Telecom Italia e altri ex monopoli europei del settore, come la spagnola Telefonica SA (TEF), stanno soffrendo nei loro mercati interni a causa della debolezza delle economie, sullo sfondo della crisi del debito sovrano. La riduzione del debito è ora il principale obiettivo per evitare a tutti i costi un declassamento.
Da Asati, l’associazione che riunisce i piccoli azionisti del gruppo, Il presidente Franco Lombardi prevede un 2012 molto critico. e conterebbe per l'anno in corso di ridurre il debito di circa 3 miliardi, tutto questo a spese degli azionisti (taglio dei dividendi), dei dipendenti (con ulteriori operazioni di outsourcing), e senza poter disporre di risorse economiche per aumentare gli investimenti”.
Gli investimenti sono stati pari a 6 miliardi di euro, 1,5 miliardi in più rispetto al 2010 a causa “dell’acquisto delle frequenze per i siervizi mobili 4G e al consolidamento della Business Unit Argentina per l’intero esercizio (+368 milioni di euro, comprensivo di un effetto cambio negativo per 18 milioni di euro), nonché all’incremento degli investimenti della Business Unit Brasile (+74 milioni di euro, comprensivo di un effetto cambio positivo per 3 milioni di euro)”.
Riguardo i risultati delle controllate sudamericane, l’Ad di Tim Brasil, Luca Luciani, ha stimato per il 2012 una crescita del fatturato superiore al 10%, sottolineando che “sulla crescita del business siamo un anno avanti rispetto al piano industriale”.
“Il Brasile – ha aggiunto Bernabè - nel prossimo futuro continuerà a dare un forte contributo ai risultati di gruppo e in Argentina l’obiettivo è consolidare le attività in maniera efficiente”.
Ma, avverte ancora Asati, “…è da tenere in conto che il Brasile in un prossimo futuro diverrà un mercato maturo e che quindi non potrà sempre compensare le eventuali defaillances nel mercato domestico; occorre quindi recuperare al più presto risorse finanziarie sia per consolidare la presenza in sud America sia per conquistare uno sbocco nei mercati a più alta crescita, nei paesi Emergenti dell’Asia e dell’Africa”.
La Slc Cgil Nazionale nel nome del suo Segretario, Emilio Miceli, ha dichiarato: "Abbiamo apprezzato la scelta dell’attuale management di rilanciare la propria presenza in America Latina che, è bene ricordare all’Asati, è parte integrante degli investimenti dell’insieme del gruppo. Lo diciamo perché ci sembra quanto meno surreale l’idea dell’Asati che oggi insistentemente continua a chiedere lo scorporo della rete Telecom. Si tratterebbe di un passo che forse potrebbe portare un ristoro momentaneo ma illusorio agli azionisti. Di sicuro sarebbe il primo atto dello smantellamento della più grande azienda di Tlc italiana e tra le più grandi in Europa.