli immigrati. Il divario di genere e’ piu’ accentuato tra gli stranieri con 1.118 euro per gli uomini e 788 per le donne.
Nel 2010, la retribuzione media lorda giornaliera dei lavoratori dipendenti (esclusi i domestici e i lavoratori pubblici) contribuenti Inps con almeno una giornata retribuita nell’anno e’ di 84,40 euro, in aumento di circa il 2% rispetto al 2009. A livello territoriale (estero a parte), e’ nel Nord-ovest che si registra il livello piu’ alto di retribuzione media giornaliera, (92 euro), con il picco di 95,40 euro della Lombardia. I valori piu’ bassi sono invece quelli delle Isole (71,40 euro) e del Sud (72,40 euro) con la Calabria fanalino di coda (68 euro). Le retribuzioni medie giornaliere al lordo dei contributi e delle tasse risultano molto differenziate in base all’età dei lavoratori.
I valori sono inferiori ai 60 euro al giorno per i dipendenti sotto i 20 anni (44,70 euro) e per quelli 20-24enni (54,80 euro), mentre superano i 100 euro giornalieri per i 50-54enni (101,40 euro) e per i lavoratori fra i 55 e i 59 anni (108,10 euro). La retribuzione dipende molto dalla qualifica lavorativa; gli apprendisti guadagnano in media 52 euro al giorno, gli operai 67,70 euro, gli impiegati 89,40 euro, i quadri raggiungono quota 193,60 euro mentre i dirigenti superano in media 429 euro al giorno (oltre 11.000 euro al mese naturalmente sempre lordi). Il divario di genere e’ piuttosto accentuato, con retribuzioni medie giornaliere lorde per gli uomini pari, nel 2010, a 95,30 euro, contro i 68,40 euro di quelle corrisposte alle donne.