Tra le varie misure contenute nel testo della Legge di stabilità per l’anno 2013, approvato questa notte dal Consiglio dei ministri, figura anche una stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 a favore del disabile o per la cura di parenti affetti da handicap.
In particolare, la nuova normativa prevede che i tre giorni al mese che spettano al lavoratore dipendente per l’assistenza di un parente disabile in determinati casi siano retribuiti non integralmente ma solo al 50%.
Il dimezzamento delle retribuzione spettante, tuttavia, riguarderebbe solo i permessi di cui il lavoratore fruisce per l’assistenza ai genitori disabili, in quanto la norma prevede che la retribuzione per tali giorni di astensione dallo svolgimento della prestazione lavorativa continui ad essere pagata integralmente qualora i permessi vengono fruiti dal disabile stesso oppure per l’assistenza ai figli o al coniuge.
Inutile dire che la nuova norma che modifica parte del sistema di retribuzione previsto per permessi a parenti disabili ha già scatenato un mare di polemiche. Sono in molti, infatti, ad aver parlato di una vera e propria discriminazione, in quanto non si riesce a capire la logica per la quale è stato deciso di assoggettare ad un diverso trattamento retributivo i permessi presi per assistere il figlio o il coniuge disabile e quelli presi invece per assistere un genitore portatore di handicap. Secondo alcuni, inoltre, questa modifica costringerà diversi anziani disabili ad abbandonare il proprio domicilio per essere trasferiti in strutture assistenziali.
Disabilità: protesta contro la stretta del Governo sulla legge 104
Nei provvedimenti varati dal Governo e relativi alla legge di stabilità c’è una stretta sui permessi delle legge 104 per l’assistenza a familiari disabili: i permessi lavorativi verrebbero retribuiti solo al 50% nel caso che ad assistere la persona disabile sia il figlio, il nipote o un altro parente che non sia il genitore o il coniuge. Protestano Cgil e associazioni di disabili.
In pratica, per i 3 giorni di permesso mensili, si prevede una diminuzione della retribuzione al 50% a meno che non si tratti dello stesso dipendente della PA che usa il permesso per sua patologia, o che si tratti di assistenza a figli o coniuge. Se quindi il permesso dovesse servire ad assistere genitori disabili non ci sarà l’intera retribuzione. Già dopo le prime indiscrezioni sui tagli ai trasferimenti alle regioni e agli enti locali, nonché su quelli alla spesa sanitaria, si erano diffuse incredulità e preoccupazione fra le associazioni di persone con disabilità. E il nuovo provvedimento solleva proteste unanimi.
“Scandaloso e indecente. Non troviamo termini migliori per descrivere l’ennesimo taglio all’assistenza delle persone disabili. Con il dimezzamento della quota delle retribuzioni dei lavoratori che assistono genitori disabili si colpiscono ancora una volta i più deboli”: queste le parole di Nina Daita, responsabile dell’Ufficio disabilità della Cgil nazionale a proposito della norma contenuta nella Legge di stabilità che modifica la precedente legislazione (legge 104 del 1992, la legge quadro sulla disabilità). Per la Cgil, si tratta di un atto di discriminazione che creerà ulteriori differenze fra i cittadini. “Ora il governo passa direttamente al taglio della parte delle retribuzione che riguarda i permessi per l’assistenza – continua Daita – Di fronte a questo provvedimento la Cgil esprime tutta la sua indignazione e ci tiene a sottolineare che a fare le spese di questa inqualificabile decisione politica saranno le famiglie e in particolare soprattutto le donne”.
I provvedimenti adottati negli ultimi tempi – dall’erosione dei fondi per il sociale ai tagli derivanti dal Patto di stabilità per arrivare alla sforbiciata dei trasferimenti alle regioni – stanno producendo gravi effetti ai servizi destinati alle persone con disabilità, in un contesto in cui la rete di protezione sociale è già esile e grava in gran parte sulle famiglie.
“Leggeremo con cura e attenzione i testi ufficiali di ciò che il Consiglio dei Ministri ha approvato, ma le anticipazioni sulla Legge di Stabilità non ci sono affatto gradite – questo il primo commento di Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – È l’ennesimo colpo che viene assestato alle politiche sociali e ai diritti civili del nostro Paese”. Le persone stanno perdendo l’assistenza, il supporto, i servizi, spiega l’associazione. “Da questo Governo che usa il termine equità ad ogni piè sospinto ci aspettavamo qualcosa di più serio, una svolta strutturale nella gestione delle politiche sociali. Al contrario pone ai primi punti della sua agenda la revisione dell’ISEE, lo smantellamento delle agevolazioni fiscali, la riduzione brutale degli interventi di sostegno e di contrasto all’impoverimento. Il massimo che riesca ad elaborare è la riduzione della spesa per i permessi lavorativi a chi assiste un congiunto con disabilità. Una scelta banale, demagogica e probabilmente anche del tutto inefficace”.